Wagner mi ha passato quel dono. Anche lei l’aveva, ma non lo coltivava. Lei vedeva i morti. Wagner vedeva i morti, ma non li prendeva neanche in considerazione. Era così. La sua divina indifferenza, che escludeva di contemplare tutto ciò che non serviva a realizzare i suoi desideri, per quanto mirabile fosse.
Sono nel mio appartamento di Ranillas assorto nelle quattro cose che ho: un quadro, dei libri, la tele, le tende, la poltrona. Sono passato di raggiro in raggiro, perché vivere è diventato questo, passare da una truffa all’altra, truffe che si portano via il tempo della tua vita.
Se ti truffano, vuol dire che sei vivo: il giorno in cui smetteranno di truffarti non sarà perché il mondo è migliorato, ma perché sarai morto.
Né Wagner né Johann Sebastian si lasciavano truffare. Si arrabbiavano. Alla fine, i due famosi musicisti si trasformarono in anziani antisistema, vale a dire in dodecafonici, in musicisti d’avanguardia che guardavano con angoscia i prezzi nei supermercati, due pensionati cauti che compravano le cose in offerta.
Dietro queste ingiurie contro la vita non c’è nessuno: né imprese né multinazionali, non c’è nemmeno il diavolo.
Non c’è nessuno.
Un enorme vuoto, al quale prestiamo servizio.
Non mi aspetta nessuno da nessuna parte, ed è questo che è successo nella mia vita, che devo imparare a camminare per le strade, per le città, per dove mi capita, sapendo che non mi aspetta nessuno alla fine del viaggio.
Nessuno si preoccuperà se arrivo o non arrivo.
Allora si cammina in un’altra maniera.
Dalla maniera di camminare si può sapere se ti aspetta qualcuno o se non ti aspetta nessuno.
Tutte le famiglie se ne vanno dalla terra.
Padri, figli, nonni, le famiglie dicono addio.
Milioni di scene famigliari svaniscono in quest’istante. Mi emozionano i genitori giovani e responsabili della propria genitorialità: adorano i figli, ma i figli li dimenticheranno. Bambini adorati dai genitori che quando saranno adulti non potranno ricordare.
Il mio cuore sembra un albero nero pieno di uccelli gialli che strillano e mi trapanano la carne come in un martirio. Capisco il martirio: il martirio è strapparsi la carne per essere più nudo; il martirio è un desiderio di nudità catastrofica.