[Gutenberg 47163] • Origine della lingua italiana: dissertazione

[Gutenberg 47163] • Origine della lingua italiana: dissertazione
Authors
Morandi, Luigi
Publisher
CITTÀ DI CASTELLO S. LAPI TIPOGRAFO-EDITORE
Tags
italian language -- history
Date
2014-10-26T00:00:00+00:00
Size
0.11 MB
Lang
it
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Example in this ebook

I.

Non paia strano ch’io cominci il mio ragionamento col combattere il titolo, che io stesso gli ho dato.

Le parole: Origine della Lingua italiana, presentano la questione nel modo come è concepita dai più, e sono anche il titolo più comune, col quale viene trattata. Io quindi le ho messe nel frontespizio, per non rendermi singolare, ma insieme per aver subito occasione di dimostrare, che esse non rispondono bene a una trattazione rigorosa della materia, e conducono necessariamente fuori di strada chi le accetta per guida.

Infatti, è o non è lingua italiana quella usata da monsignor Giovanni della Casa nel suo famoso Galateo? Sicuro, è lingua italiana; e così bisogna chiamarla, non foss’altro, perchè non si saprebbe chiamare diversamente.

Eppure, io trovo che la prima parola di codesto libro è un conciossiacosachè, parola che di certo non fu mai usata parlando; e trovo che il cavalier Lionardo Salviati, volendo fare il maggiore degli elogi al medesimo libro, dice che in «cosa che appena par da credere, l’Autore la moderna legatura delle parole, ed il moderno suono, mentre continuo l’aveva nell’orecchie, si potette dimenticare.»

Quindi, accanto a quella usata dal Casa, e da essa più o meno diversa per vocaboli e per costrutti, c’era un’altra lingua italiana, cioè la parlata. Di quale, dunque, di queste due lingue dovrò io raccontare l’origine?

Della parlata, soprattutto,—mi par di sentirmi rispondere. E sta bene.

Ma, parlata, dove? È chiaro che la lingua parlata, a cui il Salviati contrappone la scritta del Casa, è la fiorentina, o tutt’al più la toscana. Ma perchè dovrei io restringermi a discorrere della sola parlata fiorentina o toscana, se quelle di Torino, di Venezia, di Genova, di Bologna, di Roma, di Napoli, di Palermo, e via dicendo, hanno tutte in fondo la medesima origine? Non sarebbe questo un piantar male la questione, di maniera che tutto il ragionamento ne rimarrebbe poi, più o meno, viziato?

Perciò io dico che tratterò dell’Origine degl’idiomi italiani.

E non basta. Questi idiomi, per comune consenso oramai, son derivati dal latino. Ma dal latino son derivati ugualmente (salvo il basco e il neoceltico, che conservano ancora gran parte del loro antico fondo originale, e dei quali faremo un cenno più innanzi) tutti i cento o mille idiomi parlati in Portogallo, in Spagna, in Francia, in tutto il sud–est del Belgio e in più parti della Svizzera e della Penisola Balcanica. Dunque, sarò più esatto, se dico che tratterò dell’Origine degl’idiomi neolatini in generale, e particolarmente degl’italiani, giacche è quasi impossibile parlar della specie, senza toccare un poco anche del genere.

Il seguito del mio discorso proverà, spero, che questi preliminari erano tutt’altro che oziosi. Qui intanto basterà aggiungere, che comunemente però, e per delle buone e anche delle cattive ragioni, s’usa dire che le lingue neolatine, o romane, o romanze, son sei: italiano,—francese,—provenzale,—spagnolo,—portoghese,—rumeno o valacco.

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