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15 luglio 1990

 

Nina festeggerà il compleanno al mare, a Saint-Raphaël. Ha fatto la valigia. Pierre le ha dato quella di Odile. «Puoi tenerla». È una valigia che lei ha sempre visto sopra l’armadio della camera del nonno, marrone, di similpelle e cartone, antiquata.

Ha telefonato a Adrien.

«Com’è la tua valigia?».

«Una specie di sacca hippy di mia madre... Con i fiori rosa, sembra un cimelio di Woodstock».

«La mia ha cent’anni e puzza di naftalina».

«Vuoi che facciamo a cambio?».

«Non posso, era di mia nonna... Se nonno se ne accorgesse ci rimarrebbe malissimo».

Pierre Beau le ha dato due banconote da cento franchi. È la prima volta che ha così tanti soldi nel suo piccolo borsellino. Il nonno le ha anche preparato una cassetta di verdure da portare per le vacanze. Nina si vergogna all’idea di presentarsi con pomodori e fagiolini, ma non ha osato dirlo. Capisce alla perfezione che il nonno fa quel che può, che anche lui avrebbe voluto portarla al mare.

Sono le tre del mattino, è a letto con gli occhi aperti, ascolta i battiti del proprio cuore. Fra un’ora il nonno busserà alla porta e lei sarà pronta. Il nonno la accompagnerà dai Beaulieu e lei salirà sul retro dell’Espace con Adrien, Étienne e Louise.

E alla fine del viaggio ci sarà il mare, come in Le grand bleu, film che hanno visto tre volte. «Una volta per ognuno di noi» ha scherzato Adrien.

Si sarà alzata venti volte per controllare il contenuto della valigia e richiuderla. Si sente in colpa all’idea di lasciare a casa Paola e i gatti, ma lo fa per andare a vedere il mare, è una cosa che aspetta da anni, è come avere appuntamento con il proprio sogno.

Non sa che fare per l’intera ora che manca. Di dormire non se ne parla.

Nella camera accanto nemmeno Pierre Beau dorme. Pensa alla valigia di Odile. Non si è mai deciso a buttarla. L’ultima volta che l’ha aperta tornava dall’ospedale. Non avevano neanche fatto in tempo a tirare fuori le cose della moglie, era spirata in pochi giorni.

Erano arrivati tardi.

Se si potesse tornare indietro...

Avevano comprato quella valigia nel 1956 al Gran Bazar di Autun. Odile voleva un asciugabiancheria da interno per i giorni di pioggia e quando aveva visto la valigia in saldo aveva detto a Pierre: «La compriamo? Ci andremo in vacanza».

Non erano mai andati in vacanza. Poi Odile era partita, ma da sola.

Le domeniche d’estate Pierre e Odile andavano a fare il bagno nei fiumi o nel lago della foresta e a ballare alle sagre comunali. Qualche volta arrivavano fino al lago di Settons per fare un giro in pedalò e un picnic sotto gli alberi, ma non si erano mai spinti oltre il massiccio del Morvan.

Una volta si erano messi a dormire nello stesso sacco a pelo stretti come sardine.

Stanotte Pierre Beau risente la risata di Odile, i suoi occhi che contavano le stelle.

È la prima volta che Nina va lontano da casa. Da quando Marion l’ha portata lì non se n’è mai andata. Pierre si prepara mentalmente al vuoto dei giorni che verranno. Giorni di ferie senza riposo, come sempre a luglio. Lavorerà nell’orto, porterà a spasso Paola, ridipingerà la staccionata, farà d’estate le pulizie di primavera. Si terrà occupato.

Ha un po’ di rimorsi per non aver mai portato la nipote al mare. In fondo non costa molto affittare un appartamento tramite il comitato aziendale. Non è tanto una questione di soldi, quanto il fatto di interrompere le abitudini, uscire da La Comelle, guidare a lungo verso l’ignoto, perdersi, interpretare carte stradali, vedere facce nuove, mettersi in costume da bagno.

Cerca di ricordare l’ultima volta che si è messo un costume da bagno. Saranno passati almeno trent’anni...

Finalmente arriva l’ora della partenza. Tutti si salutano davanti alla Renault Espace. Nina guarda Joséphine abbracciare Adrien. Il nonno le dà un goffo bacio sfiorandola appena con le labbra, ma quel che conta è l’amore. Nina ha un nodo alla gola, è la prima volta che si separa da lui. «Hai preso il Ventolin?» le dice il nonno all’orecchio.

Ognuno sale a bordo e si allaccia la cintura. Marc Beaulieu è al volante, Marie-Laure sul sedile accanto, pronta a guidare lei se il marito vuole riposarsi, ragazzi e cassetta di verdure dietro. Salutano con la mano Joséphine Simoni e Pierre Beau fianco a fianco sul marciapiede nella notte.

Nina pensa che nella vita c’è chi parte e c’è chi resta. E c’è anche chi abbandona.