Premessa

Gente che uccide, che tortura, che osserva passiva altri esseri umani morire. Gente ritenuta sadica, e dunque diversa da noi. Così ci hanno sbrigativamente detto di pensare. L’idea del mondo spaccato in due – sponsorizzata generosamente da Chiesa, scuola, televisione e da gran parte dell’intellighenzia – ci piace molto e l’abbiamo adottata da subito. Difficile separarsene persino quando assassini e torturatori, vivisezionati da criminologi e psichiatri, risultano spaventosamente normali. A simili constatazioni segue di solito una sensazione di smarrimento che per un attimo fa vacillare la credenza nel mondo binario; poi però ci facciamo distrarre dalla vita, e fatalmente dimentichiamo tutto.

Il libro che avete tra le mani può ridestare quella sensazione spiacevole: qui leggerete di esperimenti di psicologia i cui partecipanti – individui ben integrati e dai profili di personalità nella norma – giungono a sopraffare, umiliare, seviziare in maniera deliberata persone innocenti. Verrete a contatto con varie manifestazioni del male, inclusa quella, solo apparentemente minore, dell’inerzia in situazioni di emergenza. Questa volta, però, non resterete soli coi vostri dubbi: arriveranno delle risposte, di matrice psicosociale, frutto di analisi incentrate prevalentemente sul contesto in cui gli individui agiscono anziché sui loro tratti di personalità. Quattro studi, diventati dei classici della psicologia, ci forniranno spunti importanti per comprendere cosa spinse un ufficiale nazista a decretare la morte di milioni di ebrei, cosa trattenne i testimoni di una feroce aggressione dal soccorrere la vittima innocente, cosa scatenò la furia degli hooligans contro i tifosi italiani durante una finale di coppa, cosa indusse un gruppo di militari a infierire su dei detenuti inermi.

L’ambizione di scrivere per un pubblico vasto comporta la scelta di uno stile e di contenuti che risultino interessanti tanto per gli esperti quanto per i profani. Certo di non essere riuscito appieno nell’intento, mi scuso sin d’ora con i primi per i chiarimenti di concetti e modelli a loro noti, con i secondi per i tecnicismi che talvolta sono stato costretto a utilizzare.

Piero Bocchiaro