Il conto delle minne non è un libro autobiografico, eppure nelle sue pagine c’è molto di me, delle donne della mia famiglia e di altre incontrate strada facendo. Chiunque ravvisi una somiglianza con qualsivoglia personaggio non si offenda e non ne gioisca: i personaggi di questo romanzo sono impastati di fantasia e modellati su quegli archetipi cui tutti, nel bene o nel male, somigliamo. Quanto agli eventi storici, essi sono stati qualche volta piegati alle esigenze della narrazione. Ma tutti i sentimenti sono autentici.
A Giulia Ichino va la mia gratitudine per il paziente incoraggiamento e la mia ammirazione per la sua sensibilità e competenza.
Desidero ringraziare anche Maria Teresa Cascino e tutto il gruppo del Women’s Fiction Festival di Matera. Grazia Napoli, fan di raro entusiasmo. Maria Pia Farinella, mia generosa estimatrice. Clotilde Di Piazza, la più antica tra le mie amiche. E Giovanni Torregrossa, uomo di rara generosità che mi ha permesso di usare i suoi ricordi più belli.
Un pensiero particolare, infine, per mia madre, lei sa perché.