Del cacciucco le code
Alberto Mario DeLogu
Sul pelo liscio di questa landa
non ci sono ferite di ballasola
né visi muconosi d’orfani
né lai di condannati.
Non ci sono domande irrisposte
né torme d’umani sloggiati
né tafani sulle labbra dei moribondi.
Non ci sono amori funamboli
né secreti sparsi.
In questo gigaborgo
non ci sono vicoli né passanti,
ma rue avenide corsi e bulevardi
ed umani stridenti, correnti,
guidanti, apparcanti carri
già ben armati e loccati.
Qui non c’è l’orgoglio barbaro
di chi bilancia la rasoia,
ma basamenti saloni e gazebi
dietro peristili palladiani
e cortine di bricchi bianchi.
Qui del castro rimane il cardo,
di cespi erbe colori e fiori
restano diritti fili verdolastri,
d’urla clamori e richiami
restano flebili sussurrati sibili.
Qui del difficile rimane il facile,
dei boschi la legna,
del cacciucco le code,
del molto il poco,
del tutto l’uno.