Stalin

Stalin
Authors
Trockij, Lev
Publisher
Garzanti
Tags
stalin , biografia
Date
2018-10-21
Size
1.35 MB
Lang
it
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Questo libro, che Trozki scrisse negli ultimi tre anni della sua vita, dal gennaio 1937 quando giunse nel Messico all’agosto 1940 quando vi morì, è la sua opera più matura e sotto ogni riguardo la più importante. Ha avuto una strana sorte. La morte per mano di un sicario dell’OGPU sorprese Trozki quando stava ultimando la revisione del manoscritto originale russo e della traduzione inglese che doveva essere pubblicata dalla casa Harper Brothers di New York. Era imminente la sua uscita quando verso la fine del ’41 sopravvenne Pearl Harbour; e il libro non vide la luce che a guerra finita, nel 1946. Al pubblico anglo-sassone passò quasi inosservato. Così accadde all’incirca della traduzione italiana pubblicata l’anno dopo da Garzanti, e di quella francese che Grasset pubblicò nel 1948.Pure è un’opera di valore enorme perchè fa luce sulla storia della Russia moderna e sull’uomo che per oltre un quarto di secolo ne fu il protagonista.Per molti anni una schiera di biografi sovietici lavorò a costruire la figura ufficiale di Stalin, mentre uno stuolo di funzionari frugava gli archivi e le biblioteche dell’Unione Sovietica per distruggere e sostituire tutti i documenti che potessero intaccare il mito eroico di Stalin e far dubitare delle colpe dei suoi nemici. E si soppressero addirittura i testimoni. Oggi lo storico non saprebbe dove trovare la verità, se non avesse per guida gli ultimi scritti di Trozki e in particolare questa biografia. Negli scritti precedenti Trozki aveva chiarito molti punti dell’attività staliniana durante gli anni del potere; solo in questo ultimo libro egli indagò, con rigorosa documentazione, tutta la parte antecedente della vita del dittatore.Trozki era l’uomo più odiato da Stalin; ricambiasse o no tale odio (egli ci assicura di no), il pubblico vedeva in lui il nemico numero uno di Stalin. Quindi ogni sua presa di posizione poteva suscitare la diffidenza del lettore, se non fosse stata suffragata da solidissime prove. Il libro è ricco di analisi geniali, ma il suo pregio maggiore sta proprio nell’abbondanza dei documenti e nel rigore con cui sono esaminati e confrontati.Nella premessa all’edizione americana del ’46 Charles Malamuth dice che il libro, alla morte di Trozki, era ancora lontano dalla compiutezza. Egli basa tale persuasione sulla ricchezza eccezionale dell’apparato documentario, in cui vede l’impalcatura approntata dallo scrittore come guida alla prima stesura del libro, e destinata a venire in gran parte ridotta nel testo definitivo. Ma Trozki non aveva bisogno di referenze bibliografiche e d’archivio per ricostruire fatti che conosceva benissimo. E quale funzione avesse il vastissimo corredo documentario nei riguardi del lettore, lo dice Trozki stesso nell’introduzione. La parte del libro che egli aveva già licenziata (morì, si noti, una decina di giorni prima del termine, in cui contava di consegnare l’opera intera all’editore) corrispondeva nel testo russo a circa quattro quinti del libro, nella versione inglese a circa tre quinti. Infine, il lettore riconoscerà facilmente la sostanziale omogeneità fra le parti licenziate per la stampa e quelle non ancora riviste dall’autore. Tutto si riduce a lievi differenze di forma.Il nuovo corso della politica sovietica e il crollo del mito staliniano nell’ URSS conferiscono uno stimolante interesse e la più viva attualità a questo libro, che viene ora riproposto all’attenzione dei lettori italiani in rinnovata veste editoriale.