In estrema sintesi, questo è il racconto della Malattia.
Ringrazio perciò per primi, e con tutto il cuore, i Malati Azzurri, gruppo di cui ho l’onore di far parte che è il mio bar virtuale, dove confluiscono senza freni inibitori tutte le esasperazioni e le euforie, le esplosioni di gioia e gli inguaribili dolori del resto della settimana. Grazie, ragazzi, per l’aiuto enorme: sono vostre le scaramanzie, i riti e i sentimenti che ho riportato qui dentro.
Grazie agli amici di Rizzoli, e in particolare a Luisa e Luca per aver creduto nella Passione. E soprattutto a Michele e Stefano, che hanno voluto e vogliono e accompagneranno la mia voglia di scrivere senza il colore nero.
Grazie a Pietro Valente, che per primo ha creduto nelle mie storie azzurre. E a Francesco Pinto: fratello, mai scriverò niente di così serio, e tu e io lo sappiamo.
Grazie a mio padre, che cinquant’anni fa mi disse che esisteva un altro tipo di amore: non più piccolo, non meno profondo.
E grazie, un’altra volta, a chi taglia, cuce, mescola, cuoce e guarnisce ogni cosa che la mia follia vomita disordinatamente sulla carta: la mia unica, meravigliosa Paola.