Presentazione

È importante che il filosofo si ricordi delle innumerevoli circostanze della vita nelle quali non si distingue da chiunque altro. Del resto, se dovesse dimenticarlo, la tradizione teatrale – specialmente la commedia – gli rinfrescherà la memoria.

Sulle scene, infatti, è ben caratterizzato il personaggio del filosofo innamorato la cui saggezza stoica e l’argomentato disprezzo per le passioni vanno in fumo non appena una donna radiosa entra in salotto, conquistandolo per sempre.

Ho cominciato molto tempo fa a premunirmi, nella vita come nel pensiero. Ho affermato che il filosofo (e questa parola, intesa in senso neutro, comprende naturalmente anche la filosofa) dev’essere senza dubbio uno scienziato attento, un amante della poesia e un militante politico, ma deve anche saper accettare che il pensiero non è mai separabile dalle violente peripezie dell’amore. Sapiente, artista, militante e amante, sono questi i ruoli che la filosofia esige da chi la pratica. Le ho chiamate le quattro condizioni della filosofia.

Ecco perché ho subito risposto di sì quando Nicolas Truong mi ha invitato a un dialogo pubblico sull’amore nella rassegna “Théâtre des idées”, organizzata in collaborazione col Festival di Avignone. Questo cocktail di teatro, folla, dialogo, amore e filosofia aveva qualcosa di inebriante. Per di più, era il 14 luglio (2008) e mi rallegravo che l’amore, questa forza cosmopolita, misteriosa, sessuale, che travalica frontiere e condizioni sociali, fosse celebrato al posto dell’Esercito, della Nazione e dello Stato.

Diamoci un po’ d’arie: Nicolas, che faceva le domande, e io, nel ruolo equivoco del filosofo innamorato, eravamo in gran forma, e fu un successo. Bando alla modestia: un grande successo.

Le edizioni Flammarion hanno avuto la bella idea di far eco a questo successo, prima in forma audio (un CD con la registrazione dello spettacolo), poi in forma scritta (un libro). Il testo che state per leggere è un rimaneggiamento di ciò che venne detto quel giorno. Ne conserva il ritmo improvvisato, la chiarezza, lo slancio, ma è più completo, più approfondito. Credo sia sul serio, dall’inizio alla fine, quello che dice il titolo: un elogio dell’amore proposto da un filosofo che – come Platone – pensa che chi non comincia dall’amore non saprà mai cos’è la filosofia. Qui dunque il filosofo-amante Alain Badiou sostiene l’assalto di Nicolas Truong, consumato inquisitore, filosofo altrettanto esperto e, naturalmente, amante.

A.B.