Dagli astronomi passiamo ai maghi. Ora io non so come sia messo il lettore nei confronti della magia. Debbo avvisarlo, però, che il sottoscritto, in quanto ingegnere, non crede assolutamente a nulla, anche se non può fare a meno di ammettere che di tanto in tanto accadono cose a questo mondo che non riesce a spiegare e a spiegarsi. Ebbene, la magia ebbe il suo momento di gloria (stavo per dire magico) proprio all’inizio del XVI secolo. A quei tempi, mentre il mestiere di chirurgo veniva svolto regolarmente dai barbieri, quello di medico era quasi sempre abbinato al mestiere di mago, e i malati più ignoranti erano e più si affidavano agli stregoni.
Cornelio Agrippa
Cominciamo con Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-1535). Era astrologo, medico, filosofo e alchimista. Influenzato dal neoplatonismo e dalla cabala, sostenne che l’uomo era sottoposto a tre livelli di magia, e precisamente alla magia naturale, alla magia celeste e alla magia religiosa. La prima era collegata alle forze occulte della Natura, e quindi ai terremoti, alle alluvioni e a tutte le catastrofi possibili e immaginabili; la seconda agli influssi degli astri; e la terza alla cattiveria del demonio. Avere, quindi, al proprio fianco un mago come angelo protettore era quanto di meglio ci si potesse augurare. Il segreto, diceva, sta nella dignificazione, ovvero nel riuscire a prendere le distanze dai desideri della carne.
Lui, in verità, non ci riuscì del tutto: si dice, infatti, che sia morto di infarto mentre stava facendo l’amore. Tra un amplesso e l’altro, comunque, ebbe il tempo di pubblicare il De incertitudine et vanitate scientiarum e il De occulta philosophia.
Teofrasto Paracelso
Altro importante medico-mago fu Filippus Aureolus Theophrastus Bombast von Hohenheim (1493-1541), più brevemente noto come Paracelso. Come uomo era quanto di peggio si possa immaginare. Ecco come ce lo descrive il suo editore di fiducia, Johannes Oporinus: «Non ho mai visto Teofrasto sobrio per più di due ore di seguito. In genere torna a casa completamente ubriaco e si butta sul letto ancora vestito e con la spada appesa al fianco. Poi, magari, si alza all’improvviso nel cuore della notte, e comincia a vibrare fendenti ai mobili della stanza e alle pareti».1 Francesco Bacone, qualche anno dopo, dirà che sia lui che Agrippa erano due ciarlatani.
Paracelso iniziò la sua carriera bruciando in piazza, davanti a un gruppo misto, formato da farmacisti e barbieri, i libri di Galeno e Avicenna. Per questo gesto fu soprannominato «il Lutero della chimica».
Il principio che lo guidava era la corrispondenza tra il macrocosmo e il microcosmo, e quindi anche tra il mondo esterno e l’uomo. Propose una teoria secondo la quale la salute di un essere umano dipendeva dalla quantità o meno nel suo corpo di tre elementi base: il sale, lo zolfo e il mercurio. L’essere umano, diceva, è un organismo chimico curabile solo attraverso pratiche teologiche, astrologiche, filosofiche e alchimistiche. Disgraziati quelli che gli capitavano sotto mano.
Tutti i medici di quei tempi gli si scagliarono contro e lui li ricambiò con gli interessi scrivendo un saggio intitolato Contro i falsi medici. In una delle sue invettive, nella terza per l’esattezza, parla bene perfino dei veleni.
Voi dite, o sciagurati, che le mie ricette sono ricche di veleni e io vi chiedo: ma lo sapete voi che cos’è un veleno? Se Dio lo ha creato è perché in qualche modo aiuta. Provatelo e lo saprete.
E in questo aveva ragione. Non a caso, infatti, in greco, la parola pharmakon vuol dire sia «medicina» che «veleno». A seconda delle dosi.
Sempre nel suo libro Paracelso dice che i colleghi medici, tradendo gli insegnamenti di Asclepio, Macaone, Podalirio e Ippocrate, esercitavano la professione più per fare soldi che per carità cristiana, e conclude dicendo:
Se un tempo c’era un traditore ogni dodici apostoli, oggi a stento si riesce a trovare un medico onesto ogni dodici praticanti.2
Girolamo Fracastoro
Anche il veronese Girolamo Fracastoro (1478-1553) è passato alla storia come medico, mago, alchimista e chimico. In realtà era un poeta. Sposò in pieno una teoria di Aristotele secondo la quale la vera differenza tra il tecnico e il poeta è che mentre il primo si occupa del vero il secondo si occupa del verosimile. Scrisse un saggio intitolato De simpathia et antipathia dove descrive l’attrazione tra le cose simili e la ripugnanza tra quelle dissimili.
La sua fama, però, nasce dai suoi studi su una malattia giunta in Europa dopo la scoperta dell’America. Per i francesi era un’infezione, detta la napoletana, propagata da un marinaio (napoletano) di nome Aniello, compagno di Cristoforo Colombo. In realtà si trattava di una malattia nota in tutto il mondo come il mal francese. Certo è che il contagio avveniva solo attraverso i rapporti sessuali. Fracastoro, in un volume intitolato Syphilis sive de morbo gallico, la battezzò sifilide. Il nome deriva da un mito greco: Sifilo era un pastore che un giorno, avendo offeso pesantemente Zeus, fu condannato a trasmettere un morbo ripugnante ogni qual volta toccava una donna, sia pure con un dito.
Gerolamo Cardano
Gerolamo Cardano (1501-1576), oltre che medico, mago e alchimista fu anche un eccellente matematico. Nella sua vasta opera, raccolta in dieci volumi, affronta gli argomenti più diversi. Esempi: come recuperare le navi affondate, come distinguere i funghi buoni da quelli velenosi, come risolvere le equazioni cubiche, come vincere agli scacchi e come collegare tra loro due alberi rotanti (mezzo poi passato alla storia come giunto cardanico).
Tra i consigli più terra terra ricordiamo il seguente: «Quando parli con un uomo non guardargli il viso, ma guardagli le mani, soprattutto se è uno di cui non ti fidi».
Non ebbe, purtroppo, una vita felice: è lui stesso che ce lo racconta nell’autobiografia intitolata De vita propria. Da piccolo la madre lo picchiava ogni giorno e da vecchio vide uno dei suoi figli finire sulla forca per omicidio.
Giambattista Della Porta
Chiudiamo questa breve panoramica sui medici maghi con Giambattista Della Porta (1535-1615). Prima ancora che medico fu un ottico. Scrisse un libro sui misteri della Natura, dove distinse due tipi di magia, quella diabolica, praticata dai falsi medici, e quella naturale, promossa dai medici onesti. Oltre a essere mago, era anche napoletano.
1 Paracelso, Contro i falsi medici, Laterza.
2 Certo, dopo cinque secoli, le cose sono cambiate, ma il 20 marzo 2003 è apparsa, fornita dall’Ansa, una notizia sui giornali dove si diceva che l’Ordine dei medici segnalava che gli odontoiatri regolari sono 40 mila, mentre i dentisti abusivi sarebbero 45 mila. Tra gli abusivi, si distinguono vigili, tranvieri, idraulici e altri «artigiani».