L’uomo di colore rispose al cellulare.
«Agli ordini».
Dall'altro capo una voce soffocata chiese frettolosamente:
«Lo hai?»
«Sissignore, come avevate richiesto, nel frigo, nel portabagagli».
«Lo hai preso all’interno del luogo, esattamente dove avevamo detto?»
«Sissignore».
«All'ora che avevamo detto?»
«Sissignore, a mezzanotte, era incosciente, ho preso due fialette».
«Era vivo?»
«Sissignore, solamente incosciente».
«Bravo, hai lasciato le altre cose accanto a lui?»
«Tutte, per come avevamo detto».
«Ti ha visto nessuno?»
«Nessuno, assolutamente».
«Ottimo. Fai attenzione e portale alla base, ad Atene. Fra pochi giorni verremo anche noi lì».
Il medico militare bavarese, ormai in pensione, sorrise lievemente chiudendo il suo telefonino: la prima parte dell'operazione era stata portata a termine.
«Restano gli altri», pensò. «Forse anche il secondo è già pronto. Nella loro terra, con il loro modo... Esattamente come gli Antichi Greci».
Rise, sfregandosi le mani e battendole con forza tra loro, si alzò e guardò fuori dal suo ufficio a Salisburgo. Il fiume scorreva lento nella città tranquilla.
«Fra pochi giorni l'Europa intera parlerà di noi», sorrise. «Dai Greci ha avuto inizio la cultura, da lì hanno avuto inizio la scienza, le arti. Da lì inizierà anche la fine».
Li odiava così tanto questi Greci dei miei stivali! Qualsiasi libro aprisse all'università, incespicava in parole greche. Dappertutto c'erano termini greci: si sentiva così piccolo innanzi allo splendore greco!
Nel locale Circolo Scienziati il suo professore diceva...
«Ascolta, Eric:
La filosofia ha avuto inizio dalla Grecia.
La medicina ha avuto inizio dalla Grecia.
La logica ha avuto inizio dalla Grecia.
L'architettura ha avuto inizio dalla Grecia.
La matematica e la geometria hanno avuto inizio dalla Grecia.
L'astronomia ha avuto inizio dalla Grecia.
Il teatro ha avuto inizio dalla Grecia.
L'atletica ha avuto inizio dalla Grecia.
Più facile enumerare ciò che non ha avuto inizio dalla Grecia.
Tutti noi dobbiamo loro la nostra eterna gratitudine».
«Merda!» esclamò, chiudendo le tende con forza. «Filellenico dei miei stivali, il professore!»
Ovunque, avanti a lui, per tutta la vita, la Grecia e i Greci! E come diavolo era così bella la loro patria e il loro sole? Il sole greco era tanto diverso e vivificante. Quanta luce vivida, quanta luce...
Guardò fuori spostando ancora una volta la tenda, verso il vecchio cimitero di San Pietro a Salisburgo. Il tipico cielo nuvoloso austriaco che dava una pennellata di grigio a tutti gli edifici. Nessun colore. Triste, monocromatico, depresso... come l'espressione che aveva preso il suo volto.
Quanta luce e quanto colore aveva la Grecia? In cosa differivano questi Greci con loro? Lo aveva scoperto in tempi remoti Friedrich Nietzsche. Nel suo primo libro del 1872, dal titolo «La Nascita della Tragedia» e più specificamente nel capitolo XV, ove Nietzsche fa una menzione speciale al popolo greco. Quante volte, da quel libro, aveva letto con disgusto il peculiare estratto:
«E' dimostrato che ogni epoca e ogni grado di civiltà hanno tentato di liberarsi almeno una volta con profondo fastidio dai Greci.
A confronto con loro tutto ciò che era possibile raggiungere in proprio, all'apparenza di assoluta originalità e giustamente ammirato, improvvisamente sembrava perdere colore e vitalità e ridursi in una copia malriuscita, anzi in una caricatura.
Così, sempre di nuovo, irrompe quell'irosità interiore contro quel piccolo popolo superbo, che si vantava di indicare come "barbaro", per ogni tempo ciò che non apparteneva alla propria terra. Nessuno dei loro ricorrenti nemici era stato così fortunato da trovare la coppa di cicuta con cui la si sarebbe fatta finita con una tale natura. Tutto il veleno che l'invidia, la calunnia e la rabbia generarono, non riuscì a distruggere questo splendore bastante a sé stesso. Perciò ci si vergogna e si temono i Greci.
A meno che uno apprezzi la verità sopra ogni cosa e perciò osi anche confessarsela questa verità: che i Greci come un'auriga hanno in mano la nostra e ogni cultura ma che quasi sempre carro e cavalli sono di scarsa qualità e non all'altezza di chi li conduce, tanto che è uno scherzo per loro gettare cavalli e carro nell'abisso: che essi invece superano con il salto di Achille»13.
Prima di Nietzsche tuttavia anche Friedrich Schiller, poeta e scrittore, nato in Germania a Württemberg nel 1759, fu catturato dallo stesso argomento che elaborò a modo suo, essendo lui stato il primo grande rappresentante del movimento romantico.
«Maledetto Greco!
Ovunque si volti il mio pensiero, ovunque volga la mia anima, avanti a me ti vedo, ti trovo.
Ho un gran desiderio di Arte, Poesia, Teatro, Architettura, tu, prima del primo, e insuperabile.
Ricerco Scienza, Matematica, Filosofia, Medicina, anche qui sei vetta insormontabile.
Ho sete di Democrazia, Equità e Uguaglianza, tu davanti a me e senza ombra e senza eguali.
Maledetto Greco, maledetta conoscenza…
Perché mi imbatto in te?
Per sentirmi così piccolo io, insignificante, minuscolo?
Perché non mi lasci alla mia disattenzione e alla mia spensieratezza?»
Come ricercatore e medico, era divenuta ossessione l'idea della Grecia e dei Greci nella sventura di studi così intramontabili...
E quando anche Maria Costanza, la sua bella compagna di studi a Oxford, lo aveva lasciato per un Greco, loro compagno di classe, quello era stato il colpo di grazia, da allora aveva profondamente odiato tutto ciò che era greco.
Gli aveva propinato la misera giustificazione che Giorgos cucinava deliziosi piatti greci e le offriva Ouzo che a lei piaceva molto... come se fosse possibile ...
Questo trauma giovanile aveva lasciato un segno indelebile su di lui. È notevole come queste esperienze giovanili possano contrassegnare successivamente le vite degli uomini.
Ma era giunto il tempo ora. L'inizio della fine...
Prima quelli e poi tutti gli altri. Con i loro mezzi, la loro conoscenza, il metodo greco.
Instabilità, caos economico dopo il crollo.
Alzò il telefono e chiamò Washington.
«Tutto bene, Fratello mio», disse con voce ferma, «passiamo alla fase successiva, ti aspetto qui».
E il tempo incalza, pensò...