Il mio corpo è convinto

Versailles, appartamenti di madama la marchesa, 1763

«Amica cara, un figlio, dite?»

«Sì».

«Un piccolo Saint-Germain?»

«O una piccola Pompadour» sorrise la marchesa.

«Ne siete certa?»

«Assolutamente».

«Ma della paternità, intendo, siete certa che non sarà l’ennesimo bastardo del nostro beneamato?»

«Una donna sa bene cosa capita al proprio ventre. I miei rapporti carnali con sua maestà sono ripresi solo recentemente, per l’esattezza da quando ho deciso di intercedere per voi in favore della nostra causa, amico caro, e in quel momento ero già gravida di voi».

«Cosa intendete fare?»

«Dovrò riparare in un convento fino al momento del parto. Ho già apparecchiato tutto, certe monache di mia assoluta fiducia accoglieranno la povera peccatrice, e l’assisteranno».

«Perché parlate in terza persona?»

«Perché le monache non sanno che sarà la stessa marchesa di Pompadour a partorire, gli accordi sono stati presi da una mia inviata…»

«Spero non si tratti di quella Marie che voi sospettate essere la delatrice di Tintenfisch!» gridò Rocco, accendendosi in volto.

«Oh no, amico caro, per questo genere di affari mi rivolgo solo a dame di alto lignaggio e provata fiducia, tranquillizzatevi».

«La situazione è delicatissima, marchesa. Se il tedesco venisse a conoscenza di una potenziale prole Saint-Germain il neonato… che dico? La stessa madre, voi! Sareste in pericolo di vita, lo capite questo?»

«Lo capisco. Infatti mi recherò in convento sotto mentite spoglie, ma voglio che voi sappiate, voglio che voi vediate il bambino quando nascerà, che ne verifichiate la salute e lo accompagniate voi stesso presso la famiglia che se ne occuperà. Ho già trovato la balia, si chiama Anne, è una giovane contadina in salute e, se tutto andrà bene, amico caro, presto avremo un piccolo tesoro, un piccolo adorabile frutto del nostro piacere…»

«Amore, marchesa, frutto del nostro amore e soprattutto della nostra amicizia, che è più dell’amore e meno del piacere».

«Sempre a filosofeggiare, conte».

«Ma voi, come vi sentite?»

«Felice e ottimamente predisposta, ho già avuto gravidanze difficili, ho perso due figli di Luigi e non li rimpiango, ma in questo caso il mio corpo è convinto, e in perfetta armonia con la mia anima».

«Amica cara».

Il conte di Saint-Germain afferrò la mano di Jeanne Antoinette e la baciò.

«Voi avete figli, conte?»

«Sì, credo…»

«Siate più preciso, di grazia».

«Ne ho più di uno e tutti con donne già maritate, quindi padri riconosciuti sono i cornuti. Uno solo è ufficialmente mio, un caso di giovanile imprudenza con una religiosa turbolenta che dopo il parto è stata allontanata dal convento e ora vive a mie spese a Parigi, il ragazzo è molto a modo, educato, versato nella musica e nelle lettere, lo vedo spesso, e non gli faccio mancare nulla. Ma avete già pensato al nome?»

«Se maschio lascio a voi la scelta, se femmina amerei chiamarla Fedora, è un nome di vostro gradimento?»