Adesso che avete capito l’importanza di rivendicare tempo e spazio (anche mentali) sia per voi che per il vostro partner, per raggiungere insieme il successo in Fair Play – ovvero due persone felici che si sentono realizzate e appagate dentro e fuori casa – la prossima mossa sarà stabilire a che punto vi trovate adesso. Il principio guida della Regola #3 è che nessuno può raggiungere un obiettivo senza prima rispondere a queste domande: Chi sono? Chi è, davvero, la persona con cui ho una relazione? E qual è la mia motivazione profonda per giocare a Fair Play? Le risposte a queste domande fondamentali, assieme alla valutazione obiettiva di quante carte gestite al momento, vi serviranno come punto di partenza per le regole seguenti di Fair Play.
Mentre leggete questo capitolo, compilate man mano anche il Profilo matrimoniale.
La prima cosa da sapere su voi stessi è che, indipendentemente da quale sia la vostra personalità Fair Play (ne parleremo tra un minuto) avete la capacità di cambiare in meglio il vostro matrimonio, partendo da voi. Sì, voi. Quando ho rivelato questa verità alle donne che ho intervistato, donne provenienti da diversi percorsi di vita, configurazioni famigliari, realtà economiche e gruppi etnici, ho incontrato una resistenza simile. Spesso le loro risposte suonavano così:
E perché tocca a me anche questo, «cambiare le cose in meglio»?
Faccio già tutto il resto.
Perché io… e non lui?
La dottoressa Phyllis Cohen ha la risposta a queste domande. Terapeuta di coppia da quarant’anni, specializzata in psicoanalisi e psicoterapia, ha basato tutta la sua carriera su questo principio: «Tutto ha inizio con il partner che decide di cambiare. Basta che uno dei due modifichi una situazione perché, proattivamente, tutto il sistema cambi».
E quella persona siete voi. Anzi, voi avete già avviato il cambiamento comprando questo libro e investendo tempo prezioso nella comprensione di un nuovo sistema che promette di rinegoziare, riequilibrare, rivitalizzare il vostro matrimonio. Certo, potreste rimanervene in attesa che sia il vostro partner a modificare i suoi vecchi schemi, ma sappiate che potreste aspettare per sempre. Quando i piatti, i panni sporchi e il risentimento si accumulano, ci deve essere qualcuno che fa un passo avanti e dice: Non voglio più vivere così. «Se nessuno dei due dà il via alla trasformazione, tutti e due rimarrete incastrati nei vecchi modelli di funzionamento» avverte la dottoressa Cohen. E la buona notizia è che «poco importa da quanto tempo siete sposati o quanto sono radicati gli schemi disfunzionali della vostra coppia, c’è sempre la possibilità di cambiare».
Che succederebbe se vi concedeste di credere che una relazione genuinamente collaborativa, e la vita che avete sempre sognato, sono proprio dietro l’angolo?
Certo, per rendere il cambiamento sostenibile sul lungo periodo il vostro partner dovrà decidere di partecipare attivamente, ma il primo passo spetta a voi. Non pensate a questa responsabilità come all’ennesimo compito ingrato, quanto piuttosto come alla scossa necessaria per finirla con accuse e recriminazioni. Come ha scritto Nora Ephron, narratrice incantevole e donna favolosa: «Siate le eroine della vostra vita, non le vittime». È un’affermazione potente, vero?
Adesso che avete rivendicato il titolo di sovversiva ufficiale, facciamo le cose per bene: in termini di percentuale, quale porzione della cura dei figli e della casa vi sobbarcate al momento? Quante carte gestite? Nel capitolo 7 vi spiegherò nel dettaglio cosa implica ciascuna carta. Ma per ora, e senza esitazione, vi offro una prima rapida panoramica delle «100 carte di Fair Play», che includono tutto ciò che vi serve per far funzionare una casa con figli. Lo capite adesso perché avete sempre tanto da fare?