Finalmente arrivò domenica, il grande giorno. La partita più importante della stagione, la partita in casa contro il Valesino. Per fortuna il mio ginocchio stava molto meglio. Ci trovammo un’ora prima della partita. Anna e Ursula si cambiarono nel loro spogliatoio, e poi ci raggiunsero. Alberto fece appena in tempo a tirarsi su i calzoncini e ci mettemmo a ridere. Era come se avessimo bisogno di ridere per essere meno nervosi.
C’eravamo tutti e 12, un’idea di Kevin. Il FC Mezzi era una squadra, e si faceva parte della squadra, anche se non si giocava. Alberto e Christian non avrebbero giocato quel giorno, erano due bravi giocatori, ma le regole erano quelle. Solamente 7 in campo e 10 in tutto. La prossima stagione avremmo giocato in una squadra da nove, avendo bisogno di tutti e 12 i giocatori ogni volta. In effetti ci sarebbero venuti a mancare un paio di giocatori in squadra, ma Kevin aveva detto che non ci dovevamo pensare ora. Quello che contava in questo momento era la partita contro il Valesino.
Kevin ci diede la formazione di partenza e discutemmo la tattica.
“Li sorprendiamo giocando in attacco dall’inizio. Luca in porta, ovviamente, Michele e Massimo in difesa, Umberto e Marco a centrocampo e Zlatan e Nicola in attacco”.
Guardai Kevin. Due giocatori in attacco! Era una tattica particolarmente rischiosa contro una squadra così forte.
“Corriamo il rischio”, disse Kevin. “Proviamo i primi cinque-dieci minuti, e poi forse chiamo Nicola per tornare al centro, davanti a Marco. Ok?” Guardò me, il capitano.
Annuii.
Kevin guardò Nicola.
“Sei tu il capo”. disse Nicola.
“Bene. Nicola e Zlatan, tenetevi vicini, e giocate uniti. Può essere molto cruciale per il risultato della partita. Poi sostituiamo a mano a mano, in modo che tutti abbiamo la possibilità di fare parte della vittoria. La panchina è molto forte oggi”.
Ursula, Anna e Giorgio cominciavano in panchina. Ursula era un po’ delusa, mentre Anna sembrava piuttosto sollevata. Era un caso che cominciassimo senza le ragazze?
“Andiamo a fare il riscaldamento. Passare e correre. Credete in voi stessi”.
Il sole splendeva tra le nuvole bianche, il campo era in buone condizioni, e c’erano un sacco di spettatori. Questa era una partita importante, il Valesino poteva assicurarsi il primo posto e giocare contro il resto dell’Italia. Il FC Mezzi aveva la possibilità di assicurarsi un’altra stagione nella categoria migliore.
L’arbitro, di nuovo Lorenzo, chiamò i capitani a centrocampo. Vinsi il sorteggio contro Federico e decisi di giocare con il sole alle spalle. Non c’era un filo di vento. Ci demmo la mano e ci augurammo buona partita.
“Se si può chiamare partita”. Federico mi strinse forte la mano, sorridendomi, ma non feci in tempo a rispondere.
Nicola mi passò la palla, e così la partita era cominciata.
La tattica di Kevin diede buoni risultati dopo soli tre minuti.
Passai la palla a Zlatan, che la passò a Nicola per poi correre in mezzo ai due difensori del Valesino.
Nicola giocava bene. Zlatan era da solo con il portiere, che uscì dalla porta. Zlatan passò a destra del portiere e mandò la palla di traverso, dove la raggiunsi e segnai.
1-0!
Gli spettatori esultarono. Sentii chiamare il mio nome più volte. Nicola, Zlatan ed io battemmo il cinque.
“Bravi, tutti e tre!” gridò Kevin.
Ero emozionatissimo. Segnare un gol contro la mia vecchia squadra… Fantastico! Li avevamo presi di sorpresa.
Federico rimproverò la sua difesa.
“Dateci dentro, cavolo. Fate dei contrasti”. Guardò soprattutto Enrico, che portava gli occhiali, e che era bravo, nonostante fosse un po’ cauto.
Ed ora si fece dura. Il Valesino ce la mise tutta, spronato da Federico e da suo papà, Stefano. Giocavano troppo violentemente. Saltai alto per evitare un contrasto violento. Sperai che il mio ginocchio ce la facesse. Lorenzo chiamò tre calci di punizione, l’uno dopo l’altro. Andrea colpì la caviglia di Umberto così forte che questi dovette zoppicare fuori campo. Andrea fu rimproverato, ma niente cartellino.
Ursula entrò in campo e Federico la attaccò duramente. Lo rimproverai urlandogli in faccia.
“Gioca a calcio, idiota! Non è il rugby!”
“Allora dille di giocare in una squadra per femminucce”, rispose.
Lorenzo chiamò me e Federico. “Giochiamo a calcio per divertirci”, disse. “Dovete essere educati e parlare bene tra di voi, altrimenti uscite. Capito?”
Annuii mentre Federico si limitò a scrollare le spalle.
Il calcio di punizione non fu in nostro favore, al contrario, ci spinsero verso il centrocampo. Adesso c’era solo Zlatan in attacco. Giorgio sostituì Massimo e giocò abbastanza bene, ma non al livello di Massimo. Andrea gli prese la palla, fece un tunnel a Michele e sparò la palla direttamente in rete.
Cavolo! Il Valesino ebbe due ulteriori grosse occasioni durante il primo tempo, ma Luca ci salvò. E finalmente l’arbitro fischiò la fine del primo tempo.