The Werewolf of Averoigne [THE LOUP-GAROU] (Sinossi)

 

An anchorite, suspected of sorcery, in the forest of Averoigne, who keeps a pack of savage dogs, of which he is inordinately fond. Several of these dogs are killed by the local peasantry and nobility; and, in revenge, the anchorite turns himself into a werewolf and attacks the slayers of his dogs. The anchorite-werewolf, cornered one night by a well-organized hunting-party, is driven back toward his hut, and is there slain by his own dogs, who recognize him only as a wolf.

 

Il lupo mannaro di Averoigne  [IL LOUP-GAROU] (Sinossi traduzione)

 

Un anacoreta, sospettato di stregoneria, nella foresta di Averoigne, mantiene un branco di cani selvaggi, di cui è eccessivamente affezionato. Molti di questi cani vengono uccisi dai contadini locali e dalla nobiltà; e, per vendetta, l'anacoreta si trasforma in un lupo mannaro e attacca gli uccisori dei suoi cani. L'anacoreta-lupo mannaro, messo con le spalle al muro una notte da un gruppo di cacciatori ben organizzato, viene spinto indietro verso la sua capanna, ed è lì ucciso dai suoi stessi cani, che lo riconoscono solo come un lupo.

 

The Oracle of Sadoqua (Sinossi)

Horatius, a Roman officer stationed in the recently-conquered province of Averonia, searches vainly for his missing comrade, Galbius, of whom there is apparently neither trace nor rumor among the natives. Horatius, in desperation, finally seeks an oracle of the pagan Druids-the ((fearsome)) baleful oracle of the dread god Sadoqua, who is believed to slumber eternally underground in a cavern amid the deep forests of Averonia. He finds the place, accompanied by several soldiers, and is ((bidden)) taken by the dark, repulsive Druids to ((enter)) the cave of the oracle ((alone)). In a grotto rifted from above and beneath, where The outer light falls dismally into half[?] dissipated shadows, he finds a strange, hairy, swarthy, half-human being, chained beside ((the fetid, reeking)) a chasm whence dire, fetid vapours reek. this being ((replies)) speaks in half-articulate Latin ,and gives a cryptic answer to his queries concerning the fate of Galbius. Horatius is strangely disturbed by something in the voice; and as the half-sifted sunlight falls briefly on the weird oracle, he fancies in this being a far-off. distorted, impossible resemblance to the lost Galbius. The creature, however, denies that it is Galbius; and Horatius departs with his men, more sorely perplexed and baffled than before.

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Leaving, he encounters a lovely pagan girl, who  dwells in the vicinity of the cavern. There is an instant attraction between the two; and Horatius returns later, alone, to resume her acquaintance. Love grows between them and the girl tells him, reluctantly, something of the true secrets of. The oracle's cavern, and admits that the ((oracl)) present oracle is indeed the lost Galbius, who was abducted by the Druids and chained beside the chasm. The vapors rising from the chasm had speedily caused him to forget all his normal memories and had brought about a degradation into subhuman forna. In this connection, he had become a proper medium for the inspiration of the slumbering god Sadoqua, who knows all things; and could give such answers to queries as The god dictated. Many others had been the oracles of the god. The chasmemitted vapors were believed to be his actual breath; and their effect was so terrible that few mortals could endure them long without dying or at least becoming so embruted that they were no longer capable of human speech and were useless as intermediates. Learning this, ((Galbius)) Horatius in his wrath again enters the secret cave, and finds Galbius has turned to an almost formless mass of dark, hairy plasm, which utters wordless sounds. In his horror, he tries to slay the thing. The Druids enter and seize him as he plunges his sword into the transformed Galbius. He is knocked unconscious. Later reviving, he finds himself chained beside the baleful chasm, inhaling the fumes that cause him to forget his human past in a mad, primordial delirium.

 

 

L'oracolo di Sadoqua (Sinossi traduzione)

 

Orazio, un ufficiale Romano di stanza nella provincia conquistata di recente  di Averonia, cerca invano il suo camerata scomparso, Galbius, del quale non vi è apparentemente né traccia né notizia tra gli indigeni. Orazio, in preda alla disperazione, alla fine chiede un oracolo ai Druidi pagani  Il ((temibili)) infausto oracolo del terribile dio Sadoqua (che idee aveva CAS dei Druidi ? NdC), che si crede essere immerso in sonno eterno sottoterra, in una caverna in mezzo alle fitte foreste di Averonia. Egli trova il luogo, accompagnato da alcuni soldati, ed è ((offerto)) portato dagli oscuri e ripugnanti Druidi  ((entrare)) nella grotta dell'oracolo ((solo)). Nella grotta c’è una spaccatura dell’alto da dove la luce esterna cade debolmente in mezzo [?] dissipando un poco le ombre, trova uno strano, peloso, bruno, meta umano, incatenato accanto ((il fetido, puzzolente)) ad un abisso da cui salgono terribili e fetidi vapori. Questo essere ((risposte)) parla in un latino semi incomprensibile e dà risposte criptiche alle sue domande sul destino di Galbius. Orazio è stranamente disturbato da qualcosa che sembra riconoscere dalla sua voce; e quando la luce del sole cade brevemente più forte sulla strana creatura, gli pare di scorgere in questo essere un lontana, distorta, impossibile somiglianza con il perduto Galbius.

 

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La creatura, però, nega che sia Galbius; e Orazio riparte con i suoi uomini, più gravemente perplesso e sconcertato di prima, mentre se ne vanno, incontra una bella ragazza pagana, che abita nelle vicinanze della caverna. C'è un'attrazione istantanea tra i due; e Orazio torna più tardi, da solo, per approfondire la sua conoscenza. L'amore cresce tra di loro e la ragazza gli dice, a malincuore, qualcosa dei veri segreti riguardo la Caverna dell'oracolo, e ammette che l’attuale Oracolo è infatti il perduto Galbius, che è stato rapito dalla Druidi e incatenato accanto alla voragine. I vapori che salgono dal baratro hanno rapidamente causato in lui la dimenticanza di tutti i suoi ricordi normali e provocato una degradazione nella forma subumana. In queste condizioni è diventato un mezzo adeguato per comunicare con il dio addormentato Sadoqua, che conosce tutte le cose; e può dare  risposte ai quesiti che vengono posti al dio. Molti altri prima sono stati gli oracoli del dio.

I vapori abissali si credono essere il suo divino respiro ; e il loro effetto è così terribile che pochi mortali possono sopportarle a lungo senza morire o almeno imbrutire fino a che non sono più in grado di parlare con voce umana comprensibile e quindi diventando inutili come intermediari. Appreso questo, ((Galbius)) Orazio con ira entra di nuovo nella grotta segreta, e trova Galbius degenerato in una massa scura quasi informe di peloso plasma, che emette suoni senza parole. Nel suo orrore, cerca di uccidere la cosa. I Druidi entrano e lo afferrano mentre immerge la sua spada nel trasformato Galbius. Poi sviene. Più tardi riprende conoscenza, si ritrova incatenato accanto alla terribile voragine con i fumi che cominciano a causare in lui l’oblio dei ricordi del suo passato umano e trasformarlo in un pazzo, delirio primordiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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