A proposito della conferenza
di Ludwig Binswanger Sulla fenomenologia1

Non sapendo se la dattilografa mi sarà messa a disposizione abbastanza spesso, estraggo ora dalla mia esperienza il tema che, grazie alla conferenza del dottor Ludwig Binswanger il 16 novembre 1922, è divenuto di nuovo chiaro come il tema peculiare della mia psiche, e attraverso il cui trattamento io posso portare il contributo sperato alla conoscenza della psiche sana e malata di un uomo cerebrale. Vorrei scegliere come titolo:

IMMAGINE E SEGNO [Bild und Zeichen].

E come sottotitolo: Selezione fobica2 della3 funzione della memoria per immagini [Phobische Auslese der Funktion des Bildgedächtnisses].

Sia premesso qualcosa di personale. Quando mi fu detto che, se fossi arrivato dopo le tre, avrei trovato le porte della sala chiuse, mi venne una tale tachicardia, specialmente perché la sala era sovrariscaldata e non ben ventilata, e nonostante ciò vi si fumava, che non mi riuscì di esprimere chiaramente quello che ora vorrei contribuire.

Il dottor Ludwig Binswanger parlò della fenomenologia di Husserl e commentò con esempi scelti abilmente l’essenza, il tipo di questa ‹intuizione›4 categoriale dell’essenza. Parlò di stile da cattedrale della musica, menzionò come esempio di tale intuizione i cavalli variopinti di Franz Marc e la designazione auditorio5, che un infermo di mente aveva trovato come designazione collettiva per le allucinazioni acustiche di cui era vittima6.