È estate, e sono a Ranillas, e gli insetti si sentono attratti dalla luce del computer. Per quanti insetti ammazzi, non riesco a liberarmi di loro. Cercano la luce della mia lampada, sotto la quale scrivo. Sono creature abominevoli. Anche comiche. Quando li schiaccio contro il tavolo, lasciano una scia appiccicosa ma di poco conto. Sono solo sporcizia con minuscole ali. Hanno la fortuna che la loro esistenza non è né vita né morte, sembra soltanto un automatismo vegetale. Svolazzano come granelli di polvere con le ali. Non ce n’è uno uguale a un altro. Guardo i resti di diversi insetti. Alcuni sono verdi, altri marroni, altri quasi neri. Grandezze disuguali.
Non hanno famiglia.
Non sono una famiglia. La famiglia è una forma di prosperità. La Spagna è un insieme finito di famiglie, e anche la Francia.
Nessuno di quegli insetti che uccido è fratello di un altro.
Non sono mariti né mogli, né figli né padri.
Non hanno struttura sociale.
Sono soltanto escrementi volanti.