Breve storia della decrescita
- Authors
- Serge Latouche
- Publisher
- Bollati Boringhieri
- Date
- 2021-07-24T21:00:00+00:00
- Size
- 0.46 MB
- Lang
- it
Il termine decrescita è di uso molto recente nel dibattito economico e sociale, anche se l’origine delle idee che esprime ha una storia più o meno antica. L’espressione non figurava in nessun dizionario di scienze sociali prima del 2006, mentre si potevano trovare alcuni lemmi a essa correlati (crescita zero, sviluppo durevole o stato stazionario).1 È stata la nascita tardiva, nel 2001, di una corrente ecosocialista radicale, in Francia e poi nei paesi latini, e quella successiva del movimento degli obiettori di crescita che hanno imposto l’espressione sulla scena politico-mediatica. La parola stessa già pone dei problemi: esprime un’ambiguità irrimediabile, non drammatica ma di cui è consigliabile essere consapevoli. In effetti si può intendere in senso letterale, cioè di un’inversione della curva di crescita del prodotto interno lordo (PIL), l’indice statistico feticcio che dovrebbe misurare la ricchezza, oppure in senso simbolico: decrescere significa uscire dall’ideologia della crescita, ovverosia dal produttivismo. Questa ambiguità è la conseguenza dell’ambivalenza dello stesso termine crescita, che si presenta al tempo stesso come uno slogan performativo e come una realtà. La crescita in effetti è anche una fede, una fede nel progresso infinito e nell’evidenza che l’accumulazione senza limiti è possibile e desiderabile. La decrescita dunque non può che essere blasfema e sacrilega.