La riforma baconiana della filosofia naturale esercita una profonda influenza sulla scienza del Seicento. La teoria dell’“interpretazione della natura”, l’insistenza sul ruolo fondativo della storia naturale, l’idea di una struttura collaborativa del lavoro scientifico, la nuova classificazione del sapere sono tutti elementi che verranno ripresi dai fondatori della Royal Society. Bacon costruisce un “nuovo organo” dei saperi articolato in due fasi: il riconoscimento e superamento di preconcetti e pregiudizi, innanzitutto, e poi l’induzione e l'ordinamento di quei dati dell’esperienza che consentiranno di interpretare la natura. Caso unico nella storia dell’astronomia postcopernicana, Bacon propone una cosmologia geocentrica giustificata sulla base di un sistema chimico di derivazione paracelsiana.
Docente all’università di Padova e convinto, nonostante i divieti all’insegnamento del sistema copernicano, della validità della teoria eliocentrica, nel 1610 pubblica il Sidereus Nuncius, in cui annuncia le sue rivoluzionarie scoperte astronomiche.
Le sue due opere maggiori – il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (pubblicato nel 1632), e i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (pubblicati nel 1638), composti negli anni della vecchiaia – testimoniano la convinzione, radicata nel corso del dibattito sull’astronomia copernicana, che il “sistema del mondo” sia un problema non solo astronomico ma filosofico, e che sostenere la concezione eliocentrica copernicana significhi anche difendere una precisa concezione della scienza, fondata sul rifiuto del principio di autorità e sul metodo delle dimostrazioni matematiche (posto che la natura sia, come scrive Galilei, un grande libro scritto in caratteri matematici) e delle “sensate esperienze”.
Nel corso del Seicento la tradizione scolastica prosegue principalmente nelle università, sia dell’Europa cattolica, in particolare spagnola e portoghese, sia del Nord Europa (si può infatti parlare di una scolastica luterana e calvinista). Oggetto di studio di tale tradizione sono i testi di Aristotele, in particolare la Metafisica. Animano il dibattito scolastico le controversie teologiche, soprattutto all’interno del mondo cattolico, tra gesuiti e domenicani: celebre soprattutto quella sulla grazia.
Descartes è un filosofo la cui biografia è intimamente legata agli sviluppi del suo pensiero: un’esistenza sotto il segno della ricerca di un asilo tranquillo in cui concentrarsi sull’esecuzione del progetto ambizioso della rifondazione del sapere. La filosofia cartesiana si pone sotto il segno della ricerca della verità: essa viene intesa come mathesis universalis, e comporta, nell’opera di Descartes, la fisica vicina a Copernico, saggi di scienza, meditazioni sulla filosofia prima, schemi di enciclopedia, dialoghi di morale e studi di medicina. Descartes è all’origine della modernità come filosofo del metodo, a partire dalla sua fondazione sul criterio dell’evidenza e sulla metafisica sintetizzata nella celebre formula cogito ergo sum.
L’opera di Newton determina una profonda trasformazione delle idee e della pratica scientifiche. I Principi matematici della filosofia naturale (1687) rappresentano una pietra miliare della rivoluzione scientifica avviatasi con l’opera di Copernico. Attraverso la rigorosa applicazione del metodo sperimentale, egli persegue l’ideale dell’unificazione matematica delle leggi naturali, che trova la sua espressione scientificamente più rilevante nel noto principio della gravitazione universale. Alla ricerca nell’ambito scientifico Newton affianca numerosi studi di alchimia, teologia e storia sacra.
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