— Avevi ragione tu. E io mi sbagliavo. Si prepara la catastrofe, ed è tutta colpa mia. Cecile si è innamorata! — Meredith percorse con passo deciso il sentiero lastricato che separava le rigogliose aiuole del giardino, dirigendosi verso Christopher. L’abito blu pervinca fluttuava intorno alle sue gambe, rendendola simile a uno dei suoi fiori... un fiore dal colore deciso, con una voce dal tono teatrale. I boccoli, che aveva raccolto sulla sommità del capo, ricadevano dal nastro blu scuro che li tratteneva. Aveva le sopracciglia aggrottate nell’arcigna espressione di un gargoyle e i suoi occhi erano di un cupo grigio temporalesco.

— Tu mi avevi messa in guardia, ma io ti ho forse dato ascolto? No, e ora... — Meredith agitò il foglio che teneva in mano — ... ora si sta verificando esattamente tutto quello che tu avevi previsto. La mia povera Cecile si è innamorata di sir Nathaniel! Una vera catastrofe!

Christopher si pulì le mani sporche di terra sui pantaloni e con il dorso della mano scostò una ciocca di capelli dalla fronte. Quel giorno il caldo era insopportabile nella serra, nonostante le finestre di ventilazione fossero aperte. Si alzò in piedi, mentre Meredith si lasciava cadere sulla panchina più vicina, accanto alla fontana gorgogliante, dove saltellavano le driadi.

— Senti qua. — Spiegò il figlio e lesse.

Carissima madame,

vi ringrazio per il vostro aiuto e per aver fatto in modo che io riuscissi ad arrivare all’oggetto dei miei desideri. Con sir Nathaniel Covington ho trascorso momenti stupendi e quindi ho deciso di prolungare il mio soggiorno. Vi chiedo perdono per gli inconvenienti che la mia continua assenza potrebbe causare e vi comprenderò se non potrete conservarmi il posto. In qualsiasi caso, ho intenzione di tornare quando questa mia vacanza inevitabilmente si concluderà e sarei molto felice di restare al vostro servizio, se voi mi vorrete ancora. Grazie ancora per tutto quello che avete fatto per me.

La vostra devota serva,

Cecile

— Lo vedi? È irrimediabilmente innamorata! — esclamò Meredith.

Christopher si sedette accanto a lei sulla panchina e le accarezzò la schiena. — Non ha proclamato il suo eterno amore per quell’uomo.

— Tu non capisci! Nel caso di Cecile, bisogna leggere le parole non scritte tra le righe per capire quello che pensa. “Momenti stupendi” significa che si è profondamente innamorata, ma che sa che il suo amore “inevitabilmente si concluderà” e che questo le procurerà una sofferenza devastante, e tutto ciò solo perché io mi sono intromessa e l’ho indotta in tentazione. Se non avessi incoraggiato la sua attrazione per Covington, questa sarebbe rimasta nel regno della fantasia intima e non sarebbe accaduto nulla, mentre ora, per come stanno andando le cose, si ritroverà sicuramente con il cuore spezzato, come tu avevi previsto.

Se anche provò un certo compiacimento, Christopher lo represse immediatamente. — Forse no, amore mio. Forse possiamo ancora aiutare Cecile.

Meredith lo guardò con gli occhi lucidi. — Mettendo una rendita a sua disposizione e falsificando dei documenti per avvalorare il suo lignaggio? È un’idea folle, ma suppongo sia possibile.

— No, intendevo dire che non è ancora troppo tardi per lei per dire la verità, con il nostro appoggio, per giustificare la sua duplicità. Dalla sua lettera mi sembra di capire che sir Nathaniel ci tiene a lei. Potrebbe perdonare le sue menzogne, dal momento che Cecile ha pensato che quello fosse l’unico mezzo per conoscerlo. Non è così inconcepibile. — Fissò Meredith negli occhi e dalla sua espressione intuì che lei aveva capito che si stava riferendo alla loro situazione. Christopher non voleva continuamente alludere al passato e farle pensare che non avesse ancora messo da parte tutto il risentimento che aveva provato nell’essere manipolato dalla sua amata, soprattutto ora che lei sembrava decisa a perpetuare lo stesso comportamento per il bene di Cecile.

— Dire la verità? Che idea originale! — esclamò Meredith divertita, e Christopher rise. Per il momento, la tensione si era allentata.

— Sono una donna orribile, lo so. È una vera fortuna che ci sia tu a farmi da bussola morale.

Christopher fece scivolare un braccio intorno alla sua vita e la strinse contro di sé, chinandosi a baciarle il collo. — Adesso non farmi passare per un santo. Come ben sai, a volte so essere anch’io decisamente immorale.

Il sorriso di Meredith si fece più ampio e lei si divincolò, allontanandosi dalle sue labbra. — Sì, sai esserlo, e questa sera non mi dispiacerebbe affatto giocare al duca e all’impertinente pastorella, ma per il momento devo pensare a Cecile — disse, respingendolo. — Potrei scriverle una lettera e dirle quali potrebbero essere le strategie migliori.

— Una potrebbe essere l’onestà... — le rammentò Christopher.

— Sì, al primo posto della lista. — Meredith gli prese la mano. Christopher aveva lasciato una macchia di terra sul suo abito, ma lei parve non farci caso mentre intrecciava le dita con le sue. Meredith guardò le sue unghie sporche, in contrasto con le proprie mani lisce e pulite, e Christopher percepì che avrebbe voluto dire qualcosa di più... qualcosa che esulava da Cecile.

Non le chiese di che cosa si trattava, ben sapendo che sarebbe stato un sistema sicuro per farla ritrarre come una lumaca nel suo guscio, ma attese pazientemente che lei gli rivelasse quel che le passava per la testa. Da qualche tempo aveva avuto la sensazione che lei stesse rimuginando su qualcosa che non era ancora pronta a condividere con lui. Forse quel giorno gliel’avrebbe finalmente detto.

— Christopher, devo dirti una cosa — esordì lei infine in tono brusco.

Lui provò una stretta allo stomaco quando la sentì usare quelle parole sinistre. Era convinto che tra loro le cose andassero bene, più che bene. Pensava che la loro vita insieme fosse meravigliosa. E se Meredith, invece, fosse ormai stanca di lui? Se avesse avuto intenzione di lasciarlo?

— D’accordo — mormorò. — Di che cosa si tratta?

— Si tratta di dire la verità. Credo che mantenere dei segreti, anche segreti che riguardano solo la persona che li ha, e che non hanno nulla a che fare con l’altro, forse non sia una buona idea.

Segreti. Un’altra parola capace di suscitare paura nel cuore di un amante.

— Dimmi. — Christopher sentì che aveva la mano sudata. Il respiro accelerato di Meredith tradiva il suo nervosismo. Santo Dio, era così grave?

— Durante il nostro viaggio in Cina, io ho creduto di... di... essere incinta, ma poi si è rivelato un falso allarme.

Christopher rimase in attesa, ma quando lei non aggiunse altro, spostò lo sguardo dalle loro mani unite ai suoi occhi preoccupati. — È... — Christopher si morse la lingua prima di aggiungere “tutto”, perché questo avrebbe minimizzato qualcosa che evidentemente era molto importante per lei. — È questo che ti preoccupa?

Meredith gli strinse nervosamente la mano. — Per un certo numero di giorni, ho creduto che fosse vero e ho costruito castelli in aria intorno a quest’idea. Ho pensato che, dopotutto, se fossi stata incinta avremmo dovuto sposarci... per il bene del bambino. Ho iniziato a immaginare un futuro diverso da quello di cui avevamo parlato. — Meredith si azzittì di nuovo, come se quella raffica di parole l’avesse lasciata senza fiato.

Christopher era confuso. Era addolorata perché non era rimasta incinta, oppure perché lui non le aveva più chiesto di sposarlo? Meredith aveva messo in chiaro sin dall’inizio di non credere nell’istituzione del matrimonio e aveva insistito con decisione nel mantenere la propria autonomia e lui, di fronte a tanta determinazione, non aveva più toccato l’argomento. Per tutto quel tempo, Meredith si era aspettata che lui notasse il cambiamento avvenuto in lei e glielo chiedesse ancora una volta? — E così... mi stai dicendo che vorresti sposarti?

— No! — Meredith lanciò quasi un grido. I suoi occhi si riempirono di lacrime che iniziarono a traboccare. La contessa non piangeva quasi mai. Christopher era paralizzato, non sapeva cosa fare. Era il momento di essere deciso, di prenderla tra le braccia e di dirle che si sarebbero sposati, che lei lo volesse oppure no? Oppure avrebbe dovuto restare in silenzio e lasciare che lei terminasse di dipanare l’intricata matassa delle sue emozioni, che lui non riusciva a comprendere del tutto? Di solito sapeva quel che Meredith voleva da lui, ma in quel momento era assolutamente sconcertato.

— No, non capisci? Se non sono incinta, non c’è alcun motivo per sposarci, come ti ho già detto. Possiamo continuare come abbiamo sempre fatto, fino a...

— Fino a... cosa? Sembra che tu abbia già in mente la fine.

Meredith lasciò la sua mano, si alzò di scatto, e si allontanò di qualche passo dalla panchina. — Fino al giorno in cui tu deciderai di volere un erede. Fino al giorno in cui un’amante non ti basterà più e ti renderai conto di desiderare una vera famiglia.

— Noi siamo una vera famiglia. Tu e io. — Christopher si alzò e la seguì, ma non la toccò, non ancora. — Non so più come dirti che non mi interessa se puoi o non puoi avere dei figli.

— Ma a me sì! — Meredith fece una piroetta su se stessa per guardarlo negli occhi e lui trattenne il respiro quando vide lo sguardo fiammeggiante dei suoi occhi grigi. Era orribile da parte sua eccitarsi mentre lei era tanto furente, ma il suo seno si alzava e si abbassava in modo molto conturbante. — Non capisci? A me interessa sapere che non posso essere la donna di cui hai bisogno!

— Tesoro, tu sei esattamente la donna di cui ho bisogno. — Christopher cercò di tenere a freno la crescente impazienza e mantenne un tono dolce per ammorbidire le sue spine acuminate. — Io voglio stare con te nel bene e nel male, in ricchezza e in povertà, e... forse conosci il resto meglio di me. Non ho assistito a tanti matrimoni.

Sentendosi un idiota melodrammatico, Christopher s’inginocchiò davanti a lei. — Mia cara Meredith, vuoi farmi l’onore di sposarmi?

Lei si portò una mano alla bocca, trattenendo un singhiozzo o una risata, Christopher non avrebbe saputo dirlo, ma i suoi occhi brillavano ed erano increspati agli angoli, quindi lui intuì che stava ridendo. Meredith scosse la testa e tolse la mano davanti alla bocca per dire con un sussurro strozzato.

Christopher si alzò in piedi e le cinse la vita, ma non l’abbracciò, né si chinò a baciarla. — Voglio farti una promessa. Ti prometto di esserti fedele e che il mio amore per te non muterà con il passare del tempo. Sarà costante come il girasole che si volta sempre per seguire il sole. — Sorrise. — Tu, naturalmente, sei il sole in questa metafora. E da parte tua, voglio che tu mi prometta di essere sempre sincera con me. Nulla potrà mai essere così terribile da non poter essere condiviso con me e non ci sarà mai nulla che non potremo superare se non avremo paura di discuterne.

Meredith scosse di nuovo la testa e sollevò una mano per accarezzargli il viso. — Il mio stupefacente professore! Da quando sei diventato così saggio?

— È fondamentale. La comunicazione è essenziale tra le specie animali per la loro stessa sopravvivenza. — Christopher parlava in tono ironico, ma ne era convinto davvero.

— E le tue amate piante? Comunicano anche loro?

— Ah, loro hanno un linguaggio segreto, se le si sa ascoltare. Vieni, ti faccio vedere. — Christopher la prese per mano e la condusse in fondo alla serra, dove cresceva la Rosa foetida. Non raccoglieva mai fiori per Meredith, ma condivideva la loro bellezza con lei nel loro ambiente naturale.

Posandole una mano sulla schiena, la invitò a chinarsi. — Annusa i boccioli. Un profumo intenso, vero? — Vedere i suoi occhi socchiudersi mentre inalava il penetrante profumo gli causò una fitta d’eccitazione. C’era qualcosa di così dolcemente affascinante e di sensualmente erotico in una donna che inala il profumo di un fiore.

— Un profumo incantevole. — Meredith si raddrizzò, accarezzando i setosi petali color albicocca e voltandosi verso di lui con un sorriso. — Che cosa sta dicendo?

— La rosa sta esprimendo la sua volontà di vivere, invitando le api a raccogliere il polline e quindi a propagare la sua specie... un messaggio semplice, basilare e diretto. Come quello delle spine, che avvisano silenziosamente i predatori di stare lontani.

Il sorriso di Meredith si fece triste. — Propagare la specie — mormorò, e solo in quell’attimo Christopher si rese conto del proprio errore.

L’attirò a sé, prendendola tra le braccia e inalando il profumo dei suoi capelli, più dolce di quello delle rose. — Ti sei mai chiesta, mia cara, quanti bambini orfani vagano per le strade di tutte le città del mondo? Piccoli esseri con una durata di vita che probabilmente non supererà quella di questi boccioli. È inutile che la gente si preoccupi tanto di generare altre creature della nostra specie quando un’eccedenza di esseri umani già calpesta la terra.

Meredith lo guardò, i suoi occhi brillavano ancora per lo stupore, come quelli di un bambino che ha visto la meraviglia di una giostra per la prima volta. — Tu, Christopher Whitby, sei un uomo sorprendente.

— Sono un pragmatico. Se avere un figlio è tanto importante per te, avremo un figlio.

— E se andare in India è tanto importante per te, andremo in India — replicò lei. — Da quel poco che ho letto sui diari di viaggio, è un paese affascinante, con diverse culture. Forse potremmo scandalizzare tutti, anche i miei amici bohémien, con una cerimonia nuziale indù.

— Ti sposerò in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo tu desideri. Non è il riconoscimento sociale quello che m’interessa, ma suppongo di essere ancora abbastanza tradizionalista, e forse insicuro, da apprezzare un rito ufficiale. — Christopher le circondò la nuca e si chinò a sentire il sapore delle sue labbra, anch’esse dolci come le rose. — Ma ora, mia cara, credo che abbiamo parlato abbastanza. Sigilliamo la nostra promessa nel modo più tradizionale.

— Con un anello di fidanzamento? — Meredith spalancò gli occhi, fingendo una candida sorpresa.

— Stavo pensando a qualcosa di più... primitivo, di più adatto a due creature istintive e passionali come noi. — Con un rauco ruggito, lui le morse il mento.

Meredith strillò e fece un balzo indietro. Sollevandosi le vesti, fuggì da lui, correndo lungo il sentiero lastricato e si rifugiò dietro a un’aiuola di genziane in fiore. Christopher la inseguì come un cane che ha fiutato l’odore della volpe, il cuore che gli batteva forte e il sangue che ribolliva di eccitazione e di lussuria. Voleva gettarla a terra e possederla lì come avevano fatto tanto tempo prima, inaugurando la nuova serra. Ma Meredith aveva le ali ai piedi e gli sfuggì agilmente, mentre le sue dita sfioravano appena la mussola fluttuante del suo abito.

Il suo vestito rimase impigliato in un ramo spinoso e si lacerò. Era già sporco di terra nei punti in cui Christopher l’aveva toccata. Non sarebbe stata una grande perdita se le avesse strappato l’abito di dosso, facendo saltare i bottoni di proposito, ed era esattamente quel che lui intendeva fare dopo averla raggiunta.

La serra non era grande e non gli ci volle molto per imprigionarla in un angolo, sotto l’imponente Ficus carica. Meredith lo fronteggiò, con i magnifici seni che si alzavano e si abbassavano, la scollatura e il viso lucidi di sudore, gli occhi pieni di malizia. Lei si leccò le labbra. — Volete possedermi qui, signore?

— Sì, lo voglio. — La sua voce era ridotta a un languido sussurro. Gli indumenti incollati al corpo madido di sudore lo ostacolavano e lo tormentavano. Afferrò Meredith e la prese di nuovo tra le braccia, divorandola di baci e spogliandola, riducendo a brandelli il delicato tessuto.

Dopo essersi liberato anche dei propri abiti, Christopher rimase nudo insieme alla sua amante in mezzo alla bellezza opulenta della natura, nel lussureggiante Giardino dell’Eden che aveva creato appositamente per lei. Questa volta le si avvicinò più lentamente, stuzzicandola e accarezzandola languidamente, mentre la invitava a distendersi sul morbido terriccio. I loro corpi si avvinghiarono in quell’atmosfera umida e torrida, diventando un tutt’uno nell’antico ed eterno rituale dell’accoppiamento.

Mentre affondava in lei un’ultima volta, rabbrividendo e gemendo nell’estasi dell’orgasmo, Christopher pensò che quell’intimità, quella promessa di un futuro da condividere, significasse più di qualsiasi anello di diamanti o delle pubblicazioni matrimoniali ufficiali. Nel suo cuore, loro due erano già marito e moglie.