Introduzione

Applicare “L’arte della guerra”

Circa duemilatrecento anni fa, nella regione che corrisponde all’odierna Cina settentrionale, un gruppo di generali mise per la prima volta in forma scritta la sua saggezza collettiva. Tale testo avrebbe modellato il pensiero strategico di tutta l’Asia orientale secondo una prospettiva radicalmente nuova in grado di portare alla vittoria senza combattere. Noto in Occidente come L’arte della guerra, tale testo in Cina è tuttora chiamato Sun Tzu, dal nome del patriarca di quella stirpe di militari.

Nell’ultimo mezzo secolo questo testo è diventato un manuale per tutti coloro che desiderano cambiare il proprio modo di affrontare i conflitti, siano guerre, contese in affari o semplicemente questioni di vita quotidiana. Un generale che individua il suo bersaglio, un consiglio d’amministrazione in impasse, i nostri concittadini che si uniscono per proteggere un parco locale: ecco i guerrieri moderni che attingono al Sun Tzu, tutti pienamente convinti che la sua antica saggezza conservi ancora oggi intatte le sue virtù. Ma come è possibile applicare in modo autentico questo testo cinese alla nostra vita? Come può insegnarci ad affrontare il conflitto con maggiore efficacia? Queste sono le principali domande che ci poniamo nella presente pubblicazione.

Le risposte si trovano nel Sun Tzu stesso. Il testo insegna come conquistare senza aggredire, in un conflitto esteso o limitato, personale o nazionale. Uno dei distici più famosi afferma:

Perciò, ottenere cento vittorie in cento battaglie non è prova di suprema abilità.

Sottomettere l’esercito nemico senza combattere è prova di suprema abilità.

La saggezza di questo libro deriva da una profonda conoscenza dell’uomo, cui tutti noi possiamo accedere. Non può essere un marchio di proprietà, né cinese né occidentale. Essa mostra un modo sano, corretto ed efficace di gestire il conflitto. Pur presentando alcuni modelli di comportamento, il Sun Tzu non ci invita a imitarli, bensì a comprenderne pienamente gli insegnamenti. Se rispondiamo a questo invito, giungeremo naturalmente alle stesse conclusioni contenute nel testo.

Il Sun Tzu parte da una verità di fondo: il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi. Talvolta riusciamo abilmente a evitarlo, ma altre volte dobbiamo affrontarlo direttamente. Molti di noi hanno verificato il potere distruttivo insito nell’aggressione, sia personalmente, sia nei disastri prodotti dai conflitti armati, e anche i limiti di gran parte delle risposte politiche e personali a tali aggressioni. Come gestire tutto ciò in modo più incisivo ed efficace?

Il Sun Tzu raccomanda che la risposta al conflitto inizi dalla conoscenza di noi stessi e degli altri. Il capitolo 3 afferma:

E così, nelle operazioni militari –

Se conosci il nemico e conosci te stesso, ~

Nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo. ~

Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, ~

Le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta. ~

Se non conosci né il nemico né te stesso, ~

Ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. ~

La conoscenza di sé nel Sun Tzu comprende la consapevolezza di quali siano le nostre forze quando sono al massimo, ma prende forma da qualcosa di molto più intimo, dalla conoscenza della nostra mente. Per raggiungere questo obiettivo si può ricorrere alle pratiche contemplative che offrono un efficace mezzo di introspezione, ma quella per eccellenza è l’apertura della mente. Questa apertura può essere presente in tutte le nostre attività. È presente in noi quando percepiamo all’improvviso la bellezza. È la fonte informe e creativa delle arti plastiche e dello spettacolo. Gli atleti la conoscono come “la zona” e gli amanti non tentano nemmeno di definirla: è presente là dove essi sono più a loro agio e là dove le loro azioni hanno più forza.

Ma perché, dunque, qualcuno che diffidi della forza distruttiva dell’aggressione dovrebbe studiare un testo sul conflitto? Come dice il Sun Tzu, essenzialmente per conoscere se stessi e la propria mente. E poiché viviamo in un mondo dove è impossibile evitare le aggressioni, dobbiamo conoscere l’altro per riuscire a catturare la sua attenzione. È quindi necessario imparare a gestire direttamente il conflitto nel nostro ambiente senza ignorarlo, soffocarlo, arrendersi a esso o tentare di negarne l’esistenza. Per quanto profonda sia la nostra saggezza individuale, essa non inciderà sul mondo reale, a meno che non si allei a qualche sorta di potere. Riconoscere questa verità appare importante soprattutto ora che le conseguenze delle azioni umane possono essere totalmente devastanti. Questo testo, dunque, mostra come gestire il conflitto sia nel nostro intimo, sia all’esterno di noi stessi.

La stirpe militare che fece conoscere al mondo L’arte della guerra faceva riferimento a un maestro di strategia di nome Sun Tzu che, secondo la leggenda, divenne celebre per le brillanti campagne condotte all’epoca di Confucio, nel VI secolo a.C. L’opera di strategia militare di Sun Tzu venne trasmessa ai suoi successori, grazie dapprima alla tradizione orale e poi alla solerte trascrizione su strisce di bambù. Gradualmente tale saggezza divenne nota anche ai non militari e cominciò a diffondersi in tutta l’antica Cina. Sappiamo che era apprezzata dai primi imperatori, perché il catalogo della biblioteca imperiale del I secolo a.C. ne elenca una copia. La reputazione del testo si diffuse dalla Cina a tutta l’Asia orientale e la figura di Sun Tzu venne a rappresentare il modello supremo del pensiero strategico.

Varie possono essere le modalità per conoscere a fondo e penetrare in modo autentico il significato di uno scritto così antico e così lontano dalle nostre concezioni: avvicinarsi all’essenza di questa saggezza imparando a conoscerla e mettendola in pratica, oppure semplicemente ammirandola o scimmiottandola. Ci aiuta in questo l’esempio del saggio comandante, il generale cui il Sun Tzu si rivolge. Egli incarna la visione secolare del testo e l’esempio che ci offre permette di conoscere tutte le sue attività. Nonostante i risultati da lui conseguiti possano sembrare complessivamente straordinari, ognuna delle sue qualità è presente in ciascuno di noi. Si sviluppano naturalmente dalle nostre capacità innate vedendo, ascoltando, pensando e interagendo con il mondo.

Le lingue occidentali hanno pronomi maschili e femminili e poiché i generali della storia cinese erano uomini, abbiamo adottato la convenzione di riferirci al saggio comandante come a un “lui”. È di fondamentale importanza tuttavia capire che la conoscenza e l’azione del saggio comandante non sono semplice prerogativa degli uomini o delle donne, e ancora, la saggezza del Sun Tzu non si applica solo agli uomini in uno scenario militare, ma a chiunque cerchi di affrontare un conflitto evitando l’aggressione.

Siamo in grado di individuare le qualità del saggio comandante in certi uomini e donne non comuni, in coloro che mantengono un’aura di inconsueta tranquillità intorno a sé, o che appaiono pieni di infinite risorse. Eppure, è possibile che tali persone non abbiano mai neppure sentito nominare il Sun Tzu. Ciò dimostra che la saggezza depositata in questo testo non è un apporto estraneo, ma una naturale espressione delle comuni facoltà umane.

Se cerchiamo la fonte del potere del saggio comandante, scopriamo che nasce dal fatto che egli è semplicemente e genuinamente se stesso, sempre a suo agio con la propria identità. Più è rilassato, maggiore è il potere che manifesta. In alcune persone tale stato d’animo emerge più o meno spontaneamente, altre lo raggiungono grazie a una forte disciplina, o per mezzo di un’esperienza aspra e improvvisa, quale può essere la percezione del potere che la paura ha sulla mente umana.

Il saggio comandante valuta il mondo intorno a lui senza alcun timore. Non considera le cose a suo favore o sfavore, ma con giudizio spassionato. Non assume una posizione o un’identità fissa. Così la sua saggezza emerge al momento propizio.

Il Sun Tzu sottolinea ripetutamente che questa saggezza sta alla base delle azioni dettate da astuzia e perizia. È la prima delle quattro qualità del generale (capitolo 1). Determina la differenza tra vittoria e sconfitta. Così nel capitolo 10 il testo dice:

Se so che le mie truppe sono pronte a combattere, ma non che il nemico è inattaccabile,

Le mie possibilità di vittoria sono dimezzate.

Se so che il nemico è attaccabile, ma non che i miei soldati non sono pronti a combattere,

Le mie possibilità di vittoria sono dimezzate.

Se so che il nemico è attaccabile e che i miei soldati sono pronti a combattere, ma non che le condizioni del terreno sono insidiose,

Le mie possibilità di vittoria sono dimezzate.

Questo sapere inizia dapprima con elementi propri del mondo militare che riguardano la forza e gli approvvigionamenti delle truppe, per arrivare poi a una complessità di eventi di stampo taoista, che il grande generale conosce a fondo. Include, inoltre, la conoscenza delle manovre ordinarie e straordinarie in caso di combattimento e la capacità di sentirsi a proprio agio persino nel caos.

Come mettere in pratica questo sapere? Anche noi abbiamo molte opportunità di farlo, persino nella nostra vita quotidiana. Una madre chiede al figlio di andare a dormire, ma questi, che indubbiamente ha le sue ottime ragioni, rifiuta. Se la madre non agisse, il figlio potrebbe non dormire a sufficienza e in futuro rifiutarsi di obbedire a qualsiasi ordine. Tuttavia, se la madre insistesse immediatamente, non farebbe che rafforzare la resistenza del bambino. Qual è il modo giusto di comportarsi? Come potrà la madre ottenere l’effetto desiderato senza dar luogo a una guerra più grande e a una vita casalinga meno vivibile?

Innanzitutto, non si può dare al genitore un consiglio astratto. Il comportamento ottimale emerge solamente dalla conoscenza di tutti i dettagli che costituiscono la situazione. In altri termini, siamo da soli di fronte alle nuove e impreviste circostanze della vita. Nessuno, nessun libro e nessuna saggezza esterna possono dirci come agire. Nemmeno i modelli che precedentemente hanno avuto successo possono essere applicati semplicemente alle realtà specifiche della nostra situazione attuale. Come dice il capitolo 1 del Sun Tzu:

Questi sono gli stratagemmi militari vittoriosi dei nostri avi.

Non possono essere tramandati in anticipo.

Dobbiamo dunque determinare i mezzi per la vittoria qui e ora, poiché le sue condizioni esistono solo nel momento presente.

Dobbiamo inoltre riconoscere il sentimento di una madre per il suo bambino, allo stesso modo in cui ognuno di noi può constatare che il nostro nemico è umano, come lo siamo noi. Questa saggezza non trae origine da qualche fonte esterna, ma è un intuito che tutti possediamo. Non richiede alcun talento inusuale, niente che non ci appartenga già. Tutto ciò che ci è necessario è la nostra intelligenza di uomini, l’attenzione al momento presente e l’apertura al mondo. Allo stesso tempo, possiamo sviluppare tutte queste capacità.

Avvicinandoci al Sun Tzu in questo modo, possiamo capire che i suoi insegnamenti non sono limitati a un singolo ambito di attività. Il suo linguaggio può essere applicato egualmente alla madre che mette a letto il bambino e al comandante di un plotone che si oppone all’ordine disastroso di un superiore di attaccare il nemico sbagliato. Il Sun Tzu opera a livello della battaglia dell’ego, della guerra tra nazioni e di qualsiasi situazione si trovi fra questi due estremi. Comunque la sua applicazione specifica può solamente derivare dall’unicità di ogni singolo caso.

Questa unicità ha implicazioni di ampio respiro sul modo di studiare il testo e di metterlo in pratica nelle situazioni della vita reale. La presente traduzione del Sun Tzu può, dunque, essere solo una parte di un complesso processo. Il testo contiene le parole e le parole espongono la natura del conflitto fornendoci una moltitudine di modelli, ma solamente quando andremo oltre le parole specifiche, i concetti e gli esempi saremo liberi di rispondere apertamente e in modo adeguato alla situazione di vita che sta davanti, intorno e dentro di noi.

Sarà utile in questo processo poter identificare la prospettiva del Sun Tzu, vedere il mondo nel modo in cui esso lo vede, che è, innanzitutto, la visione di “conquistare intero e intatto il nemico”. Questo concetto significa conquistare il nemico in modo da mantenere, per quanto possibile, intatte sia le nostre risorse, sia quelle dell’avversario. Tale vittoria lascia in vita qualcosa su cui costruire, sia per noi, sia per il nostro ex nemico. Questa non è semplicemente una posizione filosofica o un approccio altruistico. La distruzione lascia solamente devastazione non solo per gli sconfitti, ma anche per i conquistatori, che cercheranno di imporre a lungo la loro “pace” al termine della battaglia. La vera vittoria è la vittoria sull’aggressione, una vittoria che rispetti l’umanità del nemico rendendo così inutile un ulteriore conflitto.

Il “conquistare intero e intatto il nemico” parte dai dettagli ordinari delle nostre vite e li include tutti. La madre che cerca di mettere a letto il bambino deve conoscere le sue abitudini, il suo temperamento e la sua disposizione d’animo quanto i propri, il modo in cui tali fattori variano durante il giorno e quali di questi sono entrati in gioco in quella particolare sera. Rendendosi conto della loro configurazione, le sue azioni cambiano di conseguenza e rispondono all’evoluzione in corso. In tutto questo, la madre cerca una prospettiva più ampia.

Una prospettiva così forte da condurre impercettibilmente gli altri a aderirvi, siano essi un figlio, un nemico o un alleato poco affidabile. È una prospettiva potente e attraente allo stesso tempo, perché chiunque vi può riconoscere una soluzione accomodante, capace di trascendere le piccolezze e rispettare intelligenza e visuale di ognuno. Non si tratta semplicemente di portare l’altra persona dalla nostra parte, ma di portarla a qualcosa di più grande di una “parte” qualsiasi. Questa visione, sempre attuabile e possibile, deriva da un notevole senso di responsabilità.

“Conquistare intero e intatto il nemico” è un modo di essere e di vedere e, poiché da esso derivano le nostre azioni, è anche un modo di agire. Non preclude l’uso della forza, ma nell’usare la forza cerca di preservare le potenzialità: cerca di non escludere nessuna possibilità, compreso il benessere dell’altro. In ultima istanza, porta alla vittoria.

Una vittoria che si ottiene senza battaglia è una manifestazione del “conquistare intero e intatto il nemico”. Ma vincere senza combattere non è semplicemente un modo alternativo di raggiungere il nostro obiettivo, in questo caso senza spendere risorse preziose: è una comprensione fondamentalmente diversa del terreno del conflitto. Assomiglia a una situazione in cui ogni parte ottiene ciò che le serve, e in cui la vittoria oltrepassa i desideri particolari di ciascuno per raggiungere una visione più ampia. Si applica sia alle negoziazioni amichevoli tra forze pari, sia ai duri conflitti tra forze impari. Questa vittoria comporta un potere enorme, poiché non deve conformarsi a punti di riferimento di minore importanza.

La vittoria abbraccia tutti gli aspetti del mondo. Rifiutarne alcuni significa non analizzare a fondo la situazione: non rimarrebbe altra alternativa che il ricorso alla forza. Ciò perpetuerebbe la lotta, dentro e intorno a noi, consolidando una visione dell’altro come nostro opposto e del conflitto come vittoria o perdita. Ci renderebbe suscettibili alla sconfitta, poiché catturerebbe la nostra mente, rinchiuderebbe le nostre percezioni entro il mondo e impedirebbe alla piena conoscenza di manifestarsi.

Per quanto attraente sia questa visione della vittoria, è pur sempre vero che il Sun Tzu fu scritto molto tempo fa da persone il cui mondo era completamente differente dal nostro. Desiderando studiare questo testo, com’è possibile trovare i suoi insegnamenti essenziali, pur riconoscendo che essi sorsero in un tempo e in un luogo specifici? Non possiamo semplicemente ignorare queste differenze, decidendo che tali idee significano qualsiasi cosa noi desideriamo.

È una questione che riguarda il legame oltre il tempo e lo spazio tra ciò che è estraneo e ciò che è familiare, ma riguarda anche la trasmissione del testo. Un tempo, il libro apparteneva a un particolare popolo. Ora pretendiamo che appartenga a tutti noi. Una migliore comprensione delle ragioni che segnano la nascita del testo e del suo significato nel mondo dei suoi primi fruitori ci aiuterà a capire la sua funzione nel mondo odierno.

Gli studiosi pensano che il Sun Tzu tragga origine dalla tradizione orale all’incirca nel IV secolo a.C., al tempo in cui in Cina i modelli di governo, guerra, moralità e organizzazione sociale si stavano dissolvendo. Le guerre endemiche avevano distrutto la fiducia nelle vecchie tradizioni. Fu proposta la più ampia varietà di soluzioni, dal ritorno delle forme tradizionali alla fredda efficienza organizzativa, utile alla formazione di grandi eserciti e burocrazie impersonali.

La risposta del Sun Tzu era quella di enfatizzare il sapere che nasce nel momento presente. Qualsiasi forma può essere utile, ma la sua applicazione dipende dalla consapevolezza delle circostanze attuali, nella situazione presente. Tale sapere, avverte il testo, “non può essere tramandato in anticipo”.

Così il Sun Tzu non organizza il suo pensiero secondo schemi logici. Quando leggiamo un libro, spesso troviamo utile identificare i suoi principi essenziali, dapprima isolandoli e generalizzandoli, per poi applicarli adeguatamente alle nuove situazioni; questo può essere un modo estremamente efficace e utile per acquisire e strutturare un nuovo sapere. Ma anche se il Sun Tzu contiene solo alcuni principi, come il fatto che questa conoscenza non possa “essere tramandata in anticipo”, offre soprattutto esempi che incarnano concretamente il punto di vista da cui considera il mondo. Si tratta di osservazioni e modelli legati fra loro in modo poco chiaro e solo da scarne argomentazioni. Non sviluppa le sue dottrine attraverso la dimostrazione logica, ma insegna tramite analogie e metafore. Non possiamo semplicemente estrapolare le sue intuizioni e inserirle nelle nostre strutture preesistenti. Per cogliere il significato profondo del Sun Tzu dobbiamo sviluppare nuovi modi di usare la nostra mente.

Il nostro libro offre una grande varietà di approcci al Sun Tzu. Non è necessario leggerlo tutto di seguito. Alcuni lettori potrebbero voler iniziare con i tre saggi della parte centrale, che introducono il suo pensiero e la sua pratica. Il primo di questi, Conquistare intero e intatto il nemico, presenta la visione del mondo del Sun Tzu, ne mostra le implicazioni per quanto riguarda l’applicazione al momento presente. Sviluppa l’idea del Tao come un modo di essere, di vedere e di fare. Il secondo, Il saggio comandante, fornisce una visione più completa della figura centrale del libro, che abbiamo brevemente descritto. Descrive la persona saggia e matura per aiutarci a riconoscere le sue stesse qualità in noi. Il terzo saggio, Il collegamento con la tradizione, esplora il modo e le motivazioni per cui un testo antico può aver valore nel mondo odierno. In parte questo è possibile grazie al Sun Tzu stesso e in parte grazie alle principali interpretazioni occidentali degli ultimi cento anni.

Le caratteristiche della lingua cinese suggerivano anche una particolare strategia di traduzione. Quando negli anni Settanta leggemmo per la prima volta le versioni in inglese del Sun Tzu, ci convincemmo, come molti altri, che conteneva un’energia enorme, ma allo stesso tempo provammo una grande frustrazione, in quanto la sua saggezza sembrava svanire nella parafrasi. Risalendo all’originale cinese, fummo stupiti dalla sua semplicità, chiarezza e schiettezza, che non lasciavano spazio a incertezze di sorta. Eravamo convinti che fosse possibile riprodurre queste qualità in inglese. Ci fu anche chiaro perché le altre traduzioni abbondavano di parole e spiegazioni: il testo poteva essere estremamente difficile e talvolta confondeva anche gli stessi commentatori cinesi.

La nostra traduzione, quindi, vuole preservare la purezza del testo, riprodurre il suono e il sentimento della lingua cinese, catturando così il momento in cui il Sun Tzu emergeva per la prima volta dalla tradizione orale. Per farlo, abbiamo forgiato un linguaggio duro e spoglio, a metà strada fra la prosa e la poesia. La sua semplicità incoraggia il lettore ad avvicinarsi al libro senza soffermarsi eccessivamente sui concetti, permettendo a suoni, modelli e significati di filtrare nella mente. A mano a mano che rimuoviamo i filtri tra il testo antico e il lettore moderno, il Sun Tzu inizia a rivelarsi in modo diretto.

Questa traduzione richiede perciò un intenso sforzo ai lettori: domanda loro di contemplare il testo, seguendo le sue caratteristiche di ripetitività, senza isolare i principi astratti o risolvere le sue incoerenze. Come altri classici cinesi (vengono in mente il Lao Tzu e l’I Ching) è spesso conciso, epigrammatico e pregno di implicazioni, eppure in qualche modo oscuro alla prima e anche alla seconda lettura. Questo vale per i lettori cinesi come per noi. I fruitori dei classici hanno sempre richiesto un’assistenza specialistica che li aiutasse a comprenderli. Tale assistenza può essere costituita da una tradizione orale, rappresentata da un insegnante in carne e ossa, o da una forma scritta, come i commentari o i commenti a questi ultimi.

Il Sun Tzu è un esempio di tale tradizione. Gli furono dedicati decine di commentari e dieci dei più famosi, che risalgono al periodo che va dal III all’XI secolo, vengono solitamente pubblicati insieme al testo cinese. La miglior fonte in lingua inglese al riguardo è la traduzione di Samuel Griffith del 1963, che si basa su di essi per chiarire le implicazioni contenute in molti brani.1

Noi abbiamo invece deciso di accludere un nostro commentario. Attenendoci alla tradizione cinese, forniamo le informazioni di cui il lettore occidentale ha bisogno per capire il Sun Tzu: una base che riguarda la lingua e la storia, nonché una spiegazione dei termini chiave nel momento in cui appaiono per la prima volta; il nostro intento è quello di rimuovere le barriere tra il lettore e il testo.

Ma, mentre i commentari tradizionali proseguono fissando interpretazioni definitive, il nostro punta a una visione d’insieme, in modo che la comprensione dei lettori possa maturare naturalmente. Il testo del Sun Tzu è così scarno da dare luogo a una varietà di interpretazioni plausibili. Volutamente non abbiamo fornito interpretazioni specifiche perché limitano la molteplicità di significati che il testo può comunicare. Questa non è solo una scelta teorica, ma una convinzione maturata dalla nostra esperienza a contatto con il pubblico nel corso dell’ultimo decennio. Siamo stati colpiti dalle intuizioni di lettori relativamente inesperti, che hanno trovato nel Sun Tzu importanti significati nonostante avessero ricevuto solo un orientamento elementare al testo.

Ci sono molte vie da esplorare, proseguendo nella lettura e nella riflessione del Sun Tzu. Forse alcuni di voi vorranno unire allo studio privato la possibilità di confrontarsi pubblicamente sul significato e l’applicazione del testo. Il nostro sito web, www.victoryoverwar.com fornisce quest’opportunità. Vi abbiamo inserito una guida allo studio per gruppi di lettura che aiuterà a sviscerare il senso del testo. Il sito contiene anche altri saggi sul Sun Tzu, nati scrivendo questo libro, ma rappresentati in esso solo indirettamente.

Il sito web contiene anche un’ampia sezione in cui si può discutere della varietà di significati delle singole parole, presenta argomenti che riguardano l’interpretazione di ogni singolo passaggio, parallelismi con altri testi antichi, inoltre confronta e analizza queste idee nel contesto storico della Cina. Spieghiamo quindi le scelte effettuate nella traduzione. Abbiamo anche incluso l’intera versione cinese del Sun Tzu e la sua versione in inglese parola per parola. Poiché l’ordine delle parole inglesi segue quello delle parole cinesi, anche senza alcuna conoscenza del cinese, si può imparare a seguire il testo in entrambe le lingue. Questi materiali costituiscono il completo apparato di interpretazione e commento al nostro libro.

Crediamo che il Sun Tzu contenga una profonda saggezza comune, che insegna a “conquistare intero e intatto il nemico”. In questo libro mostriamo come poterci accostare in modo autentico a tale principio, imparando ad affrontare il conflitto che prima o poi si incontra nella vita. Ciò è possibile perché questo modo di essere non appartiene esclusivamente al Sun Tzu. È un sapere fondamentale che appartiene all’uomo: la saggezza della non aggressione.

Ogni lettore moderno potrà così instaurare una relazione con il Sun Tzu simile a quella dei lettori cinesi degli ultimi due millenni. Questo è il modo in cui abbiamo deciso di penetrare nella tradizione. Nessuno può dire in anticipo che significato assumerà per noi il testo. Anche se esso offre dei modelli di comportamento da emulare, è possibile farli propri concretamente solo quando comprendiamo nel nostro intimo il loro significato profondo, fin quasi a raggiungere una fusione tra la nostra mente e la saggezza del Sun Tzu.

Allora, nelle situazioni di conflitto, l’essenza delle sue istruzioni inizia a dare forma al modo in cui pensiamo e agiamo. Quelle che sembravano verità estranee finiscono per diventare riconoscibili come nostre. Le nostre azioni diventano un’espressione naturale del mondo e del modo in cui funziona. Questo è il terreno su cui praticare l’arte della guerra.

1. Samuel Griffith, Sun Tzu. The Art of War, Oxford University Press, Oxford 1963.