Il parroco Paul Malley aveva terminato la funzione del mattino e non vedeva l’ora di andare nel confessionale. Aveva fatto lo stesso il giorno prima, ma era rimasto seduto all’interno da solo per due ore. Il giovane non era tornato, ma ovviamente lui non si era dato per vinto. Un po’ deluso lo era, certo. Il martedì era andato tutto così bene. Gli era venuta quell’idea e non solo qualcuno aveva approfittato di quell’opportunità, no, si era trattato di qualcuno che davvero aveva bisogno di lui. Un nuovo membro del gregge. Che non si era mai confessato prima.
Si tratta di mio fratello.
Si era anche preparato. Era rimasto sveglio fino a tardi quella sera e aveva letto nuovamente le Scritture, ritrovato i passaggi che parlavano dei fratelli. Dell’amore per il prossimo. Del sacrificarsi gli uni per gli altri. La giovane voce disperata l’aveva perseguitato nei sogni. Si era svegliato illuminato in volto e con la strana sensazione che qualcuno gli stesse parlando. Era il Signore? Non era del tutto chiaro, ma sì, quasi. Il Signore l’aveva elogiato per ciò che aveva fatto, quel povero agnello bisognoso di aiuto divino e sullo sfondo era seduta la Vergine, su una nuvola con un’arpa e un grande sorriso sulle labbra, ma a quanto pareva lui non era ancora lucido perché non molto tempo dopo era suonata la sveglia. In ogni caso, dopo, con la testa poggiata sul guanciale bianco si era sentito come rinato. Quasi non era riuscito a mangiare nulla per colazione, tanto era teso.
Ma non era venuto nessuno.
Ogni mattina sono qui per te, sappilo.
Puoi tornare quando vuoi.
Il giorno dopo? Perché non era venuto?
Sì, era rimasto deluso, doveva ammetterlo.
La messa quotidiana del mattino. Se l’era cavata splendidamente, anche se aveva la testa altrove.
Quel giovane.
Sarebbe venuto quel giorno?
E poi aveva avuto un pensiero non molto positivo.
Se non viene oggi, quanto a lungo dovrò aspettarlo?
Sollevò dal polso la manica dell’abito talare e guardò l’orologio.
Magari era stata una sciocchezza, quella. Vincolarsi in quel modo. Malley fece un sospiro e tamburellò leggero sulla coscia con le dita. La panca di legno era dura e scomoda, lui era pure affamato, ormai era seduto da quasi un’ora. Il parroco decise che quando era troppo era troppo, ma proprio in quel momento sentì all’improvviso dei passi sull’impiantito della chiesa e una figura scivolò sull’altro lato della grata.
«Padre» mormorò il giovane chiudendosi guardingo la porta alle spalle.
Trombe e tromboni esultino.
Era tornato.
«Figlio mio» disse con voce profonda, «hai ritrovato la strada?»
Un istante di silenzio dietro la grata.
«Ero molto incerto. Ma credo sia giusto, padre. Voglio ringraziarla per avermi accolto qui.»
Ringraziare?
Malley sorrise tra sé.
«Grazie al Signore e alla Vergine» disse con dolcezza. «Noi siamo soltanto servi del divino. Io non sono nessuno, sono solo qui per te.»
«Comunque grazie» disse il giovane. «Ci ho riflettuto molto. E ho deciso.»
«Sì?» rispose Malley, accorto.
«Le racconterò tutto» disse la voce.
«Puoi fidarti di me» rispose Malley, pacato. «In questo spazio è soltanto lo sguardo di Dio a giudicare.»
«Giudicare?» ripeté il giovane.
Malley si schiarì leggermente la voce.
«Non giudicare, ma vedere, intendevo questo, qui è solo Lui che ci vede.»
«E se al Signore non piace ciò che vede?»
«Ascolta» riprese il parroco avvicinandosi un po’ di più alla grata. «Nessuno esprime giudizi. Mi sono espresso male. Ci siamo solo tu e io qui. Nessun altro. Così va meglio?»
Si allungò un po’ indietro e aspettò, teso.
«Sì, va bene, padre» rispose infine la voce sconosciuta. «Credo di aver bisogno di raccontarlo. Spero di non fare una sciocchezza. O di causare danni.»
«Il Signore è felice che tu voglia raccontare» disse Malley sperando di non apparire troppo zelante. «E vuole che tu sappia che non importa quale sia il peso che ti porti dentro, lui lo accoglierà con solidarietà e comprensione.»
Calò nuovamente il silenzio dall’altro lato, ma infine il giovane parlò.
«Mi perdoni, padre, perché ho peccato. So cose che non ho mai raccontato, ma adesso non ce la faccio più, il mio cuore è così pesante che devo per forza condividerle.»
Malley non ne era sicuro, ma gli sembrò di sentir piangere al di là della grata.
«Sono contento che tu sia venuto» disse, calmo. «Quel che mi dirai, sarà il Signore ad ascoltarlo. Il fardello delle tenebre è gravoso per un cuore illuminato.»
Non ricordava se fosse una citazione dalle Scritture oppure no, ma gli era sembrato appropriato da dire.
«Sì, padre, a casa nostra è buio» mormorò lo sconosciuto. «Ma non è colpa mia, non è così?»
Ora le lacrime erano evidenti. Singhiozzi sulle labbra tremanti.
«Assolutamente no, figlio mio» disse Malley avvicinandosi di nuovo alla grata.
Avrebbe preferito aprire lo sportello e abbracciare forte il giovane smarrito, ma sperò che il calore della sua voce vicina sarebbe ugualmente servito.
Povero ragazzo.
«Quanto tempo ho?» mormorò la voce coperta dal pianto.
«Tutto il tempo che vuoi» rispose Malley calmo. «Non ho impegni.»
«Grazie» disse il giovane tirando su con il naso, poi tacque. «In realtà non so da dove cominciare» continuò infine. «È una cosa piuttosto disgustosa.»
«Che cosa è disgustoso?» domandò Malley.
«Raccontare. Di mio fratello. Mi sembra di tradirlo in un certo modo, ma adesso non ce la faccio più, tutti questi anni, capisce padre?»
«Certo» disse Malley.
«Da dove posso cominciare?»
«Da dove ti senti più a tuo agio.»
Di nuovo silenzio dietro la grata in legno, mentre sembrava che il ragazzo prendesse lo slancio.
«Dall’incendio, forse» disse la voce.
«Ebbene?» lo incalzò Malley sentendo che il suo cuore accelerava sotto l’abito.
«O dal cerbiatto» disse il giovane, cauto. «Non lo so...»
«Prendi tutto il tempo che ti serve, figlio mio. Di quale incendio stiamo parlando?»
«Siamo morti tutti quel giorno, ma alcuni di noi vivono ancora» disse la voce calma. «Posso fidarmi di lei, padre? Posso raccontarle tutto?»
«Ma certo, figlio mio» disse Malley.
E si avvicinò alla grata.