Glossario

Analitico e Sintetico
Distinzione di origine kantiana particolarmente influente nell’ambito della filosofia analitica. Con essa si indicano, da un lato, i giudizi validi a priori in virtù del loro significato linguistico (giudizi analitici) e, dall’altro, le asserzioni certificabili in base al confronto diretto con l’esperienza (giudizi sintetici). Giudizi analitici e giudizi sintetici, nel loro insieme, esaurirebbero l’ambito delle possibilità cognitive del linguaggio. La distinzione sarà severamente criticata da Quine.
Archetipi
In Jung, le tendenze primordiali e innate che danno forma ai simboli dell’inconscio collettivo, quali sono quelli rintracciabili nei miti, nelle leggende e nelle tradizioni religiose dell’umanità.
Asse della selezione e asse della combinazione
Nello strutturalismo si intende con “asse della selezione” la scelta di fonemi e morfemi all'interno di un paradigma, e con “asse della combinazione” la loro disposizione in un sintagma dotato di senso.
Atto puro
Concetto proprio della tradizione aristotelica, esso viene reinterpretato in chiave idealistica e immanentista da Giovanni Gentile. Esso costituisce l’atto del pensiero attraverso il quale esso si coglie non in quanto contenuto ma in quanto “pensiero di pensiero”, come dice Aristotele, o “pensiero pensante”. Nell’atto di pensare, l’io, inteso come spirito puro, non pone soltanto se stesso ma l’intera realtà, che gli è immanente e si risolve in un suo atto di pensiero.
Chiacchiera
In Essere e tempo l’esistenza inautentica è quella che si perde nella dimensione anonima e impersonale del “si dice” e del “si pensa”, propria della quotidianità, e che Heidegger definisce come dimensione della “chiacchiera”. L’esistenza autentica, invece, è quella che, attraverso l’angoscia, accoglie l’essere-per-la morte come la possibilità più propria dell’uomo e in questo modo mette tra parentesi tutte le possibilità che gli si aprono, mostrandone i limiti e la parzialità.
Circolo ermeneutico
Teoria proposta da Heidegger e sviluppata in seguito da Gadamer, secondo la quale ogni processo ermeneutico risulta possibile solo grazie a una comunanza preliminare tra interprete ed interpretato. Essa rende accessibile il testo da decodificare creando attorno a esso un orizzonte d’attesa, fatto di pregiudizi e aspettative, che l’interpretazione vera e propria mette alla prova.
Complesso di Edipo
Attaccamento di natura libidica per il genitore del sesso opposto che si accompagna a un atteggiamento ambivalente, di identificazione e di rivalità, per quello dello stesso sesso. Tale dinamica condiziona sensibilmente, secondo Freud, lo sviluppo della personalità adulta.
Costruzionismo
In generale, la famiglia di posizioni epistemologiche che considera gli oggetti della conoscenza come frutto dell’attività di costruzione operata dalle strutture cognitive della mente umana. Si contano costruzionismi di vario tipo, a seconda della classe di oggetti a cui la tesi si applica (gli oggetti matematici, le proprietà etiche ed estetiche o, nelle forme più radicali, l’intera realtà).
Decostruzionismo
Il termine, adottato da Derrida sulla scia della Destruktion heideggeriana, indica un lavoro di decostruzione della storia della metafisica per metterne in luce concetti che una lunga tradizione ha reso inerti e che si tratta di restituire al loro significato autentico. La decostruzione vuole essere più che una semplice sostituzione di valori e opera per riportare alla luce la relazionalità propria di ogni concetto o valore, che non può esistere senza l'altro e che quindi ne dipende.
Denotazione
La capacità di nomi e altre espressioni linguistiche di riferirsi a oggetti di diverso tipo. Russell, in particolare, ha individuato due classi di espressioni denotative: i nomi e le descrizioni.
Dialettica dei distinti
Lo spirito (sinonimo di mondo storico culturale) è in Croce un’unità che tuttavia si distingue in momenti autonomi – arte, filosofia, economia ed etica – tra cui, a differenza della visione hegeliana, non sussistono opposizioni ma appunto solo distinzioni che corrispondono ai diversi livelli della realtà. L’opposizione c’è invece all’interno di ognuno dei momenti suddetti, per cui la conoscenza filosofica si oppone all’errore, l’azione giusta a quella moralmente biasimevole, la vera arte a ciò che arte non è.
Dialettica dell’Illuminismo
In Horkheimer e Adorno, il termine indica la dialettica interna al concetto di illuminismo, inteso non come movimento storico, ma come atteggiamento razionalista, borghese, tipico della civiltà occidentale. Il progetto di controllo sulla natura, di cui lo sviluppo scientifico e tecnologico è il riflesso, tende inevitabilmente a trasformarsi in una logica di dominio e ad alimentare la forza autodistruttiva dell’uomo sull’uomo.
Différance
Termine coniato da Derrida mediante una “violenza grafica” sulla parola differénce (che invece di essere scritta con la “e” è scritta con la “a”). In francese la variazione non è avvertita a livello fonetico, il che serve a segnalare l’azione silenziosa esercitata in genere dalla scrittura, attraverso mutamenti non percepibili e neppure concettualizzabili, che rimandano a un ordine altro rispetto a quello che Derrida definisce “logocentrico”.
Eidos
Insieme di tratti che caratterizzano l’oggetto di coscienza e che permangono invariabili nelle diverse forme di intenzionalità in cui tale oggetto può presentarsi (ovvero nella percezione, nel ricordo, nell’immaginazione o categorizzato in forma linguistica).
Engagement
L’impegno, inteso come scelta fondamentale chiamata a dirigere la condotta. Se, per Heidegger, ogni chiarimento sulle determinazioni dell’esistenza è di per sé un impegno, nell’esistenzialismo francese, in particolar modo nell’opera di Sartre, il significato del termine si restringe a indicare la dimensione civile e politica del lavoro filosofico e intellettuale.
Episteme
Il termine indica per Foucault le categorie di carattere generale all'interno delle quali vengono formati i concetti fondamentali delle diverse scienze.
Epoché
Atteggiamento tipico del metodo fenomenologico con il quale si intende “sospendere” o “mettere tra parentesi” il flusso dei vissuti – di qualsiasi tipo essi siano essi siano – della vita quotidiana, per cogliere attraverso l’intuizione eidetica la loro forma invariabile o eidos.
Eros e Thanatos
I due tipi di pulsione distinti da Freud. All’istinto vitale, cioè a una forza di natura specificamente sessuale indirizzata al soddisfacimento delle pulsioni libidiche (Eros), Freud affianca una forza di segno contrario, autodistruttiva e responsabile degli atteggiamenti aggressivi (Thanatos, istinto di morte).
Es/Io/Super Io
Nella seconda topica messa a punto da Freud, le tre “provincie” in cui si articola la struttura della psiche. La più antica, l’Es, è l’inconscio, la parte oscura e pulsionale che esprime le richieste del corpo alla vita psichica e che obbedisce al principio del piacere. L’Io è, invece, la coscienza che intrattiene i rapporti con il mondo esterno lasciandosi guidare dal principio di realtà. La terza istanza, il Super Io, è ciò che comunemente si indica col nome di coscienza morale, l’interiorizzazione dei divieti dell’autorità parentale che predispongono all’accettazione di regole e stili di vita socialmente condivisi, e che continuano ad esercitare un’influenza sulla personalità dell’adulto.
Esperienza
Nel lessico di Dewey, con “esperienza” non si intende il dato bruto – le sensazioni pure e immediate degli empiristi – da cui prende avvio il processo conoscitivo, ma questo stesso processo e, in genere, il campo di ogni ricerca possibile. Essa è concepita come progetto razionale per lo sviluppo di condotte funzionali a fronteggiare con successo l’ambiente circostante.
Essenze
Indicate da Husserl anche con il termine greco éidos, le essenze o “forme eidetiche” costituiscono gli oggetti dell’indagine fenomenologica e ciò che rimane dopo la riduzione operata dall’epoché.
Esser gettato
È quello stato d’animo o tonalità emotiva fondamentale con cui l’esserci si avverte come assegnato al mondo e da esso dipendente, con cui cioè si sente “situato” insieme agli altri enti, senza alcuna provenienza e finalità. È un altro modo per definire la “fatticità” propria dell’esserci, cioè la sua finitezza.
Esserci (Dasein)
L’essere proprio dell’uomo in quanto distinto dagli enti, cioè dalle cose. Sue caratteristiche sono l’essere in rapporto col mondo, oltre che in modo teoretico, soprattutto attraverso una modalità pratica che consiste nel “prendersi cura” degli oggetti e, più in generale, nella comprensione dell’essere. L’essere dell’esserci è l’esistenza intesa come ex-sistere; essa è appunto uno “stare fuori” come apertura alla possibilità di se stessa, per cui l’esserci, più che un essere statico, va inteso come un “avere-da-essere”.
Essere per la morte
Heidegger intende l’“essere-per-la-morte” come una caratteristica fondamentale dell’esserci, che proprio in quanto esiste “precorre” la morte, non per realizzarla ma per mantenerla come la possibilità più propria in quanto mai realizzabile. Assumendo con una decisione l’essere-per-la-morte, l’esserci si apre alla propria essenza come trascendimento continuo delle sue possibilità particolari.
Essere-nel-mondo
Con “essere-nel-mondo” Heidegger intende l’originaria coappartenenza tra l’uomo e il mondo. Il mondo non preesiste all’esistenza umana né quest’ultima si costituisce indipendentemente dal mondo, al quale poi si aggiungerebbe: l’esserci è già costitutivamente apertura al mondo.
Fallibilismo
Termine coniato da Peirce per indicare l’atteggiamento dello scienziato che mette in conto la possibilità dell’errore a ogni istante della ricerca e, dunque, è sempre disposto a rivedere e correggere i propri risultati.
Forma simbolica
In Cassirer, il termine indica la manifestazione dell’attività dello spirito; esso si esprime tramite simboli con i quali giunge a costituire i propri oggetti di esperienza e di conoscenza. Forme simboliche sono tutte le produzioni culturali che attestano l’energia formatrice dello spirito, quali, ad esempio, il linguaggio, l’arte, il mito, la scienza, l’etica. La tendenza a creare simboli è considerata una caratteristica essenziale dell’essere umano, definito da Cassirer “animale simbolico”.
Gioco linguistico
Specifico contesto linguistico all’interno del quale una parola è usata e da cui può esclusivamente emergere il suo reale significato. Il concetto di gioco linguistico rimanda a una dimensione sociale del linguaggio e, attraverso il concetto di regola, alla sua dimensione non privata o puramente psicologica bensì intersoggettiva.
Inconscio
Nella struttura freudiana della psiche, il termine definisce una delle tre regioni insieme a conscio e preconscio. L'inconscio costituisce il luogo degli impulsi irrazionali, dei desideri rimossi e delle pulsioni inconsapevoli; esso è il vero motore della vita affettiva e il luogo delle pulsioni e dei desideri più intensi.
Inconscio collettivo
Nella psicologia analitica di Jung, all’inconscio personale indagato da Freud si affianca quello collettivo, inteso come il patrimonio psichico comune alla specie umana ed ereditato da ogni singolo individuo.
Intenzionalità
Secondo la fenomenologia di Husserl, l’intenzionalità è la caratteristica tipica della coscienza, che è sempre coscienza-di-qualcosa, cioè di un oggetto mentale (non un oggetto reale) che può essere intenzionato in diverse forme (percezione, ricordo, immaginazione).
Modernismo
Corrente di pensiero cattolico, sviluppatasi alla fine del XIX secolo, nell’intento di far dialogare il cristianesimo e il pensiero contemporaneo. All’applicazione del metodo critico-filologico nella lettura dei testi sacri il modernismo affianca un progetto di rinnovamento più radicale del magistero della Chiesa, fortemente osteggiato dagli ambienti più tradizionalisti. Il movimento sarà infatti condannato da Pio X con l’enciclica Pascendi dominici grigis del 1907.
Mondo-della-vita
Per Husserl il termine indica il mondo dell’immediatezza intuitiva, dei rapporti intersoggettivi e di una prassi quotidiana fatta di gesti, azioni, motivazioni e abitudini.
Noesi/noema
A partire dalla definizione di intenzionalità, l’atto intenzionale da parte del soggetto è la noesi, mentre il lato oggettivo (il ricordato, il percepito ecc.) è il noema.
Olismo
Principio per il quale un organismo, biologico o sociale, è qualcosa di più della somma delle sue parti.
Ontologie regionali
Con questo termine Husserl indica le caratteristiche strutturali di diversi ambiti (regioni) della realtà (di quella materiale, biologica, psichica, spirituale) e quindi dei modi con cui gli oggetti di queste regioni vengono conosciuti.
Persona
L’io concreto, nella sua dimensione corporea, esistenziale e relazionale, contrapposto alle concezioni della soggettività che, insistendo sull’aspetto autoriflessivo e razionale, trasformano quest’ultima in una realtà impersonale. Sulla nozione morale di persona come valore assoluto fanno perno le filosofie di matrice spiritualista e, in particolar modo, la corrente inaugurata da Mounier che prende il nome di “personalismo”.
Possibilità
In Heidegger, l'esserci è costitutivamente proiettato verso le proprie possibilità future. La possibilità rappresenta dunque ciò che l'esserci “ha da essere”.
Postmoderno
Il termine, sorto nel contesto della critica letteraria, è entrato nel lessico filosofico nel 1979 con la pubblicazione del libro di Lyotard, La condizione postmoderna. Sebbene sia difficile individuare un nucleo teorico comune alle diverse posizioni a cui il termine si applica, esse si rivelano convergenti nel decretare la fine della modernità, identificata con le “grandi narrazioni” dell’Illuminismo, dell’idealismo e del marxismo, con il gusto per le visioni omnicomprensive e con la fiducia nella ragione. Tale rinuncia a ogni ambizione sistematica si accompagna alla valorizzazione di categorie come la molteplicità, la pluralità, la differenza.
Pragmatismo
Tradizione di pensiero nata negli Stati Uniti a fine Ottocento. Pur non avendo un significato univoco e applicandosi a teorie molto diverse tra loro, il termine allude alla tendenza comune a valorizzare il nesso tra conoscenza e azione, mostrando come il luogo da cui muove l’elaborazione teorica e su cui torna a misurarsi il suo successo è inevitabilmente l’ambito della vita pratica.
Principio speranza
In Bloch, la forza universale esistente sia nell’uomo sia nella natura e che imprime una direzione al presente proiettandolo verso il futuro. Il principio trova la sua base in un’ontologia del “non ancora essere”, nella quale il “non ancora conscio” e il “non ancora reale” sono assunti a dimensioni fondamentali dell’essere e del pensiero, e la realtà autentica è costituita dal futuro.
Protensione
Proiesione in avanti della coscienza verso i successivi passaggi della percezione, secondo criteri di coerenza con le percezioni precedenti.
Riduzionismo
La riduzione è l’opzione metodologica che prescrive di ricondurre la spiegazione di fenomeni di ordine superiore a fenomeni di livello più fondamentale, una volta stabilita la loro identità: ad esempio, spiegare la coscienza in termini di neurobiologia, posto che mente e cervello siano identici. La tendenza ad adottare tale metodo nei diversi settori della riflessione contemporanea prende il nome di riduzionismo.
Riferimento
La relazione che lega le parole alle cose e, al tempo stesso, l’oggetto designato da un’espressione linguistica.
Rimozione
Nella teoria psicoanalitica, il procedimento inconsapevole con il quale il soggetto colloca nell’inconscio ricordi e rappresentazioni non tollerabili per la coscienza.
Ritenzione
Per Husserl, il termine indica quel meccanismo che conserva i passaggi precedenti della percezione (ad esempio le note di una melodia) per garantire, insieme a quelli presenti e alla protenzione verso quelli successivi, l'apprensione complessiva di un fenomeno nella coscienza interna del tempo.
Scienze dello spirito
Dilthey raggruppa sotto questa etichetta i saperi che mirano alla conoscenza dell’essere umano e delle formazioni storiche e culturali prodotte dalla sua vita spirituale, in quanto contrapposti, per oggetto e per metodo, a quelli che hanno per finalità la conoscenza della realtà esterna, le cosiddette scienze della natura. Ripresa e declinata in vario modo, la classificazione avrà ampia circolazione negli ambienti dello storicismo tedesco, del neoidealismo e del pensiero neokantiano.
Significato come uso
Concezione abbozzata da Wittgenstein nelle Ricerche filosofiche. In contrapposizione a quanto espresso nel Tractatus logico-philosophicus, il significato di una parola viene identificato non più nel rapporto con l’oggetto ma appunto nel suo uso all’interno del contesto di proposizioni dotate di senso.
Sinn/Bedeutung
Nella terminologia fissata da Frege, le due componenti del significato di un termine o di un’espressione linguistica. Il Sinn (senso o intensione) è il modo in cui un segno linguistico presenta alla mente l’oggetto a cui si riferisce, la Bedeutung (significato o estensione) è ciò che il Sinn consente di identificare.
Spirito
Nel quadro dello spiritualismo francese, l’esprit (al contempo spiritus e mens, nella duplice accezione psicologica e metafisica) è in primo luogo uno spirito incarnato, un essere umano dotato di un corpo e di una coscienza. Attraverso l’analisi interiore, la coscienza riconosce in se stessa il luogo in cui si dispiega una realtà spirituale che promana da Dio, che essa non esaurisce ma di cui si scopre parte.
Storicismo assoluto
Concezione secondo la quale tutto il reale è spirito e lo spirito è storia. La conoscenza storica è allora sintesi a priori tra un livello universale, espresso dai corrispondenti concetti filosofici utilizzati nell’analisi dei fatti storici, e la rappresentazione di un evento individuale. L’universale, di cui tratta la logica, è dunque sempre l’universale concreto, tutt’uno con lo spirito nel suo svolgimento storico e, per questo motivo, la conoscenza storica è l’unica conoscenza a cui è possibile attribuire una forma di validità teoretica. Questa visione porta necessariamente a un’equivalenza tra filosofia, storia della filosofia e metodologia della storia.
Strutturalismo
Il termine definisce una corrente di pensiero, diffusasi attorno alla metà del secolo scorso, che abbraccia linguistica, antropologia strutturale, psicoanalisi, arte, letteratura, filosofia. Essa pone al centro delle proprie ricerche il concetto di struttura, inteso come un tutto formato da elementi solidali, tale che ciascuno dipende dagli altri e non può essere definito se non in base alle relazioni che intrattiene con tutti gli altri.
Teoria raffigurativa del linguaggio
Concezione sviluppata da Wittgenstein nel Tractatus logico-philosophicus, la quale – a partire dal presupposto che il mondo è fatto di oggetti semplici e gli stati di cose sono combinazioni di questi oggetti semplici – pone una perfetta corrispondenza tra linguaggio e realtà. Agli oggetti semplici corrispondono le singole parole/termini e alla combinazione di oggetti semplici, cioè agli stati di cose, corrispondono le proposizioni. Le proposizioni sensate sono allora effettivamente considerabili come immagini dei fatti.