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25 dicembre 2017

 

Étienne non ha risposto quando Nina ha detto: «Se parti, veniamo con te». Nicola gioca un po’ con la chiusura lampo del suo giaccone, poi si stufa e va a rifugiarsi tra le braccia di Nina. Étienne si alza, fa il giro del salotto, guarda la videoteca, i CD, i vinili e trova qualche musicassetta tra cui una dei Tre, registrata nel 1990 alle medie.

«L’hai conservata?» mi chiede.

«Se vuoi prendila... Per tuo figlio».

«Oggigiorno i ragazzi non sognano più di mettere su un gruppo, vogliono diventare youtuber famosi».

«Cos’è uno youtuber?» gli domanda Nina.

«YouTube è come un canale della televisione, ma su Internet. La gente posta video che tutti guardano».

«Video di che?».

«Musica, comicità, moda, videogiochi... Cavolo, si vede che sei rimasta a La Comelle, tu...».

«Vai al diavolo».

«Ci andrei volentieri, ma mi hai rapito davanti al tuo rifugio».

«Dove pensi di andare a... morire?» chiede in un soffio.

«Non ho ancora deciso... Ve l’ho detto, vorrei vedere il mare... Non è molto originale come titoli di coda».

Torna a sedersi vicino a Nina. Sono uno accanto all’altra. Io in piedi appoggiata alla porta della cucina, a qualche metro di distanza, come se mi facessero paura.

«Tu non dici niente?» mi fa Étienne.

«Cosa vuoi che ti dica? Hai parlato con Louise. Questa cosa che non vuoi farti curare la fa stare malissimo».

«E tu? Pensi di farti curare?» ribatte.

M’incazzo di brutto.

«Fuori da casa mia!».

Interviene Nina.

«Smettetela subito, per piacere!».

Respiro, cerco di placare la tempesta che mi attraversa, che Étienne provoca in me. Mi fa rabbia che le sue parole ancora mi colpiscano.

«Stiamo girando in tondo» si infastidisce lui. «Se mi avete fatto venire qui per convincermi a farmi operare è tempo sprecato». Si alza. «Potete riportarmi a casa?».

Nina scoppia a piangere. Étienne si risiede. Stringe la tazza di caffè tra le mani con una tale forza che le nocche gli diventano bianche. Deglutisce più volte.

Faccio qualche passo verso di lei, le tocco la spalla. Nina non mi respinge, non ne ha più la forza.

«Perché hai voluto che vi portassi a casa mia, Nina? Cosa vuoi che faccia?».

«Voglio che partiamo con Étienne» balbetta.

Mi volto verso di lui, sempre immobile sul divano, con una faccia che fa paura.

«Tu vuoi che ti accompagniamo, Étienne?» domando.

«Solo se guido io».