«Quare multa bonis viris adversa eveniunt?». Perché capitano molte avversità agli uomini buoni? Nessun male può capitare all’uomo buono, non si mescolano i contrari. A quel modo che tanti fiumi, tanti rovesci di pioggia dall’alto, tanta abbondanza di fonti minerali non alterano il sapore del mare e neppure lo mitigano, così l’assalto delle avversità non smuove il cuore dell’uomo forte: rimane com’era e ogni avvenimento lo assimila a sé, perché è più potente di tutte le cose esterne. Non dico che non le sente, ma normalmente pacifico e tranquillo, insorge contro di ciò che lo assale. Tutte le avversità le considera esercizi.
LUCIO ANNEO SENECA, De Providentia
Chi non ha princìpi scagli la prima fine.
ALIETO TIBUZZI