La giacca1
Delia De Santis
(Traduzione di Gabriella Iacobucci, con una premessa della traduttrice)
WRITING OUR WAY HOME, LETTERALMENTE “scrivere il nostro ritorno.” Ma il titolo della Conferenza di Atri è sapientemente vago, suggerisce le più svariate interpretazioni, fa volare la fantasia. Sarà per questo che mi viene in mente un romantico “scrivere per tornare.” Ma poi vado oltre, e allontanandomi dal significato originale delle parole mi sposto dal terreno della scrittura a quello della traduzione, un terreno che mi è congeniale. Allora ecco “tornare attraverso la lingua che parlavamo a casa,” o “tornare a casa attraverso la lingua che parlavamo” ...
L’italiano è la lingua che Delia parlava da ragazzina, prima di partire per il Canada. Ora non lo usa più, ma non lo ha dimenticato. Questa traduzione è il mio piccolo contributo al significato ideale della Conferenza e al legame che mi unisce agli amici scrittori italo canadesi. Infine, è un omaggio a Delia e alla lingua della sua infanzia.
* * *
“Quanto?” chiede lui, tastando con le dita la pelle, la spalla, il polsino. “È nuova. Nuova di zecca,” dice lei.
“Va bene, ma quanto costa? Avrà un prezzo, no?”
“ Ma perché ti arrabbi? E poi perché sei venuto così presto? La ven dita comincia alle otto. Non sono ancora pronta.” “Quanto costa? Quanto cazzo costa?”
“Qua sono a casa mia. Tu non hai il diritto di parlare in questo modo a casa mia.”
“Diritto, che ne sai tu di diritti. Chiedi a mia madre, lei ne sa qualcosa.”
“Non so di che vai parlando,” borbotta lei. “Se vuoi quella maledetta giacca, ecco, prendi. Apparteneva a una persona speciale. Non voglio più tenerla nel mio armadio. I ricordi tengono incatenate le persone. Ma che ne sai tu? Sei troppo giovane. Quanti anni hai...diciassette, diciotto?”
Il ragazzo tocca la giacca, ma non accenna a prenderla. “I ricordi, è questo che valgono per te ... i dieci quindici dollari che puoi ricavare da qualcosa che lui portava addosso?”
“Senti,” dice la donna. “Vai ... vattene. Io devo mettere fuori le altre scatole. Adesso non ho tempo.”
“Sì, il tempo, quando aspetti non passa mai. Lei ha sempre aspettato. Lui viaggiava per lavoro, e lei si fidava. Poi un giorno lui ha incontrato un’altra donna, e non è più tornato a casa.”
“Senti, non so dove vuoi arrivare. Non sono cose che mi riguardano.”
“Lui non te l’ha detto? Oh, no...e immagino che non l’hai mai chiesto...L’età dei figli...o quanti anni aveva il piccolo...non dico sua moglie.”
“Non lo so chi sei...ma adesso prendi quella roba e vattene. E non tornare più!”
“Non lasciò un indirizzo, o qualche soldo per i figli...solo un biglietto.”
Rabbiosamente, lei si asciuga gli occhi, si allontana.
“Mia madre non sa nemmeno che è già morto. Lo capisci questo?”
Lei si volta di scatto a guardarlo.
“Ma tu lo sai ... e allora perché non glielo dici?”
“E tu che ne puoi sapere che significa perdere anche la speranza?”
La donna gli strappa la giacca di mano e la rimette sulla gruccia. “Se può farti piacere, lui teneva la tua foto nel portafoglio. Adesso so che sei tu. Un ragazzo, il minore.”
“Già, un ragazzo.”
“Posso andare a cercarla. È ancora da qualche parte nell’armadio.”
Comincia ad avviarsi verso la casa.
“Quanto vale?” dice lui, abbastanza forte per seguirla con la voce. “È per questo che non ci hai messo il prezzo, perché non lo sai, è così?” Ma lei non si ferma. Entra e sbatte la porta dietro di sé.
Rimasto lì impalato, stringe a pugno la mano destra e colpisce con forza il palmo dell’altra mano. Poi, dopo un minuto, si decide a tornare alla macchina. Non c’è più niente che possa essere fatto. Ha speso i risparmi di due anni del suo magro salario per trovare suo padre...solo per sentirsi dire che era morto quattro mesi prima. L’investigatore privato aveva detto: “Mi dispiace, ragazzo, questa non ci voleva ... Ma la donna con cui viveva ha organizzato una vendita di roba usata ... forse può interessarti.”
Mark guida lentamente fino alla fine della strada, una strada senza via d’uscita. Arrivato in fondo, gira. Ancora più lentamente ripassa davanti alla casa della donna. Dev’essere tornata indietro a prendere la giacca. Sta camminando verso la casa tenendola in mano.
Non la venderà più, se la terrà, ora ne è certo.
Era il modo in cui la teneva, stringendola a sé, che lo sorprese, quasi lo commosse. La rabbia che aveva dentro minacciava di dissolversi. Quella donna certo gli aveva voluto bene, a suo padre.
Continua a guidare. Ma dopo un po’ è costretto ad accostarsi al lato della strada. Singhiozza. È tutto così inaspettato. Perché sto facendo così, pensa. Lui ci ha abbandonati...e allora perché sto piangendo come un bambino...? Mark però conosce la risposta. In fondo al cuore sa. Pensa alla giacca di pelle ... alla donna. Non vedrà suo padre mai più. Mai più.
Ci vuole un po’, ma poi i singhiozzi si placano. Si strofina la faccia con le mani. Gli occhi ora sono asciutti, ma il nodo dentro la gola fa male. Un dolore lancinante. E non sa come liberarsene.