Io Ti Troverò
A dieci anni, Thomas Bishop viene internato in una clinica psichiatrica dopo aver ucciso la madre, che lo tirannizzava da sempre. “Al di là del male” si apre così, in quel lungo, atroce istante in cui il piccolo osserva il corpo della donna consumarsi tra le fiamme. Quindici anni dopo, l’uomo evade dall’istituto e dà inizio a una fuga sanguinaria sul cui cammino sono ancora le donne a cadere. Un omicidio, poi due, poi saranno decine; Bishop tortura e uccide spostandosi da Las Vegas a Chicago, a New York. Un personaggio infero ma straordinariamente umano, del quale Shane Stevens è cronista implacabile e, a suo modo, sodale, raccontandone nel dettaglio l’infanzia e gli anni di reclusione, le piccole ingenuità quotidiane e la ferocia omicida. Ne emerge un indimenticabile ritratto della follia, di quel concatenarsi di storie, incontri o mancati incontri che conducono un uomo a cedere alla violenza, all’orrore, alla distruzione dell’altro e di sé. E accanto a questa ombra inafferrabile che ferisce a morte le grandi metropoli del continente, scorre l’America degli anni Settanta, restituita attraverso una galleria di personaggi che gravitano nell’universo del crimine: poliziotti, medici, giudici, politici e giornalisti, in breve un’intera società che si stringe intorno al primo serial killer della storia contemporanea. Stephen King e James Ellroy trovarono in questo scrittore, scomparso da decenni nel nulla, l’ispirazione per comporre le loro opere leggendarie. Difficile credere che le punte di diamante del genere abbiano avuto a loro volta dei maestri. Eppure “Al di là del male”, pubblicato per la prima volta nel 1979, non è che questo: la gemma da cui hanno preso linfa i più grandi scrittori di thriller di tutti i tempi.