Ho portato a Bra e Valdi dei regali dal mio ultimo viaggio, li hanno guardati, hanno detto che gli erano piaciuti, e se li sono dimenticati a casa mia.
Ce li ho davanti adesso: inerti, disprezzati, decorati al merito triste. Simboleggiano la scomparsa di una casa. E quindi la scomparsa dell’amore. Non diciamo mai tutta la verità, perché se la dicessimo manderemmo in pezzi l’universo, che funziona attraverso ciò che è ragionevole, ciò che è sopportabile.
Cosa ci fanno quei regali sul letto della stanza piccola dove non dorme mai nessuno?
Mi stendo sul letto della stanza grande. Mi alzo dal letto e torno nella stanza piccola, e mi metto a guardare i regali che ho portato ai miei figli, che stanno lì, sul letto piccolo, abbandonati, e si fondono l’abbandono dei regali e l’abbandono del letto piccolo, e si fondono alla fine le loro solitudini in un’unica solitudine che se la vedi ti fa a pezzi il cuore e la vita.
Non mi intristisce per nulla che abbiano dimenticato i regali, piuttosto mi stupisce, forse perché ho superato lo stadio della tristezza, o ho scambiato la tristezza con lo stupore, e perché amo i miei figli, e non mi importa di ciò che fanno con me o con i miei regali. Ma anche un padre possiede uno spirito di sopravvivenza, visto che è un uomo. Il poco apprezzamento per i miei regali potrebbe perfino farmi venire il panico: nella mia vita c’è stato più panico che tristezza. Perché il panico deriva dalla colpa e la tristezza deriva da sé stessa. Vale a dire che se hanno lasciato lì i regali è perché sono colpevole. A volte penso che la mia colpa sia più estesa dell’universo. Potrebbe competere in estensione con il vuoto siderale. La colpa è uno degli enigmi aurei; com’è ovvio, non mi riferisco alla colpa che ha origine nelle religioni, o più precisamente nel cattolicesimo, ma alla colpa preistorica, alla colpa come sintomo di gravità e di alleanza con la terra e l’esistenza, la colpa di Kafka, quella.
La colpa è un poderoso meccanismo di attivazione del progresso materiale e della civiltà, perché la colpa crea «tessuto morale», e la morale e l’etica sono i bastioni che muovono la realtà. Senza la colpa, non esisterebbero i computer né i voli spaziali. Senza la colpa, non sarebbe esistito il marxismo. Senza la colpa, avremmo il cervello vuoto. Senza la colpa, saremmo soltanto formiche.
Mia madre mi regalava profumi. Non me li dimenticavo a casa sua. Però in fondo non volevo che mi regalasse nulla. Era ossessionata dal regalarmi profumi costosi, che non poteva permettersi. Era ossessionata dai miei compleanni. Può darsi che, se i miei figli hanno dimenticato i loro regali, sia in fondo dovuto al fatto che non volevo che mia madre mi regalasse nulla. Più parallelismi trovo, più sacre sono la vita e la memoria.
Fisso le foto dei miei genitori appese nelle cornici che ho comprato da Fotoprix. Sono le cornici più umili del mondo. Quanto a prezzi, Fotoprix compete bene con i negozi dei cinesi. I negozi dei cinesi non hanno riscaldamento né aria condizionata e Fotoprix sì. Tutti gli immigrati e i poveri vanno lì o nei negozi dei cinesi a comprare cornici per metterci dentro i volti dei famigliari e delle persone che amano.
Il commercio delle cornici a poco prezzo per le foto di famiglia è un’attività fiorente. Quando incornici i tuoi ricordi e le persone che ami in cornici da due euro, trasformi il tuo passato in minuscola tenerezza.