I punti da ricordare Filosofie tra Ottocento e Novecento

Le tradizioni filosofiche dell’Italia unita

In Italia, nell’ambito del processo di unificazione nazionale, le forze cattoliche più avanzate, tra le quali si distinguono Vincenzo Gioberti e Antonio Rosmini, auspicano che il papato si faccia soggetto morale attivo nell’assecondare il Risorgimento. Tra gli idealisti, spicca la proposta di Bertrando Spaventa di agganciare la tradizione nazionale al movimento generale della filosofia moderna con la teoria della “circolazione del pensiero”. Già a partire dagli anni Sessanta, però, si impone la cultura positivistica che, benché scarsamente originale, si dimostra capace di rispondere alle esigenze politico-sociali.

Bolzano, Brentano e la reazione a Kant

A partire dal pensiero di Herbart e Bolzano, si afferma in Austria una tradizione ostile all’idealismo, una linea di pensiero poi proseguita da Brentano che, recuperando il tema dell’intenzionalità nell’analisi della coscienza, si pone come antecedente diretto delle ricerche fenomenologiche. Gli allievi di Brentano (Marty, Meinong, Twardowski e Stumpf) oscillano tra posizioni di tipo psicologistico e una filosofia intesa come analisi concettuale rigorosa, a cui si riconnetteranno il neoempirismo logico e la filosofia analitica.

Dilthey e lo storicismo tedesco

Lo storicismo tedesco, rappresentato dal pensiero di Whilhelm von Humboldt e di Droysen, trova in Wilhelm Dilthey il suo principale esponente. Con Dilthey si compie quella separazione tra scienze della natura e scienze dello spirito che affida a queste ultime il compito di comprendere l’esperienza storica della vita individuale nelle sue relazioni con altre individualità e con il complesso dei fenomeni storico-sociali che caratterizzano ogni epoca.

Peirce e il pragmatismo

Per la vastità della sua opera e la varietà dei suoi interessi Charles Sanders Peirce può essere considerato uno dei più importanti esponenti della filosofia americana. A lui si deve la prima formulazione della dottrina filosofica del pragmatismo, nella quale egli pone la propria teoria del significato come regola per l’azione e come insieme dei suoi effetti pratici; a Peirce inoltre va ricondotta la fondazione della semiotica logica e cognitiva.

James e la filosofia americana nell’Ottocento

William James, “primo pensatore americano con una reputazione europea”, è l’autore di un classico della psicologia, i Principi di psicologia, nel quale i risultati delle prime ricerche sperimentali convivono con acute analisi introspettive; come filosofo, è capofila, assieme a Peirce, di un movimento di risonanza mondiale quale il pragmatismo, ma se ne differenzia per il tono metafisico e la venatura spiritualista.

La reazione al positivismo: lo spiritualismo

Nella seconda metà dell’Ottocento in Francia la reazione al positivismo si esprime in una nuova forma di spiritualismo che rivendica l’irriducibilità della coscienza e della vita alle rappresentazioni proposte dalla scienza. La via per accedere alla realtà assoluta diventa la coscienza, e la scienza viene ritenuta una forma di conoscenza non autentica della realtà. La rivalutazione di valori etici, estetici e religiosi sottratti alle leggi deterministe della scienza avrà risonanza nella filosofia del Novecento.

Henri Bergson

Riprendendo le critiche al positivismo avviate dagli spiritualisti nell’ambito della psicologia, Henri Bergson si concentra sull’idea di tempo, mostrando come la concezione quantitativa offerta dalla scienza non colga la dimensione qualitativa che gli è propria, ovvero la durata, il fluire vivente e ininterrotto esperito dalla coscienza. Egli tenta di superare il dualismo che discende dalla contrapposizione tra spazio e tempo, materia e memoria, intelligenza e intuizione, individuando nel flusso creativo dello slancio vitale la matrice comune della realtà.

Verità e convenzione

Tra la seconda metà e la fine del XIX secolo una nuova fase attraversa la fisica e, con essa, l’epistemologia scientifica. Filosofi e scienziati fanno emergere il carattere convenzionale della scienza, mettendone in crisi la portata “veritativa” – cioè la capacità di cogliere la reale struttura del mondo. Concetti come quello di esperienza, sostanza, legge e lo statuto stesso della scienza vengono ripensati alla luce non solo di speculazioni teoriche, ma soprattutto di ricerche specifiche nell’ambito delle scienze.

Suggerimenti di lettura

A. Civita, La filosofia del vissuto: Brentano, James, Dilthey, Bergson, Husserl, Unicopli, Milano 1982

U. Eco e T.A. Sebeok, a cura di, Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Peirce, Milano, Bompiani 2004

S. Gozzano, Storia e teorie dell’intenzionalità, Laterza, Roma-Bari 1998

P. Guarnieri, Introduzione a James, Laterza, Roma-Bari 1985

A. Pessina, Introduzione a Bergson, Laterza, Roma-Bari 2010

G. Proni, Introduzione a Peirce, Bompiani, Milano 1990

C. Marmo, Storia della semiotica, Bup, Bologna 2014

S. Nannini, L’anima e il corpo. Un’introduzione storica alla filosofia della mente, Laterza, Roma-Bari 2002

P. Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, Edizioni di Comunità, Einaudi, Torino 1994

F. Tessitore, Introduzione allo storicismo, Laterza, Roma-Bari 1991