XI.
Quando diceva «parlare col parroco» intendeva, in effetti, istigarlo vigorosamente all’ira; tuttavia non è possibile istigare un parroco all’ira se questi è di animo davvero buono. Era un vecchio pio e paziente, incline al perdono, al lasciar correre, all’attesa, alla perseveranza. Lento all’ira da sempre, via via che gli anni lo traevano sempre più in disparte, tra le ombre dell’età avanzata dalla cui limpida frescura osservava con sempre maggiore indulgenza le giovani generazioni dibattersi nella calura, era diventato alla fine completamente incapace di arrabbiarsi. Il comando delle sacre scritture, «Non lasciare che il sole tramonti sulla tua ira», con lui andava sprecato, non avendo egli ira su cui lasciar tramontare il sole. Aveva quella natura amabile che in prima battuta vede il meglio di ogni cosa, dopodiché preferisce non guardare oltre. Dava per scontato che in fondo al cuore le persone fossero buone e degne, un presupposto che contribuiva molto a renderle effettivamente tali. Robin, per esempio, era probabilmente salvo grazie alla completa fiducia che il padre riponeva in lui.
Mrs Morrison, una donna con parecchi problemi, essendo venuta al mondo con le ali sì di un angelo, ma ben incollate e impossibilitate a dispiegarsi per via di una molteplicità di piccoli difetti, senza rendersene conto era stata aiutata, attraverso l’esempio di lui, a schivare le insidie dell’irascibilità e della passione. Chi può mai misurare l’influenza di una vita buona e irreprensibile? Nei momenti più impetuosi la moglie riteneva una debolezza quel continuo ritrarsi dal male, quel rifiuto a indagare e sviscerare, a schierarsi, a combattere. Il male era lì presente, e ostinarsi a fingere che non ci fosse significava trasformarsi in uno struzzo o in un vegetale. Con la cecità delle mogli, impossibilitate a vedere per troppa vicinanza all’oggetto – la stessa considerazione vale per i mariti – ella non vedeva che il parroco era la candela splendente in un mondo empio, il lievito che fermenta l’impasto. E proprio come il lievito, con la sua passiva presenza, fa lievitare l’impasto, così il parroco influenzava Symford semplicemente vivendo. Aveva più peso la sua influenza che non quella della sua indefessa moglie, dell’instancabile lady Shuttleworth, di un qualunque operatore sociale, infermiera parrocchiale o altro pio personaggio.
Ma Mrs Morrison, che la pensava diversamente, tentava di continuo di sollevare tempeste tra le acque calme della mente del parroco; e dopo l’episodio nel giardinetto di Mrs Jones cercò in ogni modo di convincerlo a redarguire Priscilla. Riversò su di lui tutta la sua ardente indignazione. Con magnifico distacco, il parroco si stupì di tanta veemenza, e pur scuotendo il capo nell’udire il racconto del rum di Mrs Jones, accompagnò il gesto con un sorriso. Né si mostrò più ragionevole riguardo a Robin. Anzi, dichiarò che avrebbe avuto ben poca considerazione di un giovanotto che non si fosse istantaneamente e perdutamente innamorato di una ragazza tanto attraente.
«Non ti importa niente che il nostro ragazzo si ritrovi col cuore spezzato?» lo sferzò la moglie con voce tagliente; dei suoi progetti riguardo a Netta non aveva mai avuto il coraggio di parlargli.
«Mia cara, se proprio deve spezzarsi, non conosco ragazza più adatta a cui affidare il compito».
«E non ti importa niente se sposerà un’avventuriera?»
«Mia cara, non mi risulta sia un’avventuriera».
«E ti sta bene che i nostri anziani siano tentati al bere? Spinti a bere sul letto di morte?»
«Kate, non sei troppo dura?»
«Puah» rispose la moglie tamburellando con il piede sul pavimento.
«Puah, Kate?» ripeté bonario il parroco. Ma non sempre un sant’uomo riesce ad avere un effetto calmante sulla moglie.
A quel punto sembrava davvero che a Symford la ragazza avrebbe fatto di testa sua, e agito persino fuori dal controllo di lady Shuttleworth, il cui comportamento le riusciva incomprensibile. Le sarebbe stato dunque permesso di corrompere il piccolo borgo che si era sempre mantenuto puro, di farlo deviare dalla retta via, di adescarlo su un cammino di proibito indulgere, di metterlo a soqquadro in una misura mai neppure raggiunta dalla famiglia dissenziente che tanti fastidi aveva creato qualche anno prima? Fu la domenica mattina, mentre suonavano le campane della chiesa, che Mrs Morrison nell’andare a messa, con il libro di preghiere in mano, fece una capatina da Mrs Jones e scoprì la banconota da cinque sterline.
La vecchia sedeva a letto sostenuta dai cuscini, con la Bibbia in grembo e gli occhiali posati su di essa; come di consueto, in quanto ad aspetto e modi, offriva alla visitatrice l’incarnazione dell’ideale che più si conviene al malato cristiano. Non vi era traccia di rum; l’unico bicchiere in vista traboccava delle innocenti rose che tanto profusamente fiorivano nel giardino di Baker’s Farm. Mrs Morrison non riuscì a dissimulare comunque il disappunto e l’intransigenza che aveva in cuore, e al suo ingresso la vecchia la guardò con una sorta di tremulo timore, lo stesso che apparirebbe nello sguardo di un bambino che teme di buscarle, o in quello di un cane ubbidiente consapevole di avere inspiegabilmente deviato dal buon comportamento.
«Sono venuta a leggervi il vangelo del giorno» annunciò Mrs Morrison accomodandosi con determinazione accanto al letto.
«Grazie mia signora» rispose mansueta Mrs Jones.
«Il mio libro di preghiere è stampato talmente in piccolo... datemi la vostra Bibbia».
Negli occhi di Mrs Jones si accese una luce inquieta; Mrs Morrison le tolse la Bibbia dalle mani tremanti e cominciò a girarne le pagine. Non dovette sfogliare troppo prima di imbattersi nella banconota da cinque sterline. «E questa cos’è?» chiese, enormemente sorpresa.
Mrs Jones si lasciò sfuggire un piccolo rantolo e si torse le mani.
«Una banconota da cinque sterline?» esclamò Mrs Morrison tenendola in alto. «Come ha fatto a finire qui?»
«È mia, signora» disse Mrs Jones con un fremito.
«Vostra? Vorreste dire che avete dei soldi nascosti e permettete a lady Shuttleworth di pagarvi tutte le spese?»
«Ho solo questi, non ne ho mai avuti altri» mormorò la vecchia con un filo di voce mentre gli occhi seguivano i movimenti delle mani di Mrs Morrison con grande ansia.
«Da dove arrivano?»
«Me li ha dati ieri la giovane signora».
«La giovane signora?» La voce di Mrs Morrison aumentò udibilmente. «Vi riferite alla persona che sta dai Pearce?»
Mrs Jones deglutì rumorosamente e annuì con un cenno impercettibile.
«Molto disdicevole. Molto sbagliato. Molto pericoloso. Non potete sapere come ne è venuta in possesso, e devo dire che sono sorpresa di voi, Mrs Jones. Probabilmente la banconota non è neppure autentica. È improbabile che una sciocchina del genere sia in grado di elargire una somma tanto cospicua». Così dicendo Mrs Morrison tenne la banconota sollevata alla luce girandola e rigirandola più volte per esaminarla da ogni angolazione: da sopra, davanti, dietro, di lato, con un occhio chiuso; essa però si rifiutava di assumere un aspetto che non fosse quello di un’onesta banconota da cinque sterline, per cui non le restò che ripetere torva: «Molto pericoloso».
La vecchia la fissava, gli occhi colmi di un’ansia devastante. E le sue peggiori paure si avverarono quando la moglie del parroco la piegò e in tono risoluto annunciò: «Per il momento ve la terrò io in custodia. Non potete starvene qui a letto con tutto questo denaro in casa. Diamine, se la voce arrivasse in paese potreste rischiare di finire assassinata. C’è chi è stato ucciso per molto meno. Ne parlerò col parroco». Prese la banconota e la infilò nella borsa, che richiuse con uno schiocco, dopodiché riprese la Bibbia.
Mrs Jones emise un lieve suono, una via di mezzo tra un rantolo e un singhiozzo. Il capo scivolò all’indietro sul cuscino, e due lacrime rotolarono incontrollate giù per le rughe del viso. In quel momento avvertì tutta la schiacciante infelicità dell’essere debole, malata e vecchia, così vecchia da non avere più diritto a niente all’infuori dell’assistenza dispotica delle dame di carità, così vecchia da non essere altro che un organetto a disposizione di chiunque decidesse, in cerca di edificazione, di girare la manovella per farne uscire motivetti di immortalità. È una gran brutta cosa essere molto vecchi. Di tutte le cose che la vita ci impone è l’ultima e la peggiore, l’amaro in fondo al calice, le ultime gocce di quello che per molti non è altro che un’odiata medicina.
Mrs Jones aveva in sé giusto quel poco di forza datale dalla paura per stare immobile mentre la moglie del parroco leggeva il Vangelo con voce resa stridula dalla rabbia; ma una volta che se ne fu andata, dopo un ammonimento di commiato e l’inquietante rassicurazione che sarebbe tornata presto, le lacrime presero a scorrere dolorose e incontrollate, e fu una vera fortuna che anche a Priscilla venisse l’idea di passare da lei prima di andare in chiesa, perché se così non fosse stato chi avrebbe asciugato il viso a quella povera bimba di ottantacinque anni? E mi duole dover riferire che le idee di Priscilla sul fare del bene erano ancora talmente grezze che non appena saputi i fatti, raccontati tra i singhiozzi, corse alla credenza e somministrò una cucchiaiata di rum a Mrs Jones per risollevarle il fisico, poi prese la borsa e le diede un’altra banconota da cinque sterline per risollevarle il morale. Quindi le asciugò gli occhi, le fece qualche carezza e la pregò di non prendersela. Immagino che tale condotta possa esser definita carità indiscriminata, e dunque biasimevole, ma gli effetti prodotti furono straordinari.
Priscilla andò in chiesa e il viso le brillava con il riflesso della gioia e dello stupore della povera donna. «Nascondetela» era stata l’ultima parola pronunciata sulla porta; si era portata un dito alle labbra e con la testa aveva fatto un cenno eloquente in direzione della canonica.
Con questo consiglio si era schierata una volta per tutte sul fronte avverso a Mrs Morrison e ai seguaci dell’obbedienza e dell’ordine. Mrs Jones l’avrebbe senz’altro presa per un angelo che operava miracoli mediante banconote da cinque sterline, se non fosse stato per il rum; persino nella sua esaltazione capiva che un vero angelo non sarebbe stato capace di incorporare in un miracolo il rum in modo così armonioso. Ma a quel punto si era talmente allontanata dai pensieri che la moglie del parroco riteneva appropriati a una persona prossima alla fine, che ebbe la sfrontatezza di dirsi che preferiva Priscilla.
Ora, questo era il giorno designato per la festa dei bambini voluta da Priscilla, e benché tutta Symford ne parlasse da ventiquattro ore la notizia non aveva ancora raggiunto le orecchie di Mrs Morrison. Il motivo era che Symford, convinta che le autorità avrebbero reputato un errore mandare i bambini a fare baldoria di domenica, e disperatamente timorosa che quel calice proibito le venisse allontanato dalle labbra bramose, parlava a voce bassissima. Ma la notizia giunse infine anche alle orecchie di Mrs Morrison, e proprio nel porticato della chiesa, mentre stava entrando per pregare. A comunicargliela fu una ragazzina, fuori dalla chiesa in attesa del padre: in effetti, era troppo grande per le feste dei bambini, ma aveva ricevuto un invito perché al momento giusto aveva ostentato un’espressione piena di struggimento.
«Emma» disse Mrs Morrison nel passare, «non mi hai restituito il libro che ti avevo prestato. Riportamelo oggi pomeriggio per cortesia».
«Vi prego, signora, ve lo riporterò domani» disse la ragazzina facendo la riverenza e arrossendo.
«No, Emma, fai come ti chiedo. Non si è mai troppo scrupolosi nel farsi restituire i libri. Ce l’hai da un’eternità. Lo riporterai alla canonica alle quattro».
«Vi prego, signora, alle quattro... alle quattro non posso».
«Si può sapere cosa te lo impedisce, di grazia?»
«Devo... andare a Baker’s Farm, signora».
«A Baker’s Farm? E a fare cosa, Emma?»
Fu così che venne fuori tutto.
Le campane avevano appena battuto l’ultimo rintocco, e Mrs Morrison, che suonava l’organo, dovette affrettarsi a entrare senza aver potuto dire a Emma tutto ciò che pensava riguardo a coloro che davano feste domenicali e a coloro che vi partecipavano, ma il preludio che suonò quel giorno espresse perfettamente tutto il tumulto della sua mente, facendo gelare il sangue nelle vene a Tussie Shuttleworth, dotato di orecchio fino. Tussie era l’unica persona in chiesa acutamente sensibile alla musica. Trovava strazianti tutti quegli affondi tra i pedali, quel rabbioso gridare di registri. Persino il mantice sembrava impaurito, e soffiava affannoso; e lo sbigottito Tussie, paragonando quei suoni agli schiamazzi di un demonio in pena, non avrebbe mai indovinato che fossero invece solo la trasposizione musicale dello stato d’animo di una donna retta.
L’ira di Mrs Morrison era perfettamente giustificata.
Era stato lo scrupoloso sforzo di venticinque lunghi anni della sua vita a fare di Symford una parrocchia modello; poiché il villaggio lavorava per lady Shuttleworth, il cui potere era notevole visto che tutti i cottage appartenevano al figlio ed erano occupati da suoi braccianti, si era mantenuto in una condizione di ordine così prossimo alla perfezione da farlo assurgere a esempio per le parrocchie vicine.
La chiesa era piena, il catechismo molto frequentato, il giorno dedicato al riposo considerato sacro, le donne erano tutte sobrie e parsimoniose, gli uomini abbastanza accettabili tranne la domenica sera, c’era assenza di povertà, poca malattia e molto raramente il peccato perfetto. L’espressione «peccato perfetto» è di Mrs Morrison – non voglia il cielo che io abbia a che fare con un simile termine – e immagino che con essa la donna alludesse al furto, all’omicidio e ad altre enormità che porterebbero il peccatore, come lei stessa raccontava alle bambine intimorite del catechismo, infallibilmente sulla forca, e i capelli grigi dei suoi genitori tristemente alla tomba. «Scusate signora, ci andranno anche i genitori?» aveva chiesto un giorno una ragazza dopo averla ascoltata col fiato sospeso, una giovane avida di sapere alla quale piaceva andare alla radice delle cose.
«Andranno dove, Bessie?»
«Assieme ai loro capelli grigi, signora».
Mrs Morrison si fermò un istante e puntò lo sguardo scrutatore sul viso di Bessie. Poi, con grande dignità rispose: «I genitori, Bessie, naturalmente seguiranno i capelli». E a una ragazza cresciuta nelle vicinanze di Exmoor la risposta parve del tutto sensata.
Priscilla era piombata dal nulla in quel borgo innocente, frugale e disciplinato, portando con sé nembi temporaleschi carichi di idee impulsive e puerili riguardo alle opere di bene, e tenendo tra le mani la pericolosa arma della ricchezza. È difficile stare a guardare il lavoro di tutta una vita venire spazzato via davanti ai propri occhi a opera di un’irresponsabile estranea, una forestiera, una ragazza giovane e anche bella; ed è particolarmente difficile se si è nati con un’indole inflessibile, dura e determinata, ambiziosa e vanitosa.
Non sono certo rimproveri a carico della moglie del parroco; chi oserebbe rimproverare l’altro? Se potessimo, tutti noi vorremmo nascere buoni, amabili e belli, e tali rimanere per sempre; ma anche lei era figlia di Dio, e in fondo all’anima, dietro la scorza di debolezze che durante tutti quegli anni gli avevano impedito di manifestarsi, c’era il suo angelo luminoso, in attesa. Lei però non era tipo da restare a guardare la distruzione delle sue speranze senza prodigarsi in ogni possibile sforzo per fermarla; e quella domenica, subito dopo avere affrontato il parroco in sagrestia al termine della messa, lasciò la congregazione priva di organo e si precipitò nel camposanto.
Lì rimase ad aspettare i paesani per interrogarli su quel fatto inaudito; e fu brutto vederli dileguarsi in altre direzioni, prendere la via dell’uscita attraverso cancelli poco usati, fare deviazioni sul prato, visitare tombe di parenti a lungo trascurate, insomma, andare ovunque all’infuori che per la solita strada, ovvero la strada dove stava la moglie del parroco.
Infine giunse Mrs Vickerton, la direttrice dell’ufficio postale. Era immersa in fitta conversazione con la moglie del locandiere, e non vide la figura ritta sul sentiero in tempo utile a defilarsi. Se l’avesse vista l’avrebbe certamente evitata, perché pur non avendo bambini, solo il ragazzo ormai cresciuto, si sentiva parecchio in colpa; il pomeriggio precedente era infatti stato suo figlio ad andare a Minehead su ordine di Priscilla con una lista di dolci e altre cose da ordinare per la festa, una lista lunga quanto il suo braccio. «Oh, Mrs Morrison, non vi avevo vista» esclamò trasalendo e facendosi rossa in viso. La moglie del locandiere si defilò rapida tra le lapidi.
«È vero che oggi pomeriggio i bambini andranno a Baker’s Farm?» domandò Mrs Morrison voltandosi e camminando con aria torva a fianco di Mrs Vickerton.
«Ho sentito dire qualcosa del genere, Mrs Morrison» disse Mrs Vickerton nascondendo la propria agitazione dietro a una serie di sorrisi subito spenti.
«Tutti?»
«Mi è parso di capire che pensavano di andarci tutti» rispose Mrs Vickerton tra qualche colpo di tosse. «Tempo splendido quest’oggi, vero, Mrs Morrison?»
«E prenderanno il tè là?»
Mrs Vickerton fissò intensamente le nuvole e le cime degli alberi. «Credo proprio che l’invito fosse per il tè, Mrs Morrison» rispose; e la visione dell’infinita lista di dolci che le si profilava davanti agli occhi la indusse ad alzare la mano e a tossire di nuovo.
«Che i genitori siano tutti ammattiti?»
«Non saprei... proprio non saprei, Mrs Morrison».
«Che abbiano dimenticato i comandamenti?»
«Oh, spero di no, Mrs Morrison».
«E gli insegnamenti del parroco? E anni di buone abitudini?»
«Oh, Mrs Morrison».
«Non ho mai sentito niente di più ignobile. Ignobile per chi offre e per chi accetta. Malvagio, scandaloso e contrario all’insegnamento delle sacre scritture».
«Speravamo tutti che non ci avreste visto niente di male, Mrs Morrison. È una giornata di bel tempo, prenderanno semplicemente il tè, e forse... faranno qualche canto. Non ci sono molte occasioni di divertimento in questo periodo dell’anno».
«Io dico che sarebbe ignobile, ignobile ovunque, fare baldoria di domenica, ma in una parrocchia come questa è scandaloso. Quando lady Shuttleworth verrà a saperlo non mi stupirò se darà a tutti la disdetta dell’affitto».
«La disdetta? Oh, spero di no, Mrs Morrison. Comunque lo sa. L’ha saputo ieri sera. Sir Augustus stesso ha promesso alla giovane signora di andare a darle una mano».
«Sir Augustus?»
«E tutti pensiamo che sia molto gentile da parte sua, e molto gentile anche da parte della giovane signora» riprese Mrs Vickerton chiamando a raccolta il coraggio.
«Sir Augustus?» ripeté Mrs Morrison.
Sentì un orrido presentimento stringerle le dita gelide attorno al cuore. «Ci sarà qualcun altro ad aiutarla?» chiese prontamente.
«Solo lo zio della giovane, e...» Mrs Vickerton esitò, e guardò la moglie del parroco con espressione di leggero sconcerto.
«E...?»
«E Mr Robin, naturalmente».