Alle tre esatte... gli stranieri al Grand Bretagne si mossero lasciando le loro camere per scendere uno ad uno verso l'uscita segreta del sotterraneo e da lì per il tempio centrale. Uno ad uno, senza dare nell'occhio, Eric, John e Philippe scesero in tre diversi momenti e, con enorme attenzione, scivolarono nell'entrata nascosta verso le viscere della terra ateniese. Nessuno notò la loro scomparsa... letteralmente fu come se la terra si fosse aperta e li avesse inghiottiti.
Poco dopo Kosmàs arrivò all'albergo e con cautela scese anche lui verso il primo sotterraneo. Al suo arrivo, all'interno c'erano all'interno gli addetti delle pulizie, così dovette aspettare alcuni insopportabili momenti perché il luogo si liberasse.
Nel tempio si erano già concentrati gli altri e diedero inizio all'ultima fase del dramma. Seguendo il corridoio misterioso dal Museo Botanico del Giardino Nazionale fino a lì...
Candelabri a tre e cinque ceri illuminavano suggestivamente il luogo e i sette uomini erano seduti intorno al tavolo centrale.
Davanti al Tedesco erano poggiate le quattro fiale di sangue (ne avevano prelevate due da ogni vittima) su un vassoio d'argento.
«Voglio a questo punto, poco prima del completamente della missione, congratularmi con la squadra d'assalto per il suo successo», cominciò il Bavarese «siete riusciti a raccogliere quello che si doveva senza problemi, nel tempo previsto e senza incidenti».
Alle sue parole i tre uomini si alzarono in piedi.
Sul tavolo era stesa una cartina della Grecia con piccoli coni metallici dorati sopra su alcuni punti scelti.
«Sedete, Fratelli miei, sedetevi, davvero vi meritate le congratulazioni. Entriamo», continuò, «nell'ultima fase del nostro progetto. Oggi concluderemo il nostro lavoro esattamente nel cuore della grecità, sulla loro Acropoli, mentre gli occhi del mondo saranno puntati su di lei. Ecco l'intero progetto», stese le mani sopra la mappa... «Un piano che è stato eseguito alla lettera e la cui fase finale sarà completata fra poche ore. Ditemi, siete pronti?»
Kosmàs scendeva per le stesse scale che aveva già sceso il martedì precedente a mezzogiorno, subito dopo l'assassinio dell'Euzone. Correva per arrivare in tempo, senza sapere per cosa... Un forte impulso lo conduceva... correva con la sensazione di essere vicino a qualcosa di importante.
L'istinto, non trascurarlo mai.
Corse e insieme a lui correva anche la paura: e se alla fine il suo sforzo non avesse avuto alcun significato? Appena arrivato all'incrocio delle gallerie, si fermò esitante. Il senso di soffocamento nei sotterranei lo asfissiava di nuovo. La galleria a sinistra andava verso il Museo Botanico del Giardino Nazionale, che aveva percorso un paio di giorni prima con Eva, l'altra, proprio di fronte a lui, procedeva verso la Chiesa Russa, da dove era uscito la volta precedente. Lateralmente a destra iniziava un'altra galleria… verso l'ignoto. Senza pensarci troppo voltò a destra, verso l'ignoto, alla ricerca di una via d'uscita, e, probabilmente, una soluzione al difficile enigma che aveva tra le mani.
L'istinto...............
Continuando a camminare la galleria aveva una salita e piano piano si restringeva... Dopo due o tre minuti a passo veloce vide davanti a sé una scala. I gradini di pietra erano grandi e larghi ... cominciò a salire, finché non sentì un portello piccolo, una piccola botola in legno, direttamente sopra di lui, battergli sulla testa. Trattenne il respiro. Il cuore gli batteva rapido. Ascoltò attentamente e sentì delle voci... Sollevò un po' la botola, solo di uno o due centimetri, tenne accuratamente il portello di legno e distinse in fondo la gente riunita intorno al tavolo... tese tutto il corpo... cercò di ascoltare meglio... senza farsi notare.
«Sua Maestà», si udì un'unica voce, «siamo pronti. La preparazione del nostro progetto è stata completata con gran successo. Tutti gli estintori del museo dell'Acropoli sono stati da giorni gradualmente sostituiti con i nuovi che contengono gas SARIN invece di anidride carbonica CO2. E i loro meccanismi sono tutti stati convertiti in valvole elettroniche di rilascio e sono già configurate con un ritardo di due minuti. Si attiveranno automaticamente con un conto alla rovescia appena questo trasmettitore si avvicina a venti metri dal museo e viene armato».
Alzò la mano che teneva un piccolo dispositivo che si vedeva appena alla luce delle candele.
«Una volta che questo tasto viene premuto e successivamente posizionato in un raggio di venti metri, allora saranno attivati in serie tutti gli estintori e rilasceranno silenziosamente il loro contenuto che si disperderà nell'aria».
Alla parola "Sarin" Kosmàs rabbrividì! Un gas mortale inodore, incolore e insapore. Il gas Sarin è quel gas chimico nervino che prepararono in Inghilterra, USA e URSS durante la guerra fredda perché era più attivo, più economico, e viene convertito da liquido a gassoso molto facilmente. Così può essere trasportato in forma liquida in bottiglie e subito riprendere la sua forma gassosa appena rilasciato nell'aria. Il Sarin agisce come gas nervino perché blocca i comandi verso i nervi dei muscoli. La morte orribile di solito sopraggiunge per asfissia causata dalla debolezza dei muscoli coinvolti nella funzione respiratoria mentre sintomi comuni sono la contrazione della pupilla, dispnea, salivazione, nausea e in stadio avanzato crisi epilettiche, convulsioni, incontinenza fecale, coma e morte.
A seconda della quantità e del tempo di esposizione a grandi quantità, la morte, atroce, può verificarsi in meno di un minuto. Già i sintomi compaiono con quantità minime. Kosmàs ricordava attacchi terroristici di successo con questo gas, dall'archivio dell'Agenzia nel passato. La setta buddista giapponese Aum Shinrikyo utilizzò Sarin sporco due volte. Nel 1994, nella città di Matsumoto in Giappone, causò la morte di otto persone e il 20 marzo 1995, nella metropolitana di Tokyo, tredici morti, cinquanta feriti e problemi temporanei a circa un altro migliaio di persone. Quindi dunque era programmata una carneficina...
Cercò di ascoltare meglio come continuava la discussione attorno alla tavola rotonda....
«L'aria condizionata funziona a pieno regime e contribuirà decisamente alla dispersione efficiente del gas. Normalmente in dieci-quindici minuti al massimo, non ci sarà nessuno in vita nel museo e quelli che eventualmente riuscissero ad uscire saranno morti entro una-due ore».
Kosmàs non credeva alle sue orecchie.
«Per quanto riguarda il meccanismo di accensione», continuò il relatore, «Joseph è stato incaricato di trasportarlo sul posto dentro la sua macchina fotografica, perciò ha già preso l'accreditamento legale come giornalista dal Reuters per la sala stampa. Ai giornalisti non sarà permesso l'ingresso alla sala ove si svolgerà la cerimonia, per questo abbiamo impostato la distanza di accensione ad una ventina di metri. Lascerà la fotocamera armata sul posto e si allontanerà immediatamente. L'intera squadra di supporto ha già iniziato ad organizzarsi per portarlo via da lì in modo sicuro. Sarà trasferito con un'auto di grande cilindrata a Megara e da lì con aereo privato monomotore dell'aeroclub a Corfù, dove lo attende una barca a vela per la partenza immediata per l'Italia».
«Siamo certi che non è trapelata alcuna nostra azione preparatoria?» chiese l'Americano.
«Ne siamo assolutamente certi. Già da ieri abbiamo visto che sono cominciate a venire sul posto, per la cerimonia, le squadre di sicurezza degli invitati importanti, ma ciononostante noi abbiamo completato il nostro lavoro in modo che non ci minacci nulla. Anche i cani speciali che ora passano attraverso l'area per rilevare eventuali ordigni esplosivi non possono percepire assolutamente nulla del nostro progetto, giacché il gas è inodore e non rilevabile. Alle 19.00, con l'arrivo del Primo Ministro greco, che sarà accompagnato dalla moglie, inizierà anche l'affluenza dei Presidenti e dei Primi Ministri da Cipro, dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Croazia, dalla Serbia, dalla Slovacchia, dalla Finlandia, dal Montenegro, dal Vietnam e dalla Cina, così come i ventuno ministri della Cultura e degli Esteri da tutto il mondo. Poco dopo, si attende il Presidente della Commissione Europea, il Direttore Generale dell'UNESCO e il Presidente della Repubblica alle 19.54. Certo, prima, saranno già arrivati tutti gli ambasciatori e i rappresentanti delle autorità ecclesiastiche in Grecia, del Vaticano e di altri all'estero. La sola cosa che abbiamo fatto è stata quella di dare un messaggio al Vaticano perché non inviasse un rappresentante di alto livello, senza spiegare perché... sarebbe stato peccato. La cerimonia sarà trasmessa in diretta da decine di canali televisivi esteri e, così, ci garantiamo la pubblicità della nostra operazione».
Kosmàs guardò con ansia il suo orologio, le 16.30. Avevano pochissimo tempo per agire. Chi erano questi individui? Che volevano? Che chiedevano??? Cercò di inviare un sms con il suo telefono cellulare ad Eva, ma non c'era alcun segnale e lo mise nella tasca della giacca sul petto. Con una mano teneva leggermente aperto il portello così da poter ascoltare ciò che accadeva nella grande sala. Decise di aspettare ancora un poco, nel caso riuscisse a sentire qualcosa di più importante prima di andare via per andare a comunicare con il Generale e il Comandante.
«Molto bene», continuò lo psichiatra bavarese. «E' giunto il tempo di finire il nostro lavoro, signori. Concentriamoci sulla nostra cerimonia e chiudiamo in silenzio e segretezza».
Tutti indossarono i loro guanti neri di velluti...
Prese il piccolo vaso, il kantharos, e vi versò dentro con lenti movimenti cerimoniali il contenuto delle quattro fiale. Contemporaneamente, l'altro Fratello da destra accese un piccolo fuoco sull'altare, nel centro del tavolo, e l'odore di incenso giunse fino a Kosmàs.
«Il sangue dei quattro Greci, raccolto nei quattro luoghi sacri per celebrare la nostra libagione al più alto potere, per il successo della missione».
Con voce tonante, il Bavarese iniziò a parlare mentre tutti i presenti prendevano nelle mani una verga di legno, un bastone di circa 1,80 metri, metà bianco e metà nero.
«Non è morto ciò che eternamente può attendere, e con il passare dei secoli disordinati anche la morte può morire...
Abbiamo resuscitato morti e demoni, sono stati invitati gli spiriti dei nostri antenati. Abbiamo sollevato eserciti contro i paesi dell'Est, chiamando le orde di demoni che abbiamo assoggettato alla nostra volontà e facendo così abbiamo trovato l'antico dio degli idolatri che soffia fuoco e ruggisce con la forza di mille oceani. Abbiamo trovato la porta che conduce nell'aldilà, laddove gli antichi, costantemente alla ricerca di una entrata nel nostro mondo, attendono il momento favorevole. Abbiamo viaggiato sotto i mari, alla ricerca del palazzo del nostro signore e abbiamo trovato le rovine in marmo di civiltà perdute, che sono state distrutte, perché hanno guadagnato le conoscenze che si trovano in questo libro, qui davanti a me».
Immerse il pugnale d'argento all'interno del kantharos e scrollò le gocce di sangue sulla cartina.
«Con questo sangue, benediciamo la nostra opera divina, la nostra missione celeste abbia esito favorevole, sia la nostra sovranità eterna, definitiva e assoluta nella profondità dei secoli».
«Così sia», ripeterono ad alta voce tutti con una sola voce colpendo molte volte in modo asincrono e forte i bastoni sul pavimento di marmo, come un applauso di legno.