I punti da ricordareContinuità e rottura: il Quattrocento

Continuità e rottura

Non si deve pensare al passaggio tra medioevo e Rinascimento come a una rottura brusca e a un totale cambio di paradigma. Non si deve pensare al medioevo come a un’epoca dominata dal pensiero di Aristotele e all’umanesimo come all’era della riscoperta di Platone. Da un lato, infatti, continua nel XV secolo la tradizione della scolastica matura e la stessa riflessione su Aristotele assume forme ignote ai secoli precedenti (ad esempio nell‘interpretazione di autori come Nifo e Pomponazzi), a testimonianza del vigore delle tradizioni aristoteliche, tra le quali spiccano quella alessandrinista e quella averroista. Dall’altro personaggi come Pico della Mirandola cercano di mostrare l’unità tra Aristotele e Platone.

Niccolò Cusano

Niccolò Cusano, esponente di spicco dell’umanesimo europeo, è generalmente noto per la sua originale elaborazione della teologia negativa, dottrina secondo la quale al concetto di Dio ci si avvicina negando quello che egli non è. Egli la espone sotto il nome di “dotta ignoranza” nell’omonima opera del 1440.

Coluccio Salutati

Coluccio Salutati, uomo politico e intellettuale fiorentino, sostiene con forza la libertà dell’uomo contro ogni forma di determinismo, esalta le opere umane, difende il valore della libertà politica, il cui modello viene rintracciato nella repubblica fiorentina, contro la tirannia. A questi temi si uniscono l’amore per le lettere, lo studio e la diffusione delle opere degli antichi.

Leonardo Bruni

Umanista di profonda cultura, Leonardo Bruni è tra i primi del suo tempo a rendersi conto del valore civile della letteratura. Tra i maggiori traduttori dal greco dei grandi filosofi dell’età classica, viene ricordato, oltre che per le sue monumentali Storie fiorentine, anche per l’importanza, in ambito filosofico, delle sue traduzioni dei testi di Platone e di Aristotele.

Filosofia e filologia in Lorenzo Valla

L’opera di Lorenzo Valla esprime il tentativo di riportare la filosofia a una maggiore aderenza alla realtà, nel rispetto della verità dei testi classici e delle naturali inclinazioni dell’uomo. Da qui l’interesse per la filosofia pratica declinata nei termini di un antistoicismo edonista e l’esaltazione della retorica come metodo applicabile a tutte le discipline, in grado di rinnovare il rapporto tra verba e res, ridotto a formalismo dalle sottigliezze della logica scolastica.

Filosofia e scienza in Leonardo da Vinci

Artista e ingegnere, figura poliedrica, Leonardo da Vinci rappresenta il culmine della tradizione ingegneristica italiana quattrocentesca; più di ogni altro ingegnere del tempo ha saputo elevarsi dalla dimensione artigianale per assumere quella del dotto tecnologo.

Marsilio Ficino

Nel periodo umanistico l’uomo si sente vivere in un universo popolato di forze occulte e misteriose. Annoverato, pur tra luci e ombre, tra i rappresentanti di questa cultura, Marsilio Ficino è autore di una ripresa del pensiero platonico letto in chiave cristianizzante. Centrale è per Ficino il motivo dell’anima umana: questa è la vera copula del mondo perché da un lato si volge al divino, dall’altro si inserisce nel corpo e signoreggia la natura. L’anima adempie alla sua funzione mediatrice attraverso l’amore: Dio ama il mondo e lo crea, l’uomo ama Dio. L’uomo è l’unità vivente dell’essere attraverso il vincolo d’amore che, nelle due direzioni, lo lega a Dio; in questo modo l’uomo si divinizza nello sviluppo della propria razionalità, in un processo di purificazione e perfezionamento infinito.

Pico della Mirandola

Per Pico della Mirandola, il mondo è uno ma al tempo stesso molteplice. Al mondo intellettuale o angelico (realtà spirituali) si affiancano quello celeste (corpi sopralunari) e quello sublunare. Ogni mondo possiede in grado potenziato o depotenziato quel che si trova negli altri: si può dunque parlare di una totale armonia tra cielo e terra e di una simpatia tra le cose che è oggetto di studio della magia naturale. Un quarto mondo coincide con l’uomo: l’essere umano si differenzia dagli astri e dagli angeli poiché non è segnato da una natura definita ma è libero arbitro del proprio destino.

Pietro Pomponazzi

Celebre medico e filosofo, Pomponazzi insegna a lungo a Padova prima e a Bologna poi. Riprendendo i commenti al De anima aristotelico di Alessandro di Afrodisia e di Averroè, egli prosegue le discussioni sorte nel XIII secolo sull’unità dell’anima intellettiva con il corpo e sulla definizione aristotelica dell’anima come forma del corpo: proprio la ripresa delle parole del filosofo greco conduce Pomponazzi alla tesi che sia impossibile dimostrare filosoficamente l’immortalità dell’anima.

Suggerimenti di lettura

U. Eco, La ricerca della lingua perfetta, Laterza, Roma-Bari 1993

E. Garin, Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano, Laterza, Roma-Bari 1985

M. Idel, Qabbalah. Nuove prospettive, Adelphi, Milano 2010

P.O. Kristeller, Il pensiero filosofico di Marsilio Ficino, Sansoni, Firenze 1953

P.O. Kristeller, La tradizione aristotelica nel Rinascimento, Antenore, Roma-Padova 1962

B. Nardi, Studi su Pietro Pomponazzi, Le Monnier, Firenze 1965

C. Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, Bruno Mondadori, Milano 2002