Si imbatta in mostri vomitanti fuoco,
quali vide l’eroe del Vello d’oro,
o sia mutato in bestia per sett’anni
come successe al re Nabucodònosor1,
o soffra guerra disastri e sciagure
come ebbe Troia per il ratto d’Elena,
o sia messo al supplizio insieme a Tantalo
o raggiunga Proserpina allo Stige,
o piú di Giobbe soffra una gran pena,
o sia chiuso in prigione come Dedalo,
chi ce l’ha su con il regno di Francia!
Per quattro mesi canti in un vivaio,
come un airone con la testa in acqua,
o sia venduto al Gran Turco per sghèi
per esser messo al giogo come un toro,
o per trent’anni come Maddalena2
sia bello ignudo e senza tela o lana,
o sia annegato come fu Narciso,
o ai crini appeso come fu Assalonne,
o come Giuda per Disperazione,
o morir possa come Simon Mago,
chi ce l’ha su con il regno di Francia!
Possa tornare il tempo di Ottaviano
e gli si versi in pancia il suo tesoro3,
o tra mole rotanti di un mulino
sia infilato come san Vittore,
o sia inghiottito in mare senza fiato,
peggio di Giona in corpo alla balena,
o sia bandito dal sole di Febo,
dalle gioie di Afrodite e i beni d’Era,
o dal dio Ares sia punito a oltranza
come lo fu Sardanapalo re,
chi ce l’ha su con il regno di Francia!
Prence, portato sia dai servi d’Eolo
nella foresta4 dove Glauco impera
e sia privato di pace e speranza,
perché virtú non ha né dignità,
chi ce l’ha su con il regno di Francia!
1 Allusione al soggiorno fra le bestie del re assiro, impazzito per punizione divina, secondo una tradizione che risale al Libro di Daniele e che, su quest’ultimo punto, verrà ripresa anche nel libretto del Nabucco verdiano.
2 Si tratta di Maria Maddalena Egiziaca e del suo soggiorno nel deserto.
3 Come avvenne per l’oro fuso che i Parti versarono in bocca a Crasso.
4 Glauco essendo un dio marino, si suole interpretare il termine nel senso antico di «mare».