12

Alle undici in punto, sostiene Pereira, il suo campanello squillò. Pereira aveva già fatto colazione, si era alzato presto, e sul tavolo della sala da pranzo aveva preparato una caraffa di limonata con dei cubetti di ghiaccio. Prima entrò Monteiro Rossi con aria furtiva e bisbigliò buongiorno. Pereira chiuse la porta un po’ perplesso e gli chiese se suo cugino non c’era. C’è sì, rispose Monteiro Rossi, ma non vuole entrare così all’improvviso, ha mandato avanti me a vedere. A vedere che cosa?, chiese Pereira con irritazione, state giocando a guardie e ladri o pensate che vi stesse aspettando la polizia? Oh, non è questo, dottor Pereira, si scusò Monteiro Rossi, solo che mio cugino è così sospettoso, sa, non si trova in una situazione facile, è qui per un compito delicato, ha un passaporto argentino e non sa dove sbattere la testa. Questo me lo ha già detto ieri sera, replicò Pereira, e ora lo chiami, per favore, basta con queste cretinate. Monteiro Rossi aprì la porta e fece un gesto che voleva dire avanti. Vieni, Bruno, disse in italiano, è tutto a posto.

Entrò un ometto piccolo e magro. Portava i capelli tagliati a spazzola, aveva un paio di baffetti biondi e indossava una giacca azzurra. Dottor Pereira, disse Monteiro Rossi, le presento mio cugino Bruno Rossi, però sul passaporto si chiama Bruno Lugones, sarebbe meglio che lei lo chiamasse sempre Lugones. In che lingua dobbiamo parlare?, chiese Pereira, suo cugino conosce il portoghese? No, disse Monteiro Rossi, ma conosce lo spagnolo.

Pereira li fece accomodare in sala da pranzo e servì la limonata. Il signor Bruno Rossi non disse niente, si limitò a guardarsi intorno con aria sospettosa. Lontano si udì il fischio di un’ambulanza e il signor Bruno Rossi si irrigidì e andò alla finestra. Gli dica di stare tranquillo, disse Pereira a Monteiro Rossi, qui non siamo in Spagna, non c’è la guerra civile. Il signor Bruno Rossi tornò a sedersi e disse: perdone la molestia, pero estoy aquí por la causa republicana. Senta signor Lugones, disse Pereira in portoghese, parlerò lentamente perché lei mi capisca, a me non interessano né la causa repubblicana né la causa monarchica, io dirigo la pagina culturale di un giornale del pomeriggio e queste cose non fanno parte del mio panorama, io le trovo un alloggio tranquillo, di più non posso fare, e lei stia bene attento a non cercarmi, perché io non voglio avere niente a che vedere né con lei né con la sua causa. Il signor Bruno Rossi si rivolse a suo cugino e gli disse in italiano: non era così che me lo avevi descritto, io mi aspettavo un compagno. Pereira capì e replicò: io non sono compagno di nessuno, vivo solo e mi piace stare solo, il mio unico compagno sono io stesso, non so se mi faccio capire, signor Lugones, visto che questo è il nome del suo passaporto. Sì, sì, disse quasi balbettando Monteiro Rossi, però il fatto è che, ecco, abbiamo bisogno del suo aiuto e della sua comprensione, perché ci serve del denaro. Si spieghi meglio, disse Pereira. Beh, disse Monteiro Rossi, lui è senza soldi e se ci chiedono il pagamento anticipato in albergo noi non possiamo provvedere, per il momento, ma dopo me ne occuperò io, anzi se ne occuperà Marta, si tratterebbe solo di un prestito.

A quel punto Pereira si alzò, sostiene. Chiese scusa e disse: abbiate pazienza, ma ho bisogno di qualche momento di riflessione, vi chiedo qualche minuto. Li lasciò soli nella stanza da pranzo e si recò nell’ingresso. Si fermò davanti al ritratto di sua moglie e gli disse: senti, non è tanto quel Lugones che mi preoccupa, ma è Marta, secondo me è lei che è responsabile di questa storia, Marta è la ragazza di Monteiro Rossi, quella con i capelli color rame, credo di avertene parlato, ebbene, è lei che mette nei pasticci Monteiro Rossi, ne sono certo, e lui si fa mettere nei pasticci perché è innamorato, io devo metterlo in guardia, non ti pare? Il ritratto di sua moglie gli sorrise con un sorriso lontano e Pereira credette di capire. Ritornò in sala da pranzo e chiese a Monteiro Rossi: perché Marta, cosa c’entra Marta? Oh beh, balbettò arrossendo leggermente Monteiro Rossi, perché Marta ha molte risorse, solo per questo. Mi stia bene a sentire, caro Monteiro Rossi, disse Pereira, credo che lei si stia mettendo nei pasticci a causa di una bella ragazza, ma senta, io non sono né suo padre né voglio assumere con lei un’aria paterna che forse lei potrebbe interpretare come paternalismo, le voglio dire solo una cosa: attenzione. Sì, disse Monteiro Rossi, io faccio attenzione, ma per quanto riguarda il prestito? Questo lo risolveremo, rispose Pereira, ma perché dovrei anticiparlo proprio io? Senta, dottor Pereira, disse Monteiro Rossi cavando di tasca un foglio che gli tese, ho scritto un articolo e ne scriverò altri due la prossima settimana, mi sono permesso di fare una ricorrenza, ho fatto D’Annunzio, ci ho messo il cuore ma anche l’intelligenza, come lei mi ha consigliato, e le prometto che i prossimi saranno due scrittori cattolici come vuole lei.

Sostiene Pereira che provò di nuovo una lieve irritazione. Senta, rispose, io non è che voglia scrittori cattolici per forza, ma lei che ha scritto una tesi sulla morte potrebbe pensare un po’ di più agli scrittori che si sono interessati a questo problema, insomma che si sono interessati all’anima, invece lei mi porta la ricorrenza di un vitalista come D’Annunzio, che magari sarà stato un bravo poeta, ma che ha sperperato la sua vita nelle frivolezze, non so se mi faccio capire, al mio giornale la gente frivola non piace, o almeno non piace a me. Perfetto, disse Monteiro Rossi, ho raccolto il messaggio. Bene, aggiunse Pereira, ora andiamo alla pensione, ho trovato una pensioncina alla Graça dove non fanno tante storie, io pagherò l’anticipo se lo chiedono, però aspetto almeno altri due necrologi, caro Monteiro Rossi, questi sono la sua paga quindicinale. Senta, dottor Pereira, disse Monteiro Rossi, la ricorrenza su D’Annunzio l’ho fatta perché sabato scorso ho comprato il “Lisboa” e ho visto che c’è una rubrica che si chiama “Ricorrenze”, la rubrica non è firmata ma penso che la faccia lei, però se volesse un aiuto io glielo darei volentieri, mi piacerebbe fare una rubrica di questo genere, c’è un sacco di scrittori di cui potrei parlare, e poi, visto che è una rubrica anonima, non corre il rischio di metterla nei guai. Perché, lei ha dei guai?, sostiene di aver detto Pereira. Beh, qualcuno sì, come vede, rispose Monteiro Rossi, ma se volesse un nome diverso avrei pensato a uno pseudonimo, che ne direbbe di Roxy? Mi sembra un nome ben scelto, disse Pereira. Ritirò la limonata dal tavolo e la mise nella ghiacciaia, poi si infilò la giacca e disse: ebbene, andiamo.

Uscirono. Sulla piazzetta davanti al palazzo c’era un militare che dormiva steso su una panchina. Pereira ammise che non ce la faceva a fare la salita a piedi, così aspettarono un taxi. Il sole era implacabile, sostiene Pereira, e la brezza era cessata. Passò un taxi lento e Pereira lo fermò con un cenno del braccio. Durante il tragitto non parlarono. Scesero di fronte a una croce di granito che sorvegliava una minuscola cappella. Pereira entrò nella pensione ma consigliò Monteiro Rossi di aspettare fuori, si portò dietro il signor Bruno Rossi e lo presentò all’impiegato. Era un vecchietto con gli occhiali spessi che dormicchiava dietro il banco. Ho qui un amico argentino, disse Pereira, è il signor Bruno Lugones, questo è il suo passaporto, però vorrebbe mantenere l’anonimato, è qui per ragioni sentimentali. Il vecchietto si tolse gli occhiali e sfogliò il registro. Stamani ha telefonato una persona per fare una prenotazione, disse, è lei? Sono io, confermò Pereira. Abbiamo una matrimoniale senza bagno, disse il vecchietto, ma non so se per il signore va bene. Va benissimo, disse Pereira. Pagamento anticipato, disse il vecchietto, sa com’è. Pereira prese il portafoglio e tirò fuori due banconote. Le lascio tre giorni anticipati, disse, e ora buongiorno. Salutò il signor Bruno Rossi ma preferì non stringergli la mano, gli sembrava un gesto di eccessiva intimità. Buon soggiorno, gli disse.

Uscì fuori e si fermò davanti a Monteiro Rossi che aspettava seduto sul bordo della fontana. Passi domattina in redazione, gli disse, oggi leggerò il suo articolo, abbiamo cose di cui parlare. Ma io, veramente..., disse Monteiro Rossi. Veramente che cosa?, chiese Pereira. Sa, disse Monteiro Rossi, pensavo che a questo punto era meglio vederci in un posto tranquillo, magari a casa sua. D’accordo, disse Pereira, ma non a casa mia, a casa mia basta, ci vediamo domani alle tredici al Café Orquídea, che ne dice? D’accordo, rispose Monteiro Rossi, alle tredici al Café Orquídea. Pereira gli strinse la mano e gli disse arrivederci. Pensò che sarebbe andato a piedi fino a casa sua, tanto era tutta discesa. La giornata era magnifica, e per fortuna si era messa a spirare una bella brezza atlantica. Ma non si sentiva in grado di apprezzare la giornata. Si sentiva inquieto e avrebbe avuto voglia di parlare con qualcuno, magari con padre António, ma padre António passava le giornate al capezzale dei suoi malati. E allora pensò che poteva andare a fare una chiacchierata con il ritratto di sua moglie. Così si tolse la giacca e si avviò lentamente verso casa sua, sostiene.