Nelle case alte e opprimenti si addensava un’umanità torbida e decaduta: famiglie numerose, ubriaconi, donne pubbliche che verso sera stavano affacciate alle innumerevoli finestre, fumando, e guardavano nella strada dove la gente rincasava, o usciva per affari di dubbia moralità.
Là passava il tram: c’era la fermata poco prima che la strada cominciasse a salire girando tra due muri rossi scoloriti. L’uomo scese dal tram, percorse in fretta un centinaio di metri ed entrò in un portone. Era scuro in viso, malvestito, con un berretto in testa e un fagotto sotto l’ascella.
I due amanti stavano in piedi alla finestra. S’erano abituati a passare tutti i pomeriggi della domenica da lei, su a un ultimo piano. Il cielo appariva nuvoloso: nuvole avvolte e gonfie come bandiere, come fiamme, come ideali. Poi il sole tramontò dietro le nuvole: il rosso trasparì.
E ancora sulle pendici del monte corre, ripiega, ritorna, indistinta e fluttuante, sconvolta e dolorosa, l’umanità che cerca sollievo e non osa guardare in alto verso la vetta, dove, in un bagno splendente e trasumano di luce gialla, malata, si staglia la Croce.