Libertà E Proprietà Alle Origini Del Pensiero Borghese. La Teoria Dell’individualismo Possessivo Da Hobbes a Locke

Alle origini del pensiero borghese questo libro rintraccia i presupposti di una crisi che solo oggi viviamo in tutta la sua radicalità. Il concetto di libertà proprio del mondo moderno non è solo quantitativamente limitato dal suo tradizionale riferimento alle classi privilegiate. Esso è intrinsecamente segnato dal carattere possessivo dell’immagine dell’uomo che vi è implicita, prodotto di una ben concreta struttura sociale.

È nel pensiero audacemente materialistico di Hobbes che Macpherson rintraccia la più rigorosa e geniale interpretazione della realtà umana nella società borghese. Muovendo da Hobbes, questo volume si sviluppa come una vera storia del pensiero politico nella prima rivoluzione borghese. Se Hobbes sviluppa uno schema scientifico di comprensione del suo tempo, fondato su una teoria fisiologica dell’uomo e su un conseguente modello di società, è proprio la radicalità scientifica di questo pensatore a produrne il fallimento, al di là dello scandalo che ne circonda il discorso. Lo schema scientifico entra in crisi per l'impossibilità di reale universalità dei suoi presupposti. È di una determinazione classista, è di un'ideologia che il sorgente mondo borghese ha bisogno, sicché dai Livellatori a Harrington a Locke il fondamento di una società classista viene impiantato dentro lo schema hobbesiano. L’istinto appropriativo, in Hobbes fisiologicamente uguale per tutti, viene differenziato e una razionalità differenziata viene utilizzata, nel geniale compromesso del liberalismo lockiano, per definire ideologicamente la qualità delle istituzioni borghesi. Libertà, appropriazione e alienazione, i concetti fondamentali del pensiero moderno, vengono esplorati in questo libro sulle fonti originarie da cui derivano sia Hegel che Smith e Ricardo, e posti in concreta relazione con le lotte di classe di un momento chiave della storia che contiene “in nuce” tutti i conflitti attuali.