Huesca, 1969

 

Mio padre mi portava a Huesca,

era il capoluogo della nostra provincia.

 

Gli piaceva che andassi con lui.

 

Aveva dei clienti là.

 

Era una città piccola,

piena di conoscenti.

 

Lui aveva i suoi posti prediletti,

un bar, un negozio, una pasticceria,

nessuno sopravvive oggi.

 

Anche le città se ne vanno

con quelli che se ne vanno.

 

Lo ricordo sorridente sotto i portici.

Salutava questo e quell’altro.

 

Trentanove anni

aveva lui allora

e io sette,

camminavamo per mano,

di tanto in tanto mi guardava

e diceva il mio nome con dolcezza,

incrociavamo preti e militari

e donne intimorite dal Coso Alto,

autobus vecchi,

qualche moto,

le strade assolate,

settembre mille e novecento

sessantanove.