Detti E Fatti Dei Padri Del Deserto

- Authors
- Campo, a cura di Cristina
- Publisher
- Rusconi
- Tags
- patristica
- ISBN
- 9788818301946
- Date
- 1987-01-01T00:00:00+00:00
- Size
- 2.78 MB
- Lang
- it
I maestri cristiani del deserto fiorirono tra il III e il IV secolo dopo Cristo. Da poco Costantino aveva restituito ai cristiani il diritto di esistere e sottratto con dolcezza la giovane religione al terreno meravigliosamente umido del martirio, alla stagionatura incomparabile delle catacombe. Questo significava consegnarla a quel mortale pericolo che rimase tale per diciotto secoli: l’accordo col mondo. Mentre i cristiani di Alessandria, di Costantinopoli, di Roma rientravano nella normalità dei giorni e dei diritti, alcuni asceti, atterriti da quel possibile accordo, ne uscivano correndo, affondavano nei deserti di Scete e di Nitria, di Palestina e di Siria. Affondavano nel radicale silenzio che solo alcuni loro detti, raccolti da discepoli, avrebbero solcato come bolidi infuocati in un cielo insondabile, pervenendo fino a noi.
Questa scelta di detti e fatti dei Padri del deserto, curata da Cristina Campo e Piero Draghi, ci avvicina al continente misterioso dei terrificanti e dolcissimi zen cristiani. Intorno a questi «grandi leoni giacenti dello spirito», il mondo delle forme, come quello della narola, è pressoché abolito e dunque più terribilmente violento. «Non credo occorra neppure accennare», scrive Cristina Campo nell’introduzione «ai gradini fondamentali della scala coeli dei Padri: la totale amputazione dal mondol’affinamento estremo delle potenze - semplici strumenti loro stesse per la metamorfosi dell’uomo interiore - attraverso il silenzio, il digiuno, il canto dei salmi, il lavoro manuale: tutto ciò è canone costante, direi ovvio, dell’intero monachesimo tradizionale cristiano. Ma con i Padri del deserto un bagliore particolare, che la loro stessa taciturnità non attenua, cade su elementi altrove e più tardi soltanto impliciti, altrove e più tardi praticamente perduti, e che sono tuttavia le pietre angolari del loro insegnamento, e del loro soltanto. La soprannaturalizzazione dei cinque sensi, per esempio: o per meglio dire l’esistenza di “quei sensi soprannaturali” che l’ *hesychìa* \- la quiete divina o santa impassibilità - ha chiamato alla vita, per cui un corpo ancora vivente può divenire qualcosa di molto simile a un corpo glorioso e l’acqua nella quale alcuni Padri si sono semplicemente lavati le mani, esorcizzare da un novizio tentato lo spirito impuro».