[Gutenberg 17687] • Il libro delle figurazioni ideali
- Authors
- Lucini, Gian Pietro
- Tags
- poetry
- Date
- 2008-02-14T00:00:00+00:00
- Size
- 0.33 MB
- Lang
- it
From Content: "Mai fine di secolo assunse caratteri più strani delli attuali, produsse più svariate tendenze, suscitò maggiori sconforti e maggiori entusiasmi.—Così avviene che l'epoca nostra brilla di una luce tutta{4} sua speciale.—presenta fenomeni non prima riscontrati, freme di febbri di ora in ora gelide e ardenti.—La società si è scissa in due campi: i vessilli spiegati garriscono al vento della notte misteriosa, poi che già da lontano l'orizzonte si imbianca a l'aurora. **I.** Nelli animi, il presagio del sangue imprime un invincibile terrore, un desiderio intenso di soffermar l'avvenire, un bisogno irrefrenabile di ricorrere all'autorità della tradizione per dimostrare erroneo e colpevole ogni tentativo di sociale riforma.—Donde l'esumazione trionfale di San Tomaso d'Aquino, il ritorno alle modeste leggende care a' primi cristiani, la riabilitazione affannosa di ogni ideologismo e di ogni spiritualismo,—infine lo studio morboso ed imbelle di un passato che distolga lo sguardo dalla urgente realità, sproni al bizantinismo e procuri il trionfo della psiche contro la fusis. Solo un ambiente siffatto può dar ragione del feroce cattolicesimo di Paolo Bourget, del cristianesimo fatalistico di Leone Tolstoi; meglio ancora di quel panteismo complesso e faragginoso che si compiace dei simboli.{5} **II.** Nei migliori ingegni imperversa una ostinazione sintomatica: la decadenza.—È un vezzo della moda, questo; ma come l'arte si fa più fine, più signorile, così viene quasi inconscientemente manifestando quel carattere di superiorità che si contrappone allo ingenuo e sano entusiasmo delle plebi. *Il libro delle Figurazioni ideali* incarna, con forma originalissima, il simbolismo.—Ma il simbolismo è proprio arte della decadenza? Io non lo credo.—L'antichità ed il medio evo racchiusero nei simboli tutta la loro produzione letteraria.—Solo con l'evo moderno si iniziò quel movimento realistico che doveva con sempre maggior energia affermarsi attraverso i secoli, onde già parve miracolo il poema di Milton.—Il simbolismo odierno può forse peccare nella forma, come esagerazione di un sistema estetico,—nella sostanza, qualora sia fine a sè medesimo. Gian Pietro Lucini non cade in nessuno di questi errori. La visione artistica per lui appare netta e serena, ad onta ed oltre del metodo: afferra{6} tutte le luci e tutti i colorì, passa, senza fatica e senza affettazioni, dall'epica alla drammatica, dalla forma espositiva alla forma narrativa, dall'idillio e dalla elegia al poema ed all'epicinio. La preoccupazione del simbolo non lo disturba,—che anzi l'imagine riesce più limpida e scintillante e dal complesso delle imagini promana il simbolo: non questo, come assai di frequente altrove, da quello.—E veramente il suo simbolismo è panteistico. Il perchè egli ha compreso che questo genere d'arte non è una innovazione dell'epoca nostra, ma un puro e semplice ritorno all'antico.—Perciò appunto ricorse al macchinario di poemi cavallereschi ed eroici ed usò la forma delle metriche antiquate.—Ma sopra l'idealità estetica vive un'altra idealità sociale. La Ragione, identificata in Gloriana, guida e corregge i sensi e può condurre alla felicità relativa. Ma l'uomo mal si appaga del mediocre e tenta assurgere al sublime.—Indi la Ragione si eleva, si spiritualizza e divien Religione o scienza delle Teogonie e delle Teurgie.—Ed allora nasce l'assurdo, che mena al dispotismo ed alla infelicità.