Poi, a poco a poco, comparvero dei vicini, perché si cominciarono a vendere gli appartamenti, dato che l’impresa costruttrice e proprietaria dell’immobile si vide costretta a adeguare i prezzi al mercato. Abbassarono i prezzi di oltre il quaranta per cento, perciò potei comprarlo, fui il primo a comprarne uno. E fu per caso. Quell’abbassamento dei prezzi coincise per me con l’urgenza di trovare una casa dopo il divorzio. Bisognava sistemarli, perché all’interno non erano finiti. Io feci solo posare il pavimento e costruire un bagno. Scelsi un AC4 che mi raccomandò qualcuno; mi informai sulle diverse tipologie di parquet. E dei muratori romeni mi fecero un bagno. Io pensavo che il paravento della doccia fosse molto basso, e che sarebbe uscita l’acqua, ma alla fine andò tutto bene. Per alcuni giorni mi dedicai a fare ricerche sulle altezze dei paraventi delle docce. Ragionai con i muratori romeni sull’altezza ideale. Osservavamo il paravento come chi osserva un enigma. Per me erano un enigma anche i muratori romeni, ma fra di loro c’era un cameratismo che ammiravo, perché mi sentivo molto solo. Uno di loro fumava e gettava i mozziconi nel water; mi toccò dirglielo. Smise di farlo, ma la prese male. Mangiavano panini giganti.
E mi misi a vivere lì, nel mio appartamento di Ranillas, dopo quattro giorni. Gli altri condòmini fecero fare lavori di lungo respiro e installare cucine nuove ed eleganti. Però, in ogni caso, la cosa meravigliosa fu abitare da solo in un palazzo per più di tre mesi. Sembrava che nessuno volesse andare ad abitarci. Avevo la sensazione di avere traslocato in un’astronave che orbitava nello spazio profondo. Ma se vivi tre mesi da solo in un palazzo di otto piani, impari la lingua di quel palazzo, e ti accorgi che le case sono vive. Anche la storia del palazzo era una storia di solitudine. L’avevano finito nel 2008, proprio quando in Spagna era esplosa la bolla immobiliare, cosicché gli appartamenti non erano stati venduti, finché nel 2014 non avevano deciso di abbassare i prezzi. Le case, le scale, le pareti, l’ascensore passarono sei anni senza nessuno. Era triste, l’ascensore. Io penso che quell’ascensore mi fosse grato della mia presenza. Fantasticai molto sulla cosa. Ricordo che non funzionava nulla, tranne la lavatrice. Si trattava di una lavatrice nuova, una Corberó intatta, ma era stata sei anni su un balcone, esposta alle intemperie, senza essere collegata neanche una volta. Non aveva lavato nulla nella vita, quella lavatrice vergine, e questo per me era un mistero. La prima volta che la collegai alla rete credevo che non avrebbe funzionato. La persona che mi aveva venduto l’appartamento disse che non credeva che funzionasse. Invece funzionò. La lavatrice funzionò, era come se fosse resuscitata. Quanti anni può resistere il meccanismo di un elettrodomestico senza essere utilizzato?
Le ultime lavatrici che ebbe mia madre erano di marche economiche. Mia madre aveva fede in quelle lavatrici anonime, e anch’io. Se fosse stata viva, avremmo potuto parlare al telefono di lavatrici, ma era troppo tardi. Avremmo perfino potuto vivere insieme. Se Dio le avesse dato un altro anno di vita, avremmo vissuto insieme.
Modificare il passato è impossibile, ma forse no.