AGGIUNTE E INTEGRAZIONI

p. 203, r. 17. Leggi: 2,18-19 e 3,16-17.

p. 208, r. 27. Vedi anche Francesco Vettori, Sommario della storia d’Italia, p. 145 (ed. Niccolini).

p. 250, r. 38. Ricorda anche Orazio Carm. II, 15,13-14: «privatus illis census erat brevis,/ commune magnum» (riferito ai primi Romani).

p. 261, r. 15. Ma resta da chiarire tutto il problema dell’accesso di M. agli Excerpta antiqua polibiani.

p. 262, r. 7. Vedo, ora, che l’identificazione con Ferdinando di Napoli è proposta da C. Vivanti, nelle sue annotazioni ai Discorsi, Torino 1983,- uscito quando il presente lavoro era già pronto per la stampa. Per altre osservazioni sul volume del Vivanti, mi permetto di rinviare a una recensione sulla «Cultura» del 1985, pp. 246-250.

p. 286, r. 29. Leggi: i limiti, in effetti, vennero fissati solo nel 180 a.C., con la Lex Villia Annalis (cfr. Livio 40,44; Cicerone de leg. 3,9 [menzionato dal Guicciardini, nelle Considerazioni]; Tacito Ann, 11,22). Su tutta la materia, De Sanctis IV, 1, 510.

p. 387, r. 8. (Vedi già Bernardo Rucellai, De Urbe Roma, prefazione).

p. 390, r. 30. Leggi: 33. quanto possa: probabilmente da restituire in quanto possé, “quanto abbia contato” «più la virtù che la fortuna loro».

p. 412, r. 24. Tamiri è la forma dantesca (Purg. 12,56).

p. 429, r. 15. Vedi anche Vegezio 2, 1: «intellegitur magis reipublicae necessarios pedites, qui possunt ubique erodesse…».

p. 431, r. 4. La viltà delle truppe guascone aveva causato il fallimento dell’assalto a Pisa nel luglio 1500 (vedi 1.38.13 sgg.).

p. 432, r. 7. Leggi: del copista, per salto du même au même: «ruppe cento cinquantamila <fanti e cinquantamila> cavagli».

p. 592, r. 30. - L’episodio ispirò all’Ariosto un’Egloga dramm. e poi due ottave del Furioso (3, 61-62). Vedi, per ogni altra notizia, R. Bacchelli, La congiura di don Giulio d’Este, Milano 19582.

p. 605, r. 31. Cfr. prima di tutto il discorso di Aristide, in Plutarco Them. 16.

p. 612, r. 22. Cfr. anche questa considerazione di B. Buonaccorsi, Impresa per espugnare la città di Pisa: «Conobbesi per la partita di Giovan Battista quanto un uomo si affatichi più quando la gloria torna in lui solo, che quando e’ la debbe participare con gli altri».

p. 619, r. 24. E ricorda, del medesimo, Pomp. 14 (Pompeo «invitò Silla a riflettere come sia più numerosa la gente che adora il sole nascente, anziché quello che tramonta, e come la sua forza crescesse, mentre quella di Silla scemava»).

p. 646, r. 10. Vedi piuttosto de fato 2,7, iv, (37) sgg. - anche per altri spunti.