[Gutenberg 46082] • La mirabile visione: Abbozzo d'una storia della Divina Comedia
- Authors
- Pascoli, Giovanni
- Publisher
- Createspace Independent Publishing Platform
- Tags
- 1265-1321. divina commedia -- history and criticism , dante alighieri
- ISBN
- 9781726180023
- Date
- 2018-08-24T00:00:00+00:00
- Size
- 0.53 MB
- Lang
- it
La vita poetica di Dante comincia con un sogno. Nel mezzo quasi della sua adolescenza, Dante incontr� per una via la giovinetta che gli era piaciuta bambina, e poi aveva veduta sovente. Egli stava molto pauroso; ed ella si volse a lui e gli mand� una parola di saluto. Dante ne fu inebriato e sent� il bisogno di essere solo e di pensare a lei. E rientr� in casa e si appart� nella sua camera, e s'addorm� e sogn� di lei. La sogn� involta in un drappo, che dormiva, e non aveva altra veste che quel drappo (VN. 1-3). Era (come si dovrebbe credere seguendo il Boccaccio) il primo d� di maggio? e il sogno dell'adolescente era avvenuto tra quella dolcezza del cielo e tra quella variet� dei fiori, nella sera d'una festa? Dante, dal suo deboletto sonno, si svegli� innamorato; ma gli parve, come avviene, che l'amore fosse cominciato da un pezzo, sin da quando egli conosceva la gentile persona di che aveva sognato; e che il sogno gli desse soltanto, di quell'amore che cominciava in quel punto, la consapevolezza dopo tanto tempo che durava (VN. 4). Questo io leggo in quel libello che ognuno ha con s�, e pu� trovarvi scritte le parole che io vi trovo; e si chiama il libro dell'anima, e si legge con la memoria. Ricordiamo, dunque. Che cosa pi� spesso fu che trasform� d'un subito, nella nostra anima ancor pura, la fanciulla che ieri ci indugiavamo a guardare, nell'angiola che oggi non possiamo guardar pi� senza tremito e rossore? E quasi fuggiamo per non vederla pi� quel giorno, quasi vederla fosse fatica e dolore, e invece � gioia troppo viva, che va goduta a poco a poco; se no, fa male al cuore. Che cosa fu, se non qualche meteora che pass� senza rumore sulla nostra anima sveglia, mentre il corpo dormiva? Bisogna, io penso talvolta, che la coscienza del nostro essere sia assopita, perch� noi concepiamo quella cosa soave e terribile che � l'amore.