L’ombra del giorno
Il viaggio verso Bangor trascorre in silenzio.
Nessuno di noi ha voluto fermarsi a riposare, né a fare colazione.
Le luci dei lampioni a bordo strada si spengono lentamente.
Osservo la città lasciare il posto alla campagna, fuori dal finestrino.
Verso est, le scogliere a picco sul mare.
In lontananza, l’ala d’argento di un gabbiano. Nessuna nuvola.
Guardo verso l’orizzonte.
Mare e cielo si sfiorano.
E tu sei lì, in quell’eterno cercarsi e mai incontrarsi. Mai del tutto intero.
Ora che il sole sta sorgendo, resta solo un’ombra.
Rebecca ferma la macchina, accende la radio mentre io scendo.
Ying e yang, inizio e fine.
Onde leggere sbattono contro gli scogli. Fermo in uno scatto il rovesciarsi incessante della vita sulla roccia.
Continuerai ad aspettare in quella riga dove l’infinito si confonde con il nulla? Hai sempre desiderato un po’ di luce. Eri a un passo dall’afferrarla. Solo a un passo.
Tirarti indietro forse ti è sembrato giusto.
E se ti avesse raggiunto? Rischiarando il tuo buio.
Baciando il tuo viso. E riempiendo le tue crepe. Non sarebbe stato abbastanza?
Non ti saresti sentito finalmente intero?
Ieri, oggi e domani. Non hanno più valore.
Giorno e notte. Tenteranno invano di toccarsi.
Ombra e luce. Non possono esistere l’una senza l’altra.
Chris non credeva che ci fosse qualcosa al di là di questa vita.
E forse aveva ragione.
Forse tutto ciò che abbiamo a questo mondo ci è stato dato in prestito solo per un istante, ed è di questo istante che dovremmo essere grati.
Del sole che continua a sorgere ogni mattina nonostante la notte. Della terra sotto le nostre scarpe. Del vento che ci scuote a ogni passo.
Lancio un’occhiata a Rebecca, appoggiata alla portiera. Stringe un fiore tra le dita. Lo ha raccolto a bordo strada, uno di quei fiori che hanno scelto di aspettare che passasse la tempesta per salutare un nuovo giorno. Avresti dovuto vederlo sorgere mentre il mondo continuava a dormire, riempire i tuoi occhi con la sua luce.
«Andiamo?»
Annuisco. Rebecca si sistema al posto di guida, io sul sedile del passeggero. Allaccio la cintura.
«Perché hai voluto fotografare l’alba dalla scogliera?»
Mi adagio contro il sedile e osservo l’istantanea che tengo tra le dita. Il cielo preme sulla superficie del mare e si confonde nel proprio riflesso. Luci blu accarezzano l’orizzonte, oltraggiando la quiete immobile del buio. La rimetto nella custodia della macchina fotografica.
«Non l’alba, Becca. L’ora blu». Lei non dice nulla, sintonizza la radio sul notiziario meteo.
«Dopo il maltempo dei giorni scorsi, da oggi si assiste a un netto miglioramento. Temperature stazionarie intorno allo zero… »
Oggi è il primo giorno di sole.