I punti da ricordare Filosofie positive e progresso sociale

Auguste Comte e il pensiero positivo

Auguste Comte inaugura un nuovo indirizzo di pensiero chiamato “positivismo”. Il positivismo non è una scuola vera e propria ma piuttosto un’ampia corrente della riflessione filosofico-scientifica che incrocia la sensibilità verso i problemi e i risultati della scienza con le acquisizioni della ricerca darwiniana e comprende un insieme di proposte teoriche molto variegato nei temi e nei risultati. Il positivismo ha tentato di ridefinire il ruolo e i compiti della filosofia. Idea di fondo è che i fatti umani devono anch’essi essere guardati con l’occhio obiettivo della scienza, con un atteggiamento “positivo” in quanto positum, stabilito, legato ai dati di fatto e non a speculazioni astratte e costruzioni immaginarie. Il Corso di filosofia positiva di Comte è un vasto affresco della cultura soprattutto scientifica dell’epoca, basato sulla convinzione che in ogni campo si progredisca passando attraverso tre stadi o stati derivanti dal diverso atteggiamento intellettuale con cui gli uomini cercano di spiegare la realtà che si trovano di fronte.

L’utilitarismo di Bentham

Nei primi decenni dell’Ottocento si afferma in Inghilterra il gruppo dei filosofi radicali, di cui Jeremy Bentham è uno dei principali esponenti. La sua vasta e poliedrica opera ruota intorno al principio di utilità, inteso come principio sia di spiegazione sia di valutazione dei comportamenti. Bentham fornisce la prima costruzione sistematica dell’utilitarismo come corrente di pensiero orientata alla realizzazione della “massima felicità per il maggior numero”.

John Stuart Mill

Il pensiero di John Stuart Mill prende le mosse dalla reazione ai principi dell’utilitarismo di Bentham. Mill oppone al principio univoco dell’utile il nuovo criterio della “multilateralità” che gli permette di accogliere gli apporti del pensiero romantico e anti-illuministico per l’elaborazione di una nuova teoria politica e sociale. La logica che ne fornisce il metodo e ne assicura una valida fondazione scientifica è costruita sul corretto rapporto tra l’inferenza di nuove verità ricavate dall’osservazione di fatti particolari e la loro legittimazione deduttiva a partire da leggi e principi generali. È questo il terreno neutrale che permette di ricavare, secondo Mill, quei principi intermedi delle scienze morali che costituiscono la base del suo “eclettismo pratico” e della costruzione teorica di una scienza dell’uomo individuale e di una scienza dell’uomo in società.

Tocqueville e il pensiero liberale

Alexis de Tocqueville è un interprete dei processi di modernizzazione sociale, politica e culturale che nei primi decenni dell’Ottocento rivoluzionano le società occidentali, europee e americane. L’irresistibile affermazione della “democrazia”, intesa non come ordinamento politico ma come assetto sociale fondato sull’uguaglianza, è per Tocqueville l’aspetto centrale. Il problema politico che si pone è quello della salvaguardia della libertà in una società nella quale l’uniformità sociale e culturale e la debolezza degli individui di fronte al potere dello stato e dell’“opinione comune” fanno sorgere il rischio di un nuovo tipo di dispotismo

Suggerimenti di lettura

AA.VV., L’età del positivismo, a cura di P. Rossi, il Mulino, Bologna 1986

I. Berlin, Quattro saggi sulla libertà, Feltrinelli, Milano 1989

N. Bobbio, N. Matteucci, G. Pasquino, “Utilitarismo” in Dizionario di politica, UTET, Torino 2004

D. Buzzetti, Felicità e logica. John Stuart Mill e la formazione del carattere, Clueb, Bologna 2000

M. Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1976

M. Gray, Liberalismo, Garzanti, Milano 1989

L. Kolakowski, La filosofia del positivismo, Laterza, Roma-Bari 1974

S. Moravia, Il pensiero degli Idéologues, La Nuova Italia, Firenze 1974

A. Negri, Introduzione a Comte, Laterza, Roma-Bari 2001

M. Ravera, Il tradizionalismo francese, Laterza, Roma-Bari 1990

F. Restaino, J.S.Mill e la cultura filosofica britannica, La Nuova Italia, Firenze 1968