[Inch' Allah 02] • Le Cri des pierres

[Inch' Allah 02] • Le Cri des pierres
Authors
Sinoué, Gilbert
Publisher
Editions Flammarion
ISBN
9782081253728
Date
0101-01-01T00:00:00+00:00
Size
1.80 MB
Lang
fr
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Da bambina Leila abitava a Haifa, in una piccola casa che i suoi possedevano

vicino al quartiere ebraico di Hadar Hacarmel. I vicini si chiamavano

Abramovitch, Aronstein o Eisenberg. Una delle sue migliori compagne di giochi

si chiamava Tamara. Era ebrea, e la loro vita era dolce, poiché a Haifa

vivevano allora semplicemente degli esseri umani che non si curavano più di

tanto del fatto di essere ebrei o palestinesi. Poi arrivò quel maledetto 29

novembre 1947, il giorno in cui alcuni stranieri riuniti in una casa di vetro

e d'acciaio in qualche parte nel mondo decisero di concedere il cinquantasei

per cento della terra palestinese ai parenti di Tamara. Leila dovette lasciare

la sua terra, e rifugiarsi con la famiglia e settemila suoi compatrioti nel

campo profughi di Borj el-Shemali, in Libano. Un posto paradisiaco, con la

spiaggia più bella del Paese dei Cedri e il mare cangiante di mille colori

meravigliosi. Un posto perfetto per qualsiasi bambina, ma non per Leila. Una

frase atroce, ripetuta all'infinito dai suoi genitori e dai vecchi del campo,

avvolse nel sudario del lutto la sua adolescenza: Siamo nati rifugiati,

moriremo rifugiati. Cresciuta con l'idea di ribellarsi al destino di polvere e

sangue della sua gente, e di sovrastare i lamenti con le grida di pietra della

sua terra, Leila Khaled, alla fine degli anni Sessanta, dirottò due aerei,

prima donna in assoluto a prendere parte a un'azione simile...