2. Giovambattista Della Porta

di Antonio Clericuzio

2.1 Magia naturale e segreti

Giovambattista Della Porta (1535-1615), mago, scienziato, inventore, è una delle figure più significative nella cultura italiana del tardo Rinascimento. La sua fama è legata soprattutto alle ricerche raccolte nel trattato Magia naturalis. Si tratta di un’opera enciclopedica, in cui sono trattati molteplici temi: ottica, magnetismo, chimica, botanica, zoologia. L’opera non ha carattere esoterico, né fa ricorso a demoni o incantesimi – tecniche che Della Porta denuncia come inganni –, ha invece lo scopo di rendere manifesto ciò che in natura si produce per mezzo di agenti e poteri occulti.

Per Della Porta la magia è la parte applicata della filosofia naturale, un insieme di conoscenze volte alla pratica. L’opera del mago, non diversamente da quella dell’agricoltore, ha lo scopo di trasformare la natura; le opere della magia sono le stesse della natura, realizzate in tempi e modi differenti, ma sempre all’interno dell’ordine naturale delle cose. La natura di Della Porta non è una struttura ordinata secondo leggi che la ragione svela, è piuttosto un insieme di fenomeni legati da una trama di corrispondenze, cui partecipano corpi terrestri e celesti. È da questa “simpatia” universale che si generano le operazioni dei “meravigliosi secreti”: conoscendo le virtù dei corpi e quelle dei cieli, scrive Della Porta, “il mago cava i secreti i quali stavano al tutto racchiusi nel grembo della natura”.

La Magia naturalis di Della Porta si inserisce all’interno di una tradizione, quella dei segreti.

Giovanbattista Della Porta: vita di un mago rinascimentale

Nato a Vico Equense nel 1535 da famiglia nobile, riceve la propria educazione in casa, dove particolarmente rilevante è l’influenza del fratello maggiore Giovanvincenzo, cultore di antichità. L’ambiente napoletano in cui ha luogo la formazione del giovane Della Porta è tra i più ricchi di fermenti culturali della penisola: antiquaria, medicina, filosofia, astrologia e matematiche fioriscono in una città in cui è condiviso il progetto di una riforma morale e intellettuale. Giovambattista mostra una precoce e straordinaria attitudine alla ricerca in campo naturalistico e, giovanissimo, pubblica la Magia naturalis (1558) in quattro libri. A partire dal 1558, per circa vent’anni, viaggia in Europa arricchendo le proprie conoscenze ed entrando in contatto con dotti di vari Paesi. Ben noto per la vastità di conoscenze e competenze tecniche, dal 1579 è al servizio del cardinale Luigi d’Este, prima a Roma e poi a Venezia, quindi entra in contatto con Paolo Sarpi (1552-1623) e soprintende alla costruzione di uno specchio parabolico.

I suoi studi di magia e astrologia lo rendono sospetto alle autorità ecclesiastiche e nel 1580 ha inizio una lunga serie di processi. Alcune sue opere sono sottoposte a censura, altre sono pubblicate solo grazie all’intercessione di principi e cardinali, alla cui protezione Della Porta fa spesso ricorso.

Tornato a Napoli, prosegue gli studi sperimentali, scrive trattati di agronomia, di fisiognomica, alcune opere teatrali e pubblica una seconda edizione ampliata della Magia naturalis (1589). Come la prima edizione, anche la seconda ha una straordinaria fortuna: è più volte pubblicata e tradotta in numerose lingue. A Napoli incontra Tommaso Campanella (1568-1639), fonda l’Accademia dei Segreti, dedicata allo studio dei più complessi fenomeni della natura. Nel 1604 Federico Cesi, che da un anno ha fondato l’Accademia dei Lincei a Roma, gli fa visita a Napoli. Della Porta stabilisce un rapporto di collaborazione con Cesi e con l’Accademia dei Lincei, di cui diviene membro nel 1611. Avuta notizia delle osservazioni astronomiche di Galileo (1564-1642), sostiene di aver prodotto un telescopio prima dello scienziato pisano. Nel 1611 fonda a Napoli l’Accademia degli Oziosi, dedicata allo studio delle scienze e delle lettere. Muore pochi anni dopo, nel 1615.

Le raccolte di segreti

Diffuse già nel Medioevo, le raccolte di “segreti” conoscono una straordinaria fortuna con l’avvento della stampa a caratteri mobili e costituiscono uno dei generi letterari più popolari del Cinquecento e del secolo successivo. Alessio Piemontese, pseudonimo di Girolamo Ruscelli (1518-1566), Leonardo Fioravanti (1517-1583) e Giovambattista Della Porta sono tra i più noti autori di “libri dei segreti” – che non solo trattano di cose segrete, ma sono anche raccolte di ricette. “Secreto” è spesso sinonimo di ricetta, di preparazione dagli effetti straordinari. I libri di segreti sono compilazioni che raccolgono informazioni di varia origine: da testi antichi o medievali, dalla tradizione orale, da artigiani, da empirici. Il loro contenuto include temi di medicina, chimica, metallurgia, cosmesi, culinaria, agricoltura, caccia, ottica, costruzione di macchine. In genere la validità di ricette e di indicazioni pratiche è attestata dall’esperienza diretta o da valide testimonianze, non da principi filosofici o teorici. I libri di segreti nascono e si diffondono al di fuori dell’ambiente accademico, molti sono in volgare, finalizzati a un pubblico molto ampio: corti, ceti medi urbani, donne. La Magia naturalis di Della Porta rispetto ad altre raccolte di segreti ha un carattere più spiccatamente erudito, e dà maggior rilievo alla spiegazione dei fenomeni straordinari e all’indagine sperimentale rispetto alla semplice presentazione di ricette.

ESERCIZIO

E2: Giovambattista Della Porta

2.2 Osservazione e trasformazione della natura

Sostenitore, come gran parte dei suoi contemporanei, della possibilità della trasmutazione dei metalli, Della Porta intraprende studi di chimica pratica che includono la fabbricazione di smalti, di vari tipi di vetro, di polveri da sparo e cosmetici. Della Porta progetta inoltre un apparato per ottenere acqua potabile dall’acqua del mare e scrive un’opera sulla distillazione, che contiene descrizioni dettagliate di strumenti, apparati e processi. Per mezzo della distillazione è possibile liberare le parti più attive dei corpi, portarle a perfezione secondo le necessità pratiche dell’uomo. Della Porta descrive la preparazione dell’aqua ardens (alcol) dal vino e le sue proprietà, nonché la distillazione di olii, la preparazione di acidi e di numerosi solventi. Anche se la chimica di Della Porta non è originale dal punto di vista teorico, la gran quantità di esperimenti descritti nelle sue opere indica un’attitudine sperimentale che lo pone tra i principali chimici pratici del tardo Rinascimento. I suoi studi medici sono caratterizzati dalla ricerca di farmaci dagli effetti eccezionali, come per esempio i ritrovati per generare brevi attacchi di pazzia, per accrescere la memoria, per produrre sogni piacevoli o incubi, e rimedi contro l’impotenza e la sterilità.

L’ottica

L’ottica è la disciplina alla quale Della Porta ha dato i contributi più significativi. Anche se non elabora nuove teorie, indaga da un punto di vista matematico le proprietà degli specchi concavi e convessi, conduce un accurato studio delle lenti su basi matematiche e descrive la costruzione di numerosi apparecchi ottici, tra cui la camera oscura e il telescopio. I suoi studi di matematica, invece, dedicati soprattutto a risolvere il problema della quadratura del cerchio, sono poco più che esercizi dilettantistici e hanno scarsa incidenza nella matematica del tempo.

Accanto alla magia naturale Della Porta coltiva lo studio della fisiognomica, ossia lo studio dei caratteri umani effettuato attraverso l’esame dei tratti somatici: ritiene, infatti, che “l’animo non è impassibile rispetto ai moti del corpo e, così come il corpo, si corrompe per le passioni”. La natura e l’uomo sono un’unità, l’esterno e l’interno sono legati da mutue corrispondenze. Della Porta studia con attenzione i segni delle mani (in particolare dei criminali), convinto che tali segni non siano frutto del caso ma siano indizi per comprendere i caratteri degli uomini, dedica particolare attenzione all’astrologia e ritiene che anche gli aspetti e i moti dei corpi celesti rivelino forze che agiscono sulla vita degli uomini.