Mio padre mi portava a Huesca,
era il capoluogo della nostra provincia.
Gli piaceva che andassi con lui.
Aveva dei clienti là.
Era una città piccola,
piena di conoscenti.
Lui aveva i suoi posti prediletti,
un bar, un negozio, una pasticceria,
nessuno sopravvive oggi.
Anche le città se ne vanno
con quelli che se ne vanno.
Lo ricordo sorridente sotto i portici.
Salutava questo e quell’altro.
Trentanove anni
aveva lui allora
e io sette,
camminavamo per mano,
di tanto in tanto mi guardava
e diceva il mio nome con dolcezza,
incrociavamo preti e militari
e donne intimorite dal Coso Alto,
autobus vecchi,
qualche moto,
le strade assolate,
settembre mille e novecento
sessantanove.