Dopo il divorzio, mi sono tenuto l’armadio che stava nel ripostiglio della casa che era stata mia e ora i miei vestiti puzzano di umidità acre. Non immagini quanto sia angosciante il fatto che i tuoi indumenti appena lavati finiscano per sapere di rancido. È l’armadio, che è stato relegato per dodici anni in un ripostiglio.
Sai cosa significa andare in giro tutto il santo giorno puzzando di armadio fermentato? Non avere i soldi per comprarti un armadio nuovo, dopo essere stato per ventitré anni legato a un lavoro pieno di urla, pieno di «state zitti».
Ventitré anni a far lezione a degli adolescenti. E non ho un armadio. Non ho nemmeno un triste armadio in cui mettere i vestiti in modo che abbiano un odore decente.
E mio padre mi dice: «Ti avevo detto di non sposarti, di aspettare, che eri troppo giovane, che dovevi ancora fare delle esperienze, te l’avevo detto molti anni fa, ma non mi hai dato retta».
Oggi hai usato molte parole, dico a mio padre.
Ho davanti a me il fantasma della povertà.
Non è mai stato facile odorare di pulito.
Storicamente non lo è mai stato.
Se odori di pulito, è perché altri sono sporchi, non dimenticarlo.