Glossario

Appercezione
Termine impiegato da Leibniz per indicare la percezione consapevole, dal momento che non sempre le percezioni sono avvertite dal soggetto percipiente. Il termine verrà ripreso da Kant che qualificherà uno dei concetti fondamentali della Critica della ragion pura, l’Io Penso, come “appercezione trascendentale”.
Categorie
Generi supremi che si possono predicare delle sostanze, le categorie sono i loro attributi più generali. Sul loro numero gli studiosi hanno espresso i pareri più discordanti. Normalmente se ne individuano nove, che sono: la quantità, la qualità, la relazione, il dove, il quando, lo stare, l’avere, l’agire, il patire.
Fenomeno
Indica l’oggetto per come appare (phainomenon) attraverso le forme pure a priori della conoscenza.
Giudizio analitico
È un giudizio in cui il predicato è l’esplicazione di quanto già contenuto nel soggetto e non comporta, pertanto, un accrescimento della conoscenza. Ad esempio “tutti i corpi sono estesi”, dal momento che l’estensione un attributo dei corpi, non accresce la nostra conoscenza.
Giudizio riflettente
Nella Critica del giudizio si definisce “riflettente” quel giudizio in cui, dato il particolare e in assenza di concetti adeguati, si pensa il generale come se esso fosse pensabile.
Giudizio sintetico
Secondo Kant è un giudizio basato su un’esperienza sensibile particolare; se anche può accrescere la nostra conoscenza, non può tuttavia aspirare a un grado di universalità e necessità.
Imperativo categorico
Termine impiegato da Kant per indicare un comando della ragione che prescrive un’azione come buona in se stessa e non per uno scopo che se ne potrebbe ricavare.
Intelletto
La distinzione tra gli intelletti ha origine dalle discussioni sul III libro del De anima di Aristotele, nel quale si poneva il problema di un intelletto da considerare “separato” rispetto al corpo. La questione è particolarmente dibattuta all'interno della filosofia islamica, dove Avicenna codifica la distinzione tra intelletto materiale o possibile (pura disposizione ad accogliere le forme), intelletto in habitu (possesso degli “intellegibili primi”, verità logiche autoevidenti), intelletto attivo (possesso degli “intellegibili secondi” astratti dai dati sensibili) e intelletto acquisito (ultimo stadio, nel quale l'intelletto possibile pensa in atto gli intellegibili grazie all'unione con l'intelletto agente).
Intuizione
In Kant è un analogo di “sensazione”, come rapporto diretto con l’oggetto che viene conosciuto.
Metafisica
Col termine metafisica si intende la “filosofia prima” di Aristotele, contenuta nelle sue opere collocate “dopo quelle di fisica” (metá ta physiká), e così definita perché ricerca le cause prime della realtà. Il termine passerà poi generalmente a indicare ogni principio o realtà che si collochi al di fuori e al di sopra del mondo materiale.
Noumeno
Nel lessico kantiano è la “cosa in sè”, che può essere oggetto esclusivamente di un puro pensiero (nous), senza la possibilità di venire appresa in sé e per sé, cioè a prescindere dalle condizioni trascendentali del conoscere.
Pietismo
Corrente del luteranismo sorta in Germania nella seconda metà del XVII secolo, e poi diffusasi nel secolo successivo anche al di fuori dell'area tedesca. Il movimento rivendicava una religiosità più attiva e fervente, fondata su una pratica morale molto rigorosa e su una fede “del cuore” contrapposta a quella dogmatica e intellettualistica delle chiese protestanti del tempo.
Ragione
Per Kant è quella facoltà mediante la quale l’uomo rivolge la sua attenzione alla “cosa in sé”. La ragione non produce conoscenze, ma idee dal contenuto indeterminato, che tuttavia hanno la funzione di orientare l’azione morale.
Trascendentale
Nel pensiero di Kant il termine passa dall’ambito delle proprietà ontologiche (proprio dell'uso del termine nella scolastica medievale) a quello delle condizioni della conoscenza: il termine “trascendentale” finisce infatti per indicare tutte quelle componenti a priori che sono condizione di ogni esperienza possibile.