Glossario

Astrologia
Studio degli astri basato sul presupposto di un loro influsso sull’ordine del mondo e sul corso delle vicende umane. Nella prima età moderna, essa si divide in naturale e divinatoria. La prima studia le influenze celesti sul tempo atmosferico, sulla natura e sul corpo umano, la seconda ritiene di poter leggere negli astri gli eventi futuri.
Dotta ignoranza
Si tratta del motivo socratico per cui proprio del saggio sarebbe il “sapere di non sapere”, ripensato da Cusano nei termini della teologia negativa. La condizione limitata dell’uomo consente di avere solo una conoscenza approssimativa e “congetturale” di Dio: tale ignoranza si qualifica come “dotta” in quanto consapevole e necessaria condizione per il raggiungimento della verità.
Infinito
Letteralmente, ciò che non è finito, nel senso che non possiede limiti né misura. Connotato negativamente nel pensiero antico, tale concetto rinasce nel cristianesimo, allorché l’infinità viene considerata attributo di Dio, e in età rinascimentale, in particolare nella riflessione di Giordano Bruno.
Macrocosmo
Ovvero l’universo; termine correlativo a Microcosmo.
Microcosmo
Termine che designa l’uomo concepito come un “piccolo cosmo” capace di riflettere in sé l’universo nella sua totalità.
Simpatia
Tra Quattrocento e Cinquecento, nelle dottrine ermetiche come nella filosofia della natura, è centrale l’idea di un rapporto di simpatia che lega ogni realtà naturale, in particolare il microcosmo umano e il macrocosmo dell’universo. Gli strumenti individuati da maghi e filosofi del Rinascimento per agire sulle forze della simpatia cosmica saranno, di volta in volta, i talismani, l’astrologia, l’alchimia, la medicina, la magia naturale.
Talismano
Nel linguaggio della filosofia neoplatonica di Ficino, il talismano (che egli chiama “immagine”) è un oggetto materiale, prodotto dall'uomo, che ha il potere di agire sugli enti superiori grazie a un rapporto di somiglianza, dovuto al fatto che vi è stato introdotto il loro spiritus.
Teologia negativa
Secondo la teologia negativa, o apofatica, l’uomo può conoscere di Dio solo ciò che non è. La sua prima formulazione è riconducibile allo Pseudo-Dionigi Areopagita, nel V secolo; l’argomento è stato poi ripreso da Scoto Eriugena, che ha tentato una sintesi tra teologia negativa e positiva, formulando la tesi della superiorità di Dio a ogni capacità descrittiva del linguaggio umano. La nozione torna in Cusano.
Utopia
Letteralmente “non-luogo” (dal greco ou, “non” e topos, “luogo”), o luogo che non esiste, il termine è impiegato per la prima volta tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento da Tommaso Moro nell’opera omonima per delineare una repubblica ideale e perfetta in cui vige l’eguaglianza dei cittadini e la proprietà privata è bandita.