La Visita
- Authors
- Cassola, Carlo
- Publisher
- Einaudi
- ISBN
- 9788852043451
- Date
- 1962-10-25T00:00:00+00:00
- Size
- 1.07 MB
- Lang
- it
I lettori della Ragazza di Bube e di Un cuore arido ritroveranno in questi racconti giovanili la chiave di cassola, il segreto del suo modo di raccontare.
Quando alla fine del ’39 sulla rivista «Letteratura» apparvero La visita e altri due raccontini di Cassola, accadde un fatto insolito: un critico li recensì, in una nota breve ma calorosa, come se si fosse trattato di un libro. Giansiro Ferrata, era lui il critico, aveva felicemente intuito la nascita di uno scrittore, già pienamente riconoscibile alla sua prima prova.
In effetti i tre raccontini racchiudevano la poetica che Cassola avrebbe sviluppato in seguito e che ha trovato la sua più coerente espressione nel romanzo Un cuore arido. Allora, come oggi, per Cassola raccontare significava niente altro che aderire con le parole più semplici, dirette e usuali all’esistenza quotidiana, ignorando ogni altro problema.
Ma a questo punto è bene chiarire un equivoco. Molti critici, anche tra quelli che più apprezzano Cassola, hanno visto nella sua opera il riflesso di un’ideologia pessimista propria di tanta letteratura del nostro tempo. Letteratura puramente esistenziale, si è detto, cioè priva di valori morali, sociali, storici, e quindi negativa. Ma Cassola (e questi racconti se letti senza paraocchi ne sono la splendida prova) non ha mai pensato che la pura esistenza sia di per sé un dato negativo. Al contrario, per un cuore aperto e sensibile che cosa ci può essere di più bello dell’esistere e anche (come nella prima parte de La visita ) dell’essere esistiti? Quale altro valore, morale, religioso, ideologico, può stare alla pari dell’emozione pura di chi a ogni momento, come si vede nelle pagine di questo libro, è toccato dall’apparire «subliminare» (cioè sotto la soglia della coscienza pratica) delle cose? Ecco perché Cassola no ha bisogno di cercare il fatto eccezionale, il grande personaggio, una società interessante, dei casi. Forse che per un’anima «subliminare», per un vero poeta cioè, un’esistenza qualunque non è abbastanza interessante? In questo senso, Cecina o Colle valgono Parigi o New York, Murchison o la signora Rosa Boni non hanno nulla da invidiare ai grandi personaggi della storia.
Non si potrebbe quindi fare peggiore torto a Cassola di vederlo in veste di moralista che rappresenta una realtà modesta, squallida, provinciale, indegna di essere vissuta. I personaggi di Cassola non sono dei poveri esclusi dal banchetto della vita, delle vittime, degli «alienati». Essi sono al contrario pienamente liberi e felici. In questi racconti brevi ciò risulta con un’evidenza anche maggiore che nei racconti lunghi e nei romanzi. La visita è dunque una guida indispensabile per capire fino in fondo i libri che Cassola ha scritto in seguito.